A seguito della condizione di isolamento forzato causata dalla pandemia da Covid-19, una riconsiderazione degli spazi, in particolare di quelli chiusi, nel loro valore più profondo è divenuta indispensabile. Il presente articolo mira a illustrare un’accezione antitetica del concetto di spazio chiuso o aperto, avvalendosi dell’esperienza di Kusama Yayoi (n. 1929). Nella vita e nell’opera della celeberrima artista contemporanea giapponese, infatti, gli spazi costituiscono un ossimoro, divenendo sconfinati laddove strutturalmente limitati e viceversa. Per chiarire la peculiare percezione spaziale di Kusama, in primo luogo si presentano tre esempi biografici, collocati rispettivamente nel periodo giovanile, in quello di inizio carriera e in quello più maturo, che è tuttora in corso. Anche grazie ad alcune citazioni dirette dell’artista, si analizza come, in particolare in tali tre momenti, Kusama abbia spesso vissuto luoghi e contesti permeabili in termini oggettivi come limitati, e li abbia dunque rifuggiti, trovando paradossalmente la propria libertà in spazi chiusi. In secondo luogo, si descrivono alcune sue opere emblematiche, le Infinity Nets e le Infinity Mirrored Rooms, in cui il suddetto contrasto diviene protagonista. Si tratta di creazioni realizzate nei confini di tele pittoriche e di stanze, ma dedicate alla rappresentazione dello spazio aperto per eccellenza: l’infinito. Come si evince dagli esempi riportati, il vissuto e il creato di Kusama permettono di ridefinire gli spazi, in particolare quelli chiusi, e di tracciare così una rotta originale e significativa nella loro articolata mappa.
Chiusi o aperti? : Riconsiderare gli spazi secondo l’accezione ossimorica dell’esperienza di Kusama Yayoi / S. Rossatelli (DI/SEGNI). - In: Voci oltre la soglia : Cartografie degli spazi chiusi tra memoria, letterature e culture / [a cura di] N. Brazzelli, S. Cattaneo. - Milano : Ledizioni, 2023 Jun. - ISBN 9788855269629. - pp. 155-171
Chiusi o aperti? : Riconsiderare gli spazi secondo l’accezione ossimorica dell’esperienza di Kusama Yayoi
S. Rossatelli
2023
Abstract
A seguito della condizione di isolamento forzato causata dalla pandemia da Covid-19, una riconsiderazione degli spazi, in particolare di quelli chiusi, nel loro valore più profondo è divenuta indispensabile. Il presente articolo mira a illustrare un’accezione antitetica del concetto di spazio chiuso o aperto, avvalendosi dell’esperienza di Kusama Yayoi (n. 1929). Nella vita e nell’opera della celeberrima artista contemporanea giapponese, infatti, gli spazi costituiscono un ossimoro, divenendo sconfinati laddove strutturalmente limitati e viceversa. Per chiarire la peculiare percezione spaziale di Kusama, in primo luogo si presentano tre esempi biografici, collocati rispettivamente nel periodo giovanile, in quello di inizio carriera e in quello più maturo, che è tuttora in corso. Anche grazie ad alcune citazioni dirette dell’artista, si analizza come, in particolare in tali tre momenti, Kusama abbia spesso vissuto luoghi e contesti permeabili in termini oggettivi come limitati, e li abbia dunque rifuggiti, trovando paradossalmente la propria libertà in spazi chiusi. In secondo luogo, si descrivono alcune sue opere emblematiche, le Infinity Nets e le Infinity Mirrored Rooms, in cui il suddetto contrasto diviene protagonista. Si tratta di creazioni realizzate nei confini di tele pittoriche e di stanze, ma dedicate alla rappresentazione dello spazio aperto per eccellenza: l’infinito. Come si evince dagli esempi riportati, il vissuto e il creato di Kusama permettono di ridefinire gli spazi, in particolare quelli chiusi, e di tracciare così una rotta originale e significativa nella loro articolata mappa.File | Dimensione | Formato | |
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