A partire dall’Indice degli pseudonimi del Catalogo storico della Salani, a cura di Ada Gigli Marchetti (2011), il saggio analizza quanto incida l’uso del nome fittizio nella produzione dell’editore fiorentino: in esso si contano 79 nomi, di cui 43 sono pseudonimi usati da donne. Una pratica, quella dell’uso dello pseudonimo, che è interessante percorrere soprattutto per quanto riguarda le scritture delle donne, anche se non si tratta di una scelta soltanto femminile, ma, al contrario, ampiamente utilizzata dagli autori di tutte le epoche. Tuttavia l’utilizzo di un nome fittizio assume un particolare significato soprattutto tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, quando le donne cominciano a conquistare uno spazio significativo nel panorama letterario ed editoriale. Un tema rilevante, tanto più se si osserva che, nonostante l’attenzione dei gender studies a definire gli ambiti attraverso cui si esprimono i percorsi culturali femminili, mancano ancora studi complessivi su quanto l’uso dell’anonimato o il ricorso allo pseudonimo abbia consentito alle donne di accedere più facilmente alle professioni della scrittura, a partire dalla collaborazione con i giornali, fino alla scrittura di romanzi e di libri per bambini.In questo elenco di autrici pubblicate da Salani sotto pseudonimo, emerge un’ampia schiera di autrici straniere, e in particolare, francesi e tedesche. In particolare l’editore fiorentino punta su tre autrici tedesche di best seller: Eugenie Marlitt (1825-1887), pseudonimo di Friedericke C. H. E. John; Wilhelmine Heimburg (1848-1912), pseudonimo di Bertha Behrens; e soprattutto Elisabeth Werner (1838-1918), pseudonimo di Elisabeth Bürstenbinder.

Autrici sotto pseudonimo, attraverso il Catalogo storico delle edizioni Salani / L. Braida. - In: STORIA IN LOMBARDIA. - ISSN 1828-2008. - 44:2(2023), pp. 52-59. [10.3280/SIL2023-002007]

Autrici sotto pseudonimo, attraverso il Catalogo storico delle edizioni Salani

L. Braida
2023

Abstract

A partire dall’Indice degli pseudonimi del Catalogo storico della Salani, a cura di Ada Gigli Marchetti (2011), il saggio analizza quanto incida l’uso del nome fittizio nella produzione dell’editore fiorentino: in esso si contano 79 nomi, di cui 43 sono pseudonimi usati da donne. Una pratica, quella dell’uso dello pseudonimo, che è interessante percorrere soprattutto per quanto riguarda le scritture delle donne, anche se non si tratta di una scelta soltanto femminile, ma, al contrario, ampiamente utilizzata dagli autori di tutte le epoche. Tuttavia l’utilizzo di un nome fittizio assume un particolare significato soprattutto tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, quando le donne cominciano a conquistare uno spazio significativo nel panorama letterario ed editoriale. Un tema rilevante, tanto più se si osserva che, nonostante l’attenzione dei gender studies a definire gli ambiti attraverso cui si esprimono i percorsi culturali femminili, mancano ancora studi complessivi su quanto l’uso dell’anonimato o il ricorso allo pseudonimo abbia consentito alle donne di accedere più facilmente alle professioni della scrittura, a partire dalla collaborazione con i giornali, fino alla scrittura di romanzi e di libri per bambini.In questo elenco di autrici pubblicate da Salani sotto pseudonimo, emerge un’ampia schiera di autrici straniere, e in particolare, francesi e tedesche. In particolare l’editore fiorentino punta su tre autrici tedesche di best seller: Eugenie Marlitt (1825-1887), pseudonimo di Friedericke C. H. E. John; Wilhelmine Heimburg (1848-1912), pseudonimo di Bertha Behrens; e soprattutto Elisabeth Werner (1838-1918), pseudonimo di Elisabeth Bürstenbinder.
Salani editore; editoria XIX e XX secolo; pseudonimato femminile; gender studies; Eugenie Marlitt; Wilhelmine Heimburg; Elisabeth Werner
Settore M-STO/08 - Archivistica, Bibliografia e Biblioteconomia
2023
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