Introduzione. Nelle multinazionali, la figura dell’espatriato riveste un ruolo strategico nel mantenimento della competitività aziendale. L’invio di un proprio dipendente in un paese diverso da quello di origine può comportare delle difficoltà che possono incidere sul successo dell’incarico stesso. Diventa, pertanto, fondamentale identificare le variabili in grado di favorire la performance degli espatriati, in primis l’adattamento cross-culturale. Obiettivi. Il presente studio si propone di indagare se le specifiche dimensioni dell’intelligenza culturale (IC) sono in grado di influenzare direttamente ed indirettamente (attraverso l’adattamento cross-culturale) la performance degli espatriati in incarichi internazionali, identificando potenziali moderatori. Metodo. 151 espatriati operanti nel settore petrolchimico hanno compilato un questionario self-report che analizzava: IC (Cultural Intelligence Scale); adattamento cross-culturale al lavoro (Expatriate Adjustment Scale); performance (Expatriate Contextual/Managerial Performance Skills); distanza culturale (indice di Kogut e Singh), durata della residenza nel paese ospitante e precedente esperienza in incarichi internazionali. Le analisi dei dati hanno previsto modelli di mediazione e mediazione moderata. Risultati. Tutte le dimensioni dell’IC influenzano direttamente e/o indirettamente (attraverso l’adattamento cross-culturale) la performance degli espatriati. Distanza culturale (β =-.06, p<.05), periodo di residenza nel paese ospitante (β =-.31, p<.05) e precedente esperienza lavorativa internazionale (β =-.31, p<.05) moderano la relazione indiretta (mediata dall’adattamento cross-culturale al lavoro) tra IC motivazionale e performance: tale relazione è rafforzata in contesti culturalmente meno distanti rispetto a quello d’origine, quando l’espatriato risiede nel paese ospitante da meno di 12 mesi, o quando esso ha un’esperienza inferiore ai 12 mesi. Espatriati con maggiore esperienza riportano livelli più elevati di IC motivazionale e comportamentale. Limiti. Questo studio trasversale utilizza soltanto misure self-report. Aspetti innovativi. Confrontando l’effetto delle differenti dimensioni dell’IC sulla prestazione e identificando quali sono i moderatori in grado di rafforzare l’influenza positiva dell’IC sull’adattamento cross-culturale al lavoro e, a sua volta, la performance, questo studio contribuisce all’esistente letteratura sugli espatriati.
Il successo dell’espatrio: il ruolo di intelligenza culturale e adattamento cross-culturale nel determinare prestazioni efficaci / V. Sommovigo, I. Setti, C. Bernuzzi, P. Argentero. ((Intervento presentato al 17. convegno XVII Congresso Nazionale della Sezione di “Psicologia per le Organizzazioni” : 26-27-28 settembre tenutosi a Lecce nel 2019.
Il successo dell’espatrio: il ruolo di intelligenza culturale e adattamento cross-culturale nel determinare prestazioni efficaci
C. BernuzziPenultimo
;
2019
Abstract
Introduzione. Nelle multinazionali, la figura dell’espatriato riveste un ruolo strategico nel mantenimento della competitività aziendale. L’invio di un proprio dipendente in un paese diverso da quello di origine può comportare delle difficoltà che possono incidere sul successo dell’incarico stesso. Diventa, pertanto, fondamentale identificare le variabili in grado di favorire la performance degli espatriati, in primis l’adattamento cross-culturale. Obiettivi. Il presente studio si propone di indagare se le specifiche dimensioni dell’intelligenza culturale (IC) sono in grado di influenzare direttamente ed indirettamente (attraverso l’adattamento cross-culturale) la performance degli espatriati in incarichi internazionali, identificando potenziali moderatori. Metodo. 151 espatriati operanti nel settore petrolchimico hanno compilato un questionario self-report che analizzava: IC (Cultural Intelligence Scale); adattamento cross-culturale al lavoro (Expatriate Adjustment Scale); performance (Expatriate Contextual/Managerial Performance Skills); distanza culturale (indice di Kogut e Singh), durata della residenza nel paese ospitante e precedente esperienza in incarichi internazionali. Le analisi dei dati hanno previsto modelli di mediazione e mediazione moderata. Risultati. Tutte le dimensioni dell’IC influenzano direttamente e/o indirettamente (attraverso l’adattamento cross-culturale) la performance degli espatriati. Distanza culturale (β =-.06, p<.05), periodo di residenza nel paese ospitante (β =-.31, p<.05) e precedente esperienza lavorativa internazionale (β =-.31, p<.05) moderano la relazione indiretta (mediata dall’adattamento cross-culturale al lavoro) tra IC motivazionale e performance: tale relazione è rafforzata in contesti culturalmente meno distanti rispetto a quello d’origine, quando l’espatriato risiede nel paese ospitante da meno di 12 mesi, o quando esso ha un’esperienza inferiore ai 12 mesi. Espatriati con maggiore esperienza riportano livelli più elevati di IC motivazionale e comportamentale. Limiti. Questo studio trasversale utilizza soltanto misure self-report. Aspetti innovativi. Confrontando l’effetto delle differenti dimensioni dell’IC sulla prestazione e identificando quali sono i moderatori in grado di rafforzare l’influenza positiva dell’IC sull’adattamento cross-culturale al lavoro e, a sua volta, la performance, questo studio contribuisce all’esistente letteratura sugli espatriati.File | Dimensione | Formato | |
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