La decadenza dell’Ascendancy anglo-irlandese e il tramonto della Big House, la grande casa di campagna dell’aristocrazia fondiaria protestante, costituiscono il fil rouge che attraversa diversi romanzi di Elizabeth Bowen tra cui "The Last September" (1929), "The Heat of the Day" (1949) e "A World of Love" (1955). In essi la Big House non solo riveste un ruolo centrale all’interno della narrazione come luogo cardine intorno a cui ruotano le vicende dei personaggi, ma assurge anche a emblema della crisi della tradizione e della cultura anglo-irlandesi, a simbolo di un passato fulgore dell’Ascendancy protestante, la landed class ormai in piena decadenza in un’Irlanda che ha subito molteplici mutamenti storici, politici, culturali e sociali. In "The Last September" Bowen associa Danielstown, la Big House del romanzo, alla “anthropological snobbery” (Glendinning 1988, p. 5) – tratto distintivo dell’aristocrazia anglo-irlandese – di Sir Richard e Lady Naylor, i suoi proprietari, i quali sono ancora saldamente legati alla staticità e alla continuità tipiche dell’Ascendancy della vecchia generazione: la loro grande dimora rurale simboleggia il passato, la memoria di una nazione che non c’è più e di un assetto sociale e di una tradizione che, sebbene esercitino ancora una forte presa sui suoi abitanti, sono gravemente minacciati dai profondi cambiamenti storico-politici che interessano la ‘nuova’ Irlanda post Prima guerra mondiale. L’incendio finale che divora Danielstown, e con essa la storia e i ricordi che la grande dimora rurale porta con sé, coincide con la dissoluzione dell’ordine e della gerarchia rappresentati dalla Big House e dai suoi proprietari.
Storia, memoria e la Big House in The Last September di Elizabeth Bowen / F. Prina. - In: ECHO. - ISSN 2704-8659. - 2023:5(2023 Dec), pp. 104-111. [10.15162/2704-8659/1882]
Storia, memoria e la Big House in The Last September di Elizabeth Bowen
F. Prina
2023
Abstract
La decadenza dell’Ascendancy anglo-irlandese e il tramonto della Big House, la grande casa di campagna dell’aristocrazia fondiaria protestante, costituiscono il fil rouge che attraversa diversi romanzi di Elizabeth Bowen tra cui "The Last September" (1929), "The Heat of the Day" (1949) e "A World of Love" (1955). In essi la Big House non solo riveste un ruolo centrale all’interno della narrazione come luogo cardine intorno a cui ruotano le vicende dei personaggi, ma assurge anche a emblema della crisi della tradizione e della cultura anglo-irlandesi, a simbolo di un passato fulgore dell’Ascendancy protestante, la landed class ormai in piena decadenza in un’Irlanda che ha subito molteplici mutamenti storici, politici, culturali e sociali. In "The Last September" Bowen associa Danielstown, la Big House del romanzo, alla “anthropological snobbery” (Glendinning 1988, p. 5) – tratto distintivo dell’aristocrazia anglo-irlandese – di Sir Richard e Lady Naylor, i suoi proprietari, i quali sono ancora saldamente legati alla staticità e alla continuità tipiche dell’Ascendancy della vecchia generazione: la loro grande dimora rurale simboleggia il passato, la memoria di una nazione che non c’è più e di un assetto sociale e di una tradizione che, sebbene esercitino ancora una forte presa sui suoi abitanti, sono gravemente minacciati dai profondi cambiamenti storico-politici che interessano la ‘nuova’ Irlanda post Prima guerra mondiale. L’incendio finale che divora Danielstown, e con essa la storia e i ricordi che la grande dimora rurale porta con sé, coincide con la dissoluzione dell’ordine e della gerarchia rappresentati dalla Big House e dai suoi proprietari.File | Dimensione | Formato | |
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