A partire dal 2006 la regolamentazione della conservazione dei dati di traffico e ubicazione derivanti da telecomunicazioni è stata oggetto di numerosi e complessi interventi dei giudici di Lussemburgo. Nelle sue storiche pronunce e nelle sue più re- centi pronunce, la CGUE ha stabilito l’incompatibilità con il diritto dell’UE di forme di conservazione generalizzata ed indiscriminata per scopi di sicurezza pubblica, la- sciando una possibilità di impiego di tale invasivo strumento solo in casi eccezionali di minacce concrete e reali alla sicurezza nazionale, prevedendo al contempo restrittive condizioni di accesso ai dati stessi. I dubbi interpretativi legati a tali posizioni, unita- mente alle forti tensioni venutesi a creare negli Stati membri – restii a rinunciare o li- mitare la possibilità di accedere ad un’enorme mole di dati utili per prevenire e repri- mere crimini gravi –, hanno dato vita ad un vivace dibattito non solo in seno a legisla- tori e corti nazionali bensì anche dinnanzi alle Istituzioni europee. Mediante l’analisi della sentenza H.K. c. Prokuratuur, il presente contributo intende riflettere sui possibili sviluppi della disciplina della data retention e del connesso accesso ai metadati, osser- vando il bilanciamento tra esigenze securitarie e tutela dei diritti fondamentali – in particolare quelli alla vita privata e alla protezione dei dati – nell’articolato intreccio tra livelli e nel dialogo tra attori nazionali e sovranazionali coinvolti.
La sentenza H.K. c. Prokuratuur e il difficile dialogo tra CGUE e Stati membri in materia di conservazione e accesso ai metadati per finalità securitarie: spunti di riflessione su una questione vecchia ma ancora irrisolta / G. Formici. - In: QUADERNI DI SIDIBLOG. - ISSN 2465-0927. - 8(2021), pp. 231-256.
La sentenza H.K. c. Prokuratuur e il difficile dialogo tra CGUE e Stati membri in materia di conservazione e accesso ai metadati per finalità securitarie: spunti di riflessione su una questione vecchia ma ancora irrisolta
G. Formici
2021
Abstract
A partire dal 2006 la regolamentazione della conservazione dei dati di traffico e ubicazione derivanti da telecomunicazioni è stata oggetto di numerosi e complessi interventi dei giudici di Lussemburgo. Nelle sue storiche pronunce e nelle sue più re- centi pronunce, la CGUE ha stabilito l’incompatibilità con il diritto dell’UE di forme di conservazione generalizzata ed indiscriminata per scopi di sicurezza pubblica, la- sciando una possibilità di impiego di tale invasivo strumento solo in casi eccezionali di minacce concrete e reali alla sicurezza nazionale, prevedendo al contempo restrittive condizioni di accesso ai dati stessi. I dubbi interpretativi legati a tali posizioni, unita- mente alle forti tensioni venutesi a creare negli Stati membri – restii a rinunciare o li- mitare la possibilità di accedere ad un’enorme mole di dati utili per prevenire e repri- mere crimini gravi –, hanno dato vita ad un vivace dibattito non solo in seno a legisla- tori e corti nazionali bensì anche dinnanzi alle Istituzioni europee. Mediante l’analisi della sentenza H.K. c. Prokuratuur, il presente contributo intende riflettere sui possibili sviluppi della disciplina della data retention e del connesso accesso ai metadati, osser- vando il bilanciamento tra esigenze securitarie e tutela dei diritti fondamentali – in particolare quelli alla vita privata e alla protezione dei dati – nell’articolato intreccio tra livelli e nel dialogo tra attori nazionali e sovranazionali coinvolti.File | Dimensione | Formato | |
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