Introduzione: La mucosite orale (0M) rappresenta uno degli effetti avversi più comuni della chemioterapia e della radioterapia nei pazienti con neoplasie del distretto testa-collo (HNC). La fotobiomodulazione (PBM) potrebbe rappresentare un trattamento non invasivo per la prevenzione e la gestione dell'OM. Infatti, molti studi ne hanno dimostrato Ia sua efficacia, tuttavia, i suoi effetti risultano ancora oggetto di dibattito nonostante la crescente letteratura degli ultimi anni. Lo scopo di questa revisione è quello di evidenziare lo stato dell'arte riguardo gli effetti della PBM sull'0M. Materiali e Metodi: La ricerca è stata condotta attraverso i database PubMed (MEDLINE) e Scopus utilizzando i seguenti termini MeSH: "chemoradiotherapy", "head and neck cancer", "low-level Laser therapy", "oral mucositis" e "photobiomodulation". Sono stati presi in considerazione gli articoli pubblicati negli anni dal 1997 al 2022 e l'ultima ricerca è stata effettuata iI 25 agosto 2022. La ricerca primaria ha identificato 96 articoli e, a seguito dell'applicazione dei criteri di inclusione ed esclusione, 16 articoli sono stati inclusi e analizzati nella presente revisione. Risultati: 14 trial clinici controllati hanno evidenziato che la PBM eseguita con lunghezze d'onda comprese tra 630-670 nm e 780-830 nm e applicata con dosi di 1-6 I ha ridotto la prevalenza, la gravità, Ia durata e il dolore associato a 0M in pazienti con HNC. Inoltre, le linee guida della Multinational Association of Supportive Care in Cancer e dell'International Society for Oral Oncology hanno suggerito I’efficacia della PBM nella prevenzione dell'OM nei pazienti con HNC. Lo studio di Oton-Leite ha evidenziato come Ia PBM riduca la gravità dell'OM, determinando una diminuzione significativa delle concentrazioni salivari di EGF, VEGF, IL-6 e FGF. Inoltre, è stata osservata una riduzione dei livelli di ILl 19 TNF-ts IL-10, TGF-§ MMp2lTIMp2, MMpg/TIMp2. Lo studio di Bensadoun, inoltre, ha suggerito il seguente protocollo operativo per la gestione dell'OM: Lunghezza d'onda compresa tra 633-685 nm o 780-830 nm, una potenza compresa tra 10 e 150 mW, una densità di energia di 2-3 l/cm2 e, infine, una frequenza di 2-3 volte alla settimana fino a una frequenza giornaliera eseguita su singoli punti della lesione. Infine, gli studi indicano che la PBM può essere applicata per via intra- o extraorale, con un conseguente effetto sulle strutture a rischio di OM per via transcutanea, migliorando così la facilità di somministrazione e l'efficacia del trattamento. L’insufficiente numero di trial clinici controllati randomizzati, in doppio o triplo cieco, determina un forte rischio di bias nell'interpretazione dei risultati ottenuti dagli studi ad oggi presenti in letteratura. Conclusioni: E possibile che la PBM riduca la gravità e il dolore associato a OM, tuttavia, sono necessari studi clinici controllati randomizzati di maggiori dimensioni per comprenderne l’effetto reale.
Possibili benefici della fotobiomodulazione nella mucosite orale: revisione della letteratura / M. Pellegrini, F. Pulicari, M. Bosotti, U. Garagiola, F. Spadari. - In: DOCTOR. OS. - ISSN 1120-7140. - 33:8(2022 Oct), pp. 4-5. (Intervento presentato al 10. convegno Congresso Nazionale SILO : 7-8 Ottobre tenutosi a Riccione nel 2022).
Possibili benefici della fotobiomodulazione nella mucosite orale: revisione della letteratura
M. PellegriniPrimo
;U. GaragiolaPenultimo
;F. SpadariUltimo
2022
Abstract
Introduzione: La mucosite orale (0M) rappresenta uno degli effetti avversi più comuni della chemioterapia e della radioterapia nei pazienti con neoplasie del distretto testa-collo (HNC). La fotobiomodulazione (PBM) potrebbe rappresentare un trattamento non invasivo per la prevenzione e la gestione dell'OM. Infatti, molti studi ne hanno dimostrato Ia sua efficacia, tuttavia, i suoi effetti risultano ancora oggetto di dibattito nonostante la crescente letteratura degli ultimi anni. Lo scopo di questa revisione è quello di evidenziare lo stato dell'arte riguardo gli effetti della PBM sull'0M. Materiali e Metodi: La ricerca è stata condotta attraverso i database PubMed (MEDLINE) e Scopus utilizzando i seguenti termini MeSH: "chemoradiotherapy", "head and neck cancer", "low-level Laser therapy", "oral mucositis" e "photobiomodulation". Sono stati presi in considerazione gli articoli pubblicati negli anni dal 1997 al 2022 e l'ultima ricerca è stata effettuata iI 25 agosto 2022. La ricerca primaria ha identificato 96 articoli e, a seguito dell'applicazione dei criteri di inclusione ed esclusione, 16 articoli sono stati inclusi e analizzati nella presente revisione. Risultati: 14 trial clinici controllati hanno evidenziato che la PBM eseguita con lunghezze d'onda comprese tra 630-670 nm e 780-830 nm e applicata con dosi di 1-6 I ha ridotto la prevalenza, la gravità, Ia durata e il dolore associato a 0M in pazienti con HNC. Inoltre, le linee guida della Multinational Association of Supportive Care in Cancer e dell'International Society for Oral Oncology hanno suggerito I’efficacia della PBM nella prevenzione dell'OM nei pazienti con HNC. Lo studio di Oton-Leite ha evidenziato come Ia PBM riduca la gravità dell'OM, determinando una diminuzione significativa delle concentrazioni salivari di EGF, VEGF, IL-6 e FGF. Inoltre, è stata osservata una riduzione dei livelli di ILl 19 TNF-ts IL-10, TGF-§ MMp2lTIMp2, MMpg/TIMp2. Lo studio di Bensadoun, inoltre, ha suggerito il seguente protocollo operativo per la gestione dell'OM: Lunghezza d'onda compresa tra 633-685 nm o 780-830 nm, una potenza compresa tra 10 e 150 mW, una densità di energia di 2-3 l/cm2 e, infine, una frequenza di 2-3 volte alla settimana fino a una frequenza giornaliera eseguita su singoli punti della lesione. Infine, gli studi indicano che la PBM può essere applicata per via intra- o extraorale, con un conseguente effetto sulle strutture a rischio di OM per via transcutanea, migliorando così la facilità di somministrazione e l'efficacia del trattamento. L’insufficiente numero di trial clinici controllati randomizzati, in doppio o triplo cieco, determina un forte rischio di bias nell'interpretazione dei risultati ottenuti dagli studi ad oggi presenti in letteratura. Conclusioni: E possibile che la PBM riduca la gravità e il dolore associato a OM, tuttavia, sono necessari studi clinici controllati randomizzati di maggiori dimensioni per comprenderne l’effetto reale.File | Dimensione | Formato | |
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