In 2011, the National Theatre in London celebrated the 30th anniversary of the stage production of Oresteia (Agamemnon, Choefori and Eumenides) with a major exhibi-tion recounting the long process of creation of one of the most famous productions of English theatre of the last forty years; the adaptation and translation of Aeschy-lus’ Trilogy by the English poet and writer Tony Harrison, directed by Peter Hall (di-rector of the National Theatre from 1973 to 1988) and the sets and masks of Jocelyn Herbert. This exhibition, curated by Cathy Courtney, came seven years after the ma-jor exhibition dedicated to the British stage designer entitled Jocelyn Herbert at the National (2004).This essay recounts the long creative path that led to the definition not only of an original translation, but also of a particular stage set that included the use of masks for male actors only, created by Herbert, one of Britain’s most famous stage designers. The preparatory materials have been made available online in recent years, thanks to a digitisation project of the National Theatre in collaboration with Google Culture In-stitute. It is precisely to Herbert’s masks and the various proposals and treatments of the Greek mask in a contemporary key that a final critical contribution is dedicated, which compares them with those of mask-maker and scholar of classical Greek the-atre Ferdinando Falossi, as well as the digital video and photographic masks created respectively by Teatrino Giullare and Marzio Emilio Villa.Fig. 1. La locandina originale disegnata da Richard Bird, Michael Mayhew, 1981; fig. 2 The Oresteia, libretto di sala dello spettacolo.L’Oresteia tradotta da Tony Harrison con la regia di Peter Hall, la musica di Harrison Birtwistle e le scene e le maschere di Jocelyn Herbert, debuttò al National Theatre di Londra il 28 novembre 1981; ebbe un enorme successo, al punto che, pur concepito per lo spazio specifico del Teatro Olivier, fu portato in tournée nei teatri antichi della Grecia, in particolare a Epidauro nell’estate del 1982.A distanza di quarant’anni dall’Orestea londinese è possibile attingere ai materia-li preparatori di scena grazie al National Theatre che detiene dal 2014 l’Archivio di Jocelyn Herbert (JHA) e che ha affidato recentemente al Google Cultural Institute la digitalizzazione di parti di story board, disegni, fotografie, cartoline, lettere e testimo-nianze, nonché il loro deposito per una massima visibilità, nella piattaforma Google Arts and Culture; queste tracce grafiche sono andate a comporre alcune mostre onli-ne: The Role of Theatre Design (2018) dove sono inseriti la maggior parte dei mate-riali preparatori a cui facciamo riferimento per il presente saggio; ed inoltre, Greek Tragedy at the National Theatre e Playing with Scale. How designers use set models

Nel 2011 il National Theatre di Londra celebrava il trentesimo anniversario della pro-duzione dell’ Oresteia (Agamennon, Choefori e Eumenides) con una grande mostra che raccontava il lungo processo di creazione di uno degli allestimenti più famosi del teatro inglese degli ultimi quarant’anni; si tratta dell’adattamento e della traduzione della Tri-logia di Eschilo a opera del poeta e scrittore inglese Tony Harrison, con la regia di Peter Hall (direttore del Teatro Nazionale dal 1973 al 1988) e le scene e le maschere di Jocelyn Herbert. Questa mostra curata da Cathy Courtney, arrivava sette anni dopo la grande espo-sizione dedicata alla scenografa inglese intitolata Jocelyn Herbert at the National (2004).Il presente saggio racconta il lungo percorso creativo che ha portato alla definizione, ol-tre che di un’originale traduzione, anche di un particolare allestimento scenico che preve-deva l’uso di maschere per i soli attori uomini, create dalla Herbert, una delle più famose stage designer britanniche. I materiali preparatori sono stati messi a disposizione onlinenegli ultimi anni, grazie a un progetto di digitalizzazione del National Theatre in col-laborazione con Google Culture Institute. Proprio alle maschere della Herbert e alle diverse proposte e trattamenti della maschera greca in chiave contemporanea è dedicato un contributo critico finale che le affianca comparativamente sia a quelle del mascheraio e studioso di teatro greco classico Ferdinando Falossi, sia alle maschere video digita-li e fotografiche create rispettivamente da Teatrino Giullare e da Marzio Emilio Villa

Jocelyn Herbert e Tony Harrison: Parola, Scena e maschera nell’Orestea (1981) / A.M. Monteverdi. - In: ACME. - ISSN 2282-0035. - 75:2(2023 Oct 08), pp. 293-318. [10.54103/2282-0035/21310]

Jocelyn Herbert e Tony Harrison: Parola, Scena e maschera nell’Orestea (1981)

A.M. Monteverdi
2023

Abstract

In 2011, the National Theatre in London celebrated the 30th anniversary of the stage production of Oresteia (Agamemnon, Choefori and Eumenides) with a major exhibi-tion recounting the long process of creation of one of the most famous productions of English theatre of the last forty years; the adaptation and translation of Aeschy-lus’ Trilogy by the English poet and writer Tony Harrison, directed by Peter Hall (di-rector of the National Theatre from 1973 to 1988) and the sets and masks of Jocelyn Herbert. This exhibition, curated by Cathy Courtney, came seven years after the ma-jor exhibition dedicated to the British stage designer entitled Jocelyn Herbert at the National (2004).This essay recounts the long creative path that led to the definition not only of an original translation, but also of a particular stage set that included the use of masks for male actors only, created by Herbert, one of Britain’s most famous stage designers. The preparatory materials have been made available online in recent years, thanks to a digitisation project of the National Theatre in collaboration with Google Culture In-stitute. It is precisely to Herbert’s masks and the various proposals and treatments of the Greek mask in a contemporary key that a final critical contribution is dedicated, which compares them with those of mask-maker and scholar of classical Greek the-atre Ferdinando Falossi, as well as the digital video and photographic masks created respectively by Teatrino Giullare and Marzio Emilio Villa.Fig. 1. La locandina originale disegnata da Richard Bird, Michael Mayhew, 1981; fig. 2 The Oresteia, libretto di sala dello spettacolo.L’Oresteia tradotta da Tony Harrison con la regia di Peter Hall, la musica di Harrison Birtwistle e le scene e le maschere di Jocelyn Herbert, debuttò al National Theatre di Londra il 28 novembre 1981; ebbe un enorme successo, al punto che, pur concepito per lo spazio specifico del Teatro Olivier, fu portato in tournée nei teatri antichi della Grecia, in particolare a Epidauro nell’estate del 1982.A distanza di quarant’anni dall’Orestea londinese è possibile attingere ai materia-li preparatori di scena grazie al National Theatre che detiene dal 2014 l’Archivio di Jocelyn Herbert (JHA) e che ha affidato recentemente al Google Cultural Institute la digitalizzazione di parti di story board, disegni, fotografie, cartoline, lettere e testimo-nianze, nonché il loro deposito per una massima visibilità, nella piattaforma Google Arts and Culture; queste tracce grafiche sono andate a comporre alcune mostre onli-ne: The Role of Theatre Design (2018) dove sono inseriti la maggior parte dei mate-riali preparatori a cui facciamo riferimento per il presente saggio; ed inoltre, Greek Tragedy at the National Theatre e Playing with Scale. How designers use set models
Nel 2011 il National Theatre di Londra celebrava il trentesimo anniversario della pro-duzione dell’ Oresteia (Agamennon, Choefori e Eumenides) con una grande mostra che raccontava il lungo processo di creazione di uno degli allestimenti più famosi del teatro inglese degli ultimi quarant’anni; si tratta dell’adattamento e della traduzione della Tri-logia di Eschilo a opera del poeta e scrittore inglese Tony Harrison, con la regia di Peter Hall (direttore del Teatro Nazionale dal 1973 al 1988) e le scene e le maschere di Jocelyn Herbert. Questa mostra curata da Cathy Courtney, arrivava sette anni dopo la grande espo-sizione dedicata alla scenografa inglese intitolata Jocelyn Herbert at the National (2004).Il presente saggio racconta il lungo percorso creativo che ha portato alla definizione, ol-tre che di un’originale traduzione, anche di un particolare allestimento scenico che preve-deva l’uso di maschere per i soli attori uomini, create dalla Herbert, una delle più famose stage designer britanniche. I materiali preparatori sono stati messi a disposizione onlinenegli ultimi anni, grazie a un progetto di digitalizzazione del National Theatre in col-laborazione con Google Culture Institute. Proprio alle maschere della Herbert e alle diverse proposte e trattamenti della maschera greca in chiave contemporanea è dedicato un contributo critico finale che le affianca comparativamente sia a quelle del mascheraio e studioso di teatro greco classico Ferdinando Falossi, sia alle maschere video digita-li e fotografiche create rispettivamente da Teatrino Giullare e da Marzio Emilio Villa
Teatro inglese contemporaneo; Jocelyn Herbert; Tony Harrison; teatro greco contemopraneo; Scenografia; Maschewre greche; Marzio Villa; Teatrino Giullare;
Settore L-ART/05 - Discipline Dello Spettacolo
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate
8-ott-2023
ott-2023
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