Affidiamo le nostre memorie ai monumenti perché le conservino per noi. Così possiamo permetterci di dimenticarle. È questo il paradosso che affligge il memoriale: costruito come dispositivo di rammemorazione, si ribalta nel suo contrario, e diventa macchina di oblio. L’arte monumentale contemporanea si è ingegnata per trovare una terapia a questa patologia. A partire dagli anni sessanta si è formato un movimento eterogeneo, spesso radicale e non di rado contraddittorio, di artisti implicati nella progettazione di “contro-monumenti” o “anti-monumenti”: dispositivi che ci interrogano nel nostro rapporto paradossale con la memoria e l’oblio. Rifacendosi liberamente ai “non-uments” di Gordon Matta-Clark, Andrea Pinotti preferisce chiamarli nonumenti, e ne offre qui una grammatica e una tipologia. Ma ci riesce davvero, il nonumento, a fare meglio del monumento? Davvero un parallelepipedo o una fontana che spariscono nel terreno dovrebbero farcela a gestire più efficacemente le nostre smemoratezze rispetto a un obelisco o a una colonna eretti nella loro ostinata verticalità? Davvero una camminata o un re-enactment che durano pochi minuti o poche ore risulterebbero più efficaci di un mausoleo ben piantato dove sta da centinaia di anni? Davvero aria, luce, colori, bits, ci salvaguarderebbero dall’amnesia più di pietra, bronzo, ferro? Queste domande risultano oggi urgenti più che mai: il tema del memoriale è tornato alla ribalta, proprio quando ci si impegna da più parti a buttarne giù il più possibile. In un’epoca in cui i monumenti vengono gettati nelle discariche come conseguenza dell’ondata di violenza iconoclasta ispirata dalla cosiddetta “cancel culture” o “woke culture”, questo libro propone una riflessione insieme estetica e politica sull’arte monumentale contemporanea e sul paradosso che l’affligge: negare il monumento, per riaffermarlo. Fare il nonumento.
Nonumento : un paradosso della memoria / A. Pinotti. - Milano : Johan & Levi, 2023. - ISBN 978-88-6010-331-4. (SAGGI D'ARTE)
Nonumento : un paradosso della memoria
A. Pinotti
2023
Abstract
Affidiamo le nostre memorie ai monumenti perché le conservino per noi. Così possiamo permetterci di dimenticarle. È questo il paradosso che affligge il memoriale: costruito come dispositivo di rammemorazione, si ribalta nel suo contrario, e diventa macchina di oblio. L’arte monumentale contemporanea si è ingegnata per trovare una terapia a questa patologia. A partire dagli anni sessanta si è formato un movimento eterogeneo, spesso radicale e non di rado contraddittorio, di artisti implicati nella progettazione di “contro-monumenti” o “anti-monumenti”: dispositivi che ci interrogano nel nostro rapporto paradossale con la memoria e l’oblio. Rifacendosi liberamente ai “non-uments” di Gordon Matta-Clark, Andrea Pinotti preferisce chiamarli nonumenti, e ne offre qui una grammatica e una tipologia. Ma ci riesce davvero, il nonumento, a fare meglio del monumento? Davvero un parallelepipedo o una fontana che spariscono nel terreno dovrebbero farcela a gestire più efficacemente le nostre smemoratezze rispetto a un obelisco o a una colonna eretti nella loro ostinata verticalità? Davvero una camminata o un re-enactment che durano pochi minuti o poche ore risulterebbero più efficaci di un mausoleo ben piantato dove sta da centinaia di anni? Davvero aria, luce, colori, bits, ci salvaguarderebbero dall’amnesia più di pietra, bronzo, ferro? Queste domande risultano oggi urgenti più che mai: il tema del memoriale è tornato alla ribalta, proprio quando ci si impegna da più parti a buttarne giù il più possibile. In un’epoca in cui i monumenti vengono gettati nelle discariche come conseguenza dell’ondata di violenza iconoclasta ispirata dalla cosiddetta “cancel culture” o “woke culture”, questo libro propone una riflessione insieme estetica e politica sull’arte monumentale contemporanea e sul paradosso che l’affligge: negare il monumento, per riaffermarlo. Fare il nonumento.Pubblicazioni consigliate
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