The international success of My brilliant Friend shows that the apparently so typical and "local" space of Naples is perceived by readers as a space similar to many other places in the world. The semantic force of the image of Naples is a fundamental aspect of a narrative that knows how to combine the appeal of the plot with the construction of a dense network of symbols. Ferrante's statements allow us to see that the choice to represent Naples as an exemplary place for globalization is intentional. But this choice is effective and functional because in recent decades Naples has really been losing many of its peculiarities, transforming itself into a kind of exempla-ry laboratory of the new social dynamics, just because the survival of the archaic and pushes to a wild modernization coexist in it.

Il successo di L’amica geniale di Elena Ferrante è un fenomeno cui finalmente la critica comincia a concedere la dovuta attenzione. Fatta salva qualche asfittica polemicuccia locale, la tetralogia della misteriosa scrittrice napoletana ha ottenuto un vastissimo successo internazionale, dai numeri imponenti: traduzioni in 48 paesi, 7 milioni di copie vendute, di cui oltre 2 milioni ne-gli USA (dati 2018). La realizzazione della prima serie della fiction televisiva rende ancora più interessante e complessa la fenomenologia della ricezione di una saga letteraria diventata a sorpresa quasi un franchise. Con ogni probabilità, la chiave di volta di tanto appeal mette radici anzitutto nella ricchezza e complessità della rappresentazione dell’identità femminile, una rappresentazione nella quale Ferrante riesce a far convivere subalternità e protagonismo di genere, violenza subita e riaffermazione, affettività viscerale e irriducibile conflittualità, cogliendo dinamiche condivise un po’ in tutto il mondo. D’altro canto, la forza espansiva della storia di Lila e Lenù deve almeno una parte del suo fascino alla persistente intensità simbolica dell’immagine di Napoli: città paradossalmente tipica perché unica, conglomerato di contraddizioni storiche e antropologiche, dove il locale si fa spettacolarmente globale, e dove la sopravvivenza dell’arcaico e le spinte a una modernizzazione selvaggia si fanno emblema delle distorsioni mondiali dei processi di modernizzazione, del loro incarnarsi anche in forme di dominio ataviche e nelle violenze selvagge della malavita organizzata. Strategica, in questo senso, appare la scelta di concentrare la rappresentazione sulla periferia, escludendo i luoghi caratteristici di Napoli, in linea con il complessivo rifiuto de-gli stereotipi della napoletanità: una scelta che parrebbe avere qualche significativo elemento di convergenza con la realtà rappresentata da Gomorra.

Napoli planetaria: la periferia-mondo di Elena Ferrante, fra arcaismo e modernizzazione / G. Turchetta. - In: MEDIAZIONI. - ISSN 1974-4382. - 2020:28 (Special Issue)(2020 Nov), pp. 11-29.

Napoli planetaria: la periferia-mondo di Elena Ferrante, fra arcaismo e modernizzazione

G. Turchetta
2020

Abstract

The international success of My brilliant Friend shows that the apparently so typical and "local" space of Naples is perceived by readers as a space similar to many other places in the world. The semantic force of the image of Naples is a fundamental aspect of a narrative that knows how to combine the appeal of the plot with the construction of a dense network of symbols. Ferrante's statements allow us to see that the choice to represent Naples as an exemplary place for globalization is intentional. But this choice is effective and functional because in recent decades Naples has really been losing many of its peculiarities, transforming itself into a kind of exempla-ry laboratory of the new social dynamics, just because the survival of the archaic and pushes to a wild modernization coexist in it.
Il successo di L’amica geniale di Elena Ferrante è un fenomeno cui finalmente la critica comincia a concedere la dovuta attenzione. Fatta salva qualche asfittica polemicuccia locale, la tetralogia della misteriosa scrittrice napoletana ha ottenuto un vastissimo successo internazionale, dai numeri imponenti: traduzioni in 48 paesi, 7 milioni di copie vendute, di cui oltre 2 milioni ne-gli USA (dati 2018). La realizzazione della prima serie della fiction televisiva rende ancora più interessante e complessa la fenomenologia della ricezione di una saga letteraria diventata a sorpresa quasi un franchise. Con ogni probabilità, la chiave di volta di tanto appeal mette radici anzitutto nella ricchezza e complessità della rappresentazione dell’identità femminile, una rappresentazione nella quale Ferrante riesce a far convivere subalternità e protagonismo di genere, violenza subita e riaffermazione, affettività viscerale e irriducibile conflittualità, cogliendo dinamiche condivise un po’ in tutto il mondo. D’altro canto, la forza espansiva della storia di Lila e Lenù deve almeno una parte del suo fascino alla persistente intensità simbolica dell’immagine di Napoli: città paradossalmente tipica perché unica, conglomerato di contraddizioni storiche e antropologiche, dove il locale si fa spettacolarmente globale, e dove la sopravvivenza dell’arcaico e le spinte a una modernizzazione selvaggia si fanno emblema delle distorsioni mondiali dei processi di modernizzazione, del loro incarnarsi anche in forme di dominio ataviche e nelle violenze selvagge della malavita organizzata. Strategica, in questo senso, appare la scelta di concentrare la rappresentazione sulla periferia, escludendo i luoghi caratteristici di Napoli, in linea con il complessivo rifiuto de-gli stereotipi della napoletanità: una scelta che parrebbe avere qualche significativo elemento di convergenza con la realtà rappresentata da Gomorra.
Elena Ferrante; Napoli; globalizzazione; struttura narrativa; L'amica geniale; L'amore molesto; dialetto napoletano
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate
nov-2020
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