Per molto tempo arie d’opera o intere sinfonie operistiche circolarono nel repertorio liturgico, passando senza problemi dal teatro alla chiesa. Viceversa stilemi chiesastici potevano approdare in ambito profano. Abbiamo alcuni esempi di raccolte come le 'Arie selectissimae' stampate ad Augsburg da Lotter nel 1798, che sono dei veri e propri contrafacta: musica originariamente eseguita in teatro, poi approdata in un contesto sacro. Arie operistiche di Mozart, Paisiello, Pleyel, Dittersdorf, Salieri e così via, venivano eseguite identiche nelle loro concatenazioni melodiche e armoniche ma con testi differenti: il testo nella sua lingua originale veniva ora sostituito da un testo in latino. Questa pratica è sempre stata accettata, sino a quando nella seconda metà del XIX secolo le gerarchie ecclesiastiche iniziarono a proibirne l’uso e ad imporre delle modifiche. Quali sono state le modalità con cui queste ultime sono state attuate? In che modo si è arrivati a un cambiamento? E a prezzo di cosa soprattutto?
Alcune riflessioni a margine del disciplinamento della musica di ambito sacro tra '800 e '900 - Conferenza, Scuola Universitaria di Musica, Lugano (Svizzera)(2021 Oct 07).
Alcune riflessioni a margine del disciplinamento della musica di ambito sacro tra '800 e '900 - Conferenza, Scuola Universitaria di Musica, Lugano (Svizzera)
2021
Abstract
Per molto tempo arie d’opera o intere sinfonie operistiche circolarono nel repertorio liturgico, passando senza problemi dal teatro alla chiesa. Viceversa stilemi chiesastici potevano approdare in ambito profano. Abbiamo alcuni esempi di raccolte come le 'Arie selectissimae' stampate ad Augsburg da Lotter nel 1798, che sono dei veri e propri contrafacta: musica originariamente eseguita in teatro, poi approdata in un contesto sacro. Arie operistiche di Mozart, Paisiello, Pleyel, Dittersdorf, Salieri e così via, venivano eseguite identiche nelle loro concatenazioni melodiche e armoniche ma con testi differenti: il testo nella sua lingua originale veniva ora sostituito da un testo in latino. Questa pratica è sempre stata accettata, sino a quando nella seconda metà del XIX secolo le gerarchie ecclesiastiche iniziarono a proibirne l’uso e ad imporre delle modifiche. Quali sono state le modalità con cui queste ultime sono state attuate? In che modo si è arrivati a un cambiamento? E a prezzo di cosa soprattutto?File | Dimensione | Formato | |
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