Nudging migrants’ inclusion: a reflection on the mandatory nature of the integration process in Italy

This paper analyzes and criticizes the current assimilationist and exclusivist approach to migrants’ integration, which characterizes the Italian legal system as well as that of many European countries. Specifically, using as a litmus test of this approach the Integration Agreement regulated by art. 4-bis TUI, the study reflects on the limits (practical and legal) of a system that conceives integration as an obligation whose fulfillment is to be guaranteed through the threat of negative consequences, such as repatriation or rights’ denial. A different model is therefore proposed, in which integration is the result of the voluntary efforts of the migrants, adequately supported and stimulated by public authorities through the provision of ad hoc services and incentives. The research ends, then, with a broader reflection on the economic feasibility of the proposed model, aiming at supporting a change of perspective with respect to the widespread beliefs that portray the migration phenomenon only as an added problem for the host societies and not as a source of possible solutions.

Il presente paper analizza e critica l'attuale approccio assimilazionista ed esclusivista all’integrazione degli stranieri, che caratterizza l’ordinamento giuridico italiano, così come quello di numerosi paesi europei. Nello specifico, usando come cartina tornasole di questo approccio l’accordo di integrazione previsto dall'art. 4-bis TUI, lo studio riflette sui limiti (pratici e giuridici) di un sistema che concepisce l’integrazione come un obbligo giuridico il cui soddisfacimento sia da garantire attraverso la minaccia di “sanzioni” espulsive e preclusive l’accesso a diritti e servizi pubblici. Si propone, in risposta, la rappresentazione di un differente modello, dove l’integrazione è sempre frutto di un indispensabile sforzo del migrante, ma uno sforzo volontario e adeguatamente supportato e stimolato dalle pubbliche autorità, tramite la previsione di servizi ed incentivi ad hoc. La ricerca si conclude, quindi, con una più ampia riflessione sulla fattibilità economica del modello suggerito, in un’ottica di cambiamento di prospettiva rispetto alle diffuse convinzioni che dipingono il fenomeno migratorio esclusivamente come problema aggiunto per le società di accoglienza e non come fonte di possibili soluzioni.