Camilla, Lavinia, Taide, Alagia, Gentucca, Lia, Fillide, Raab… Donne vere o mitiche, ma anche creature oniriche, divinità, mostri: le presenze femminili nel poema dantesco formano una costellazione fitta e varia. Su alcune si appunta da secoli l’interesse dei lettori; altre invece sono le loro “sorelle minori”: marginali nell’economia del racconto, eppure nodi essenziali nella complessa rete della Commedia. La maggior parte di loro non prende parola: sono ombre sommariamente passate in rassegna, ma anche donne e dee evocate a vario titolo lungo il racconto (esempi di virtù o di vizio, termini di paragone, oggetto di ricordo), menzionate in toni che spaziano dal massimo del disprezzo al colmo della lode. Gli episodi in cui compaiono sono occasione per osservazioni e riflessioni condotte con la speciale chiave di lettura offerta dall’appartenenza di genere. Sui personaggi femminili sedimentano precognizioni e aspettative che originano direttamente dalla codificazione dei ruoli sociali. L’autore asseconda questo orizzonte condiviso, ma vi innesta anche qualità inattese. Una prospettiva incentrata su queste figure consente dunque di misurare l’equilibrio che Dante mantiene tra l’adesione ai canoni comuni e la declinazione tutta personale, che non mira al sovvertimento dei ruoli di genere, ma a fare anche delle donne da lui messe in scena le mediatrici delle istanze politico-civili che tanto gli premono.
Sorelle minori : figure femminili nella Commedia / S. Carapezza. - [s.l] : Patron, 2024 Feb. - ISBN 978-88-555-3625-7. (LETTERARIA)
Sorelle minori : figure femminili nella Commedia
S. Carapezza
2024
Abstract
Camilla, Lavinia, Taide, Alagia, Gentucca, Lia, Fillide, Raab… Donne vere o mitiche, ma anche creature oniriche, divinità, mostri: le presenze femminili nel poema dantesco formano una costellazione fitta e varia. Su alcune si appunta da secoli l’interesse dei lettori; altre invece sono le loro “sorelle minori”: marginali nell’economia del racconto, eppure nodi essenziali nella complessa rete della Commedia. La maggior parte di loro non prende parola: sono ombre sommariamente passate in rassegna, ma anche donne e dee evocate a vario titolo lungo il racconto (esempi di virtù o di vizio, termini di paragone, oggetto di ricordo), menzionate in toni che spaziano dal massimo del disprezzo al colmo della lode. Gli episodi in cui compaiono sono occasione per osservazioni e riflessioni condotte con la speciale chiave di lettura offerta dall’appartenenza di genere. Sui personaggi femminili sedimentano precognizioni e aspettative che originano direttamente dalla codificazione dei ruoli sociali. L’autore asseconda questo orizzonte condiviso, ma vi innesta anche qualità inattese. Una prospettiva incentrata su queste figure consente dunque di misurare l’equilibrio che Dante mantiene tra l’adesione ai canoni comuni e la declinazione tutta personale, che non mira al sovvertimento dei ruoli di genere, ma a fare anche delle donne da lui messe in scena le mediatrici delle istanze politico-civili che tanto gli premono.| File | Dimensione | Formato | |
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