Gli Orti botanici sono veri e propri musei viventi, a cielo aperto. Hanno lo scopo di sviluppare iniziative volte alla valorizzazione delle co-noscenze del patrimonio culturale vegetale, con particolare attenzione alla conservazione delle piante. Sono poli di ricerca e didattica e rappresentano per l’ambito territoriale in cui sono immersi oasi verdi di alto valore ricreativo, oltre a punti di riferimento importanti grazie alle diverse attività educative e sociali. Nel corso del tempo la loro funzione ha subito trasformazioni successive in base alle esigenze dei diversi periodi storici. In Italia, i primi Orti botanici accademici furono fondati a metà del Cinquecento (Pisa nel 1544, Padova e Firenze nel 1545) per arricchire e rendere pratica la didattica relativa alle discipline che affrontavano, più o meno direttamente, lo studio del mondo vegetale (Botanica, Medicina, Farmacia). Erano questi gli “Orti dei Semplici”, giardini dedicati alla coltivazione di specie officinali, all’interno dei quali si avviarono, tra l’altro, le prime attività di ricerca e di diffusione delle conoscenze botaniche. Dopo la scoperta dell’America, per accogliere le piante provenienti dal Nuovo Mondo, questi luoghi divennero giardini di acclimatazione. A partire dalle grandi rivoluzioni industriali di metà Ottocento, il pianeta ha iniziato a subire processi d’inquinamento irreversibili che hanno ge-nerato l’attuale situazione di allarme ambientale e la vertiginosa ridu-zione di molti ecosistemi naturali. Per tali ragioni è stato necessario ridefinire le funzioni degli Orti botanici in relazione alla pressante necessità di conservare la biodiversità del pianeta. Attualmente, secondo la definizione del BGCI (Botanic Gardens Conservation International), un Orto botanico è “un’istituzione aperta al pubblico che conserva una collezione di piante vive per promuovere: conservazione della biodiversità vegetale, ricerca, attività divulgative e attività didattiche”. L’importante missione di salvaguardia della flora è realizzata attraverso l’elaborazione e la sperimentazione di tecniche efficaci di conservazione ex situ di piante vive e di semi, e in situ attraverso lo studio della ve-getazione, interventi di restauro e di ripopolamento. L’attività di ricerca scientifica è per lo più legata allo studio della biologia, della fisiologia e della genetica di specie vegetali sottoposte a tutela al fine di garantirne la conservazione. Le collezioni sono utilizzate anche per attività didattico-divulgative rivolte a vari tipi di pubblici e, in particolare, alle scolaresche, in modo da promuovere una partecipazione consapevole ed emotiva in merito all’importanza del mondo vegetale. L’Orto Botanico G.E. Ghirardi di Toscolano Maderno (BS), riconosciuto Raccolta museale da Regione Lombardia, nasce nel 1964 come Sta-zione botanica sperimentale della casa farmaceutica milanese SIMES (Società Italiana Medicinali e Sintetici), per volere del suo proprietario, Giordano Emilio Ghirardi, allo scopo di coltivare specie officinali, di difficile reperimento, principalmente a principi attivi cardioattivi e antitumorali. Alla scomparsa del fondatore, nel 1991, l’Orto è stato donato all’Università degli Studi di Milano. Diretto dal 2003 dalla Prof. Gelsomina Fico, oggi l’Orto afferisce al Dipartimento di Scienze Farmaceutiche ed è partner della Rete degli Orti Botanici della Lombardia. L’area entro cui ricade l’Orto si configura come antico oliveto. La ricerca storico-documentale ha consentito di attestare l’afferenza di tale area alla proprietà storica Visintini/Religione, azienda agricola ante litteram, gestita a partire dal XIII secolo da una comunità di monaci domenicani. La presenza di olivo è documentata a partire dal XIV secolo, sulla base di contratti di affitto concessi dalla comunità monastica. Seguono indicazioni catastali risalenti al XIX secolo che confermano la destinazione dell’area a “aratorio olivato” e, quindi, la persistenza dell’olivo. Con un salto di un secolo, giungendo al 1944, una foto aerea scattata durante perlustrazioni della Seconda Guerra Mondiale, consente una valutazione circa la potenziale persistenza di singole alberature. L’organizzazione dell’Orto si estende su una superficie pari a 1 ettaro, è praticamente invariata dall’epoca del suo impianto. L’Orto, dedicato interamente a specie officinali, si configura anche quale risorsa ambientale per l’Ateneo, soprattutto in virtù della sua unicità sul territorio italiano, in quanto nasce con un intento del tutto peculiare, assimilabile agli antichi “Orti dei Semplici”. Tuttavia, mentre questi ultimi prendono origine dal punto di vista storico culturale, dalla coltivazione di piante spontanee del territorio in cui erano inseriti, l’Orto G.E. Ghirardi accoglie al suo interno un’ampia varietà di specie officinali di diversa provenienza. Basti citare Camptotheca acuminata Decne, specie di origine cinese i cui principi attivi possiedono proprietà antitumorali e sono risultati efficaci nel trattamento del cancro ovarico e colon-rettale, introdotta per la prima in Italia presso l’Orto G.E. Ghirardi e pertanto selezionata quale specie simbolo dell’Orto. Le attività svolte si innestano sulle mission relative a conservazione, ricerca, didattica e divulgazione. Per quanto riguarda le azioni di conservazione, si fa riferimento alla collezione di circa 400 specie officinali di diversa provenienza, con particolare riguardo alla loro rilevanza in ambito terapeutico. L’Orto ospita anche una collezione di 63 esemplari di olivo, oggi caratterizzati e tutelati nell’ambito del progetto Toscolea. Le tematiche di ricerca spaziano dalla caratterizzazione morfologica, fitochimica e genetica di specie officinali, alla interazione pianta/am-biente nelle sue componenti biotiche e abiotiche, fino all’etnobotanica. Le azioni di ricerca sono sempre declinate in proposte di divulgazione scientifica in un contesto di Open Science e Citizen Science, nell’ottica di una politica culturale volta ad includere segmenti di pubblico molto diversificati, con l’obiettivo di far vivere l’Orto come elemento attrattivo del tessuto culturale locale e di inclusione sociale: cornice verde per laboratori, visite guidate, percorsi di ortoterapia, mostre, workshop, dibattiti e conversazioni, corsi di uso creativo dei materiali, assaggi e degustazioni. Tale realtà ha inoltre assunto una notevole importanza per la didattica a tutti i livelli di scolarità. Iniziative specifiche sono realizzate annualmente in occasione di eventi internazionali come il Fascination of Plants Day o la Giornata Internazionale dei Musei ICOM (maggio) o nazionali come la Giornata Nazionale del Profumo (marzo) o la Festa del Solstizio d’Estate negli Orti Botanici della Lombardia (giugno). In sostanza, L’Orto G.E. Ghirardi rappresenta un presidio di pubblica utilità in grado di produrre esiti positivi sia sul piano dello sviluppo educativo e scientifico, sia su quello della valorizzazione turistica ed economica del territorio in cui è immerso.

Orto Botanico G.E. Ghirardi: l’oliveto che non ti aspetti / G. Fico, M. Bottoni, F. Milani, D. Boni, C. Giuliani. ((Intervento presentato al 3. convegno Olea europaea - Terza giornata di studio sulle piante officinali : 3 marzo tenutosi a Milano nel 2023.

Orto Botanico G.E. Ghirardi: l’oliveto che non ti aspetti

G. Fico
Primo
;
M. Bottoni
Secondo
;
F. Milani;C. Giuliani
Ultimo
2023

Abstract

Gli Orti botanici sono veri e propri musei viventi, a cielo aperto. Hanno lo scopo di sviluppare iniziative volte alla valorizzazione delle co-noscenze del patrimonio culturale vegetale, con particolare attenzione alla conservazione delle piante. Sono poli di ricerca e didattica e rappresentano per l’ambito territoriale in cui sono immersi oasi verdi di alto valore ricreativo, oltre a punti di riferimento importanti grazie alle diverse attività educative e sociali. Nel corso del tempo la loro funzione ha subito trasformazioni successive in base alle esigenze dei diversi periodi storici. In Italia, i primi Orti botanici accademici furono fondati a metà del Cinquecento (Pisa nel 1544, Padova e Firenze nel 1545) per arricchire e rendere pratica la didattica relativa alle discipline che affrontavano, più o meno direttamente, lo studio del mondo vegetale (Botanica, Medicina, Farmacia). Erano questi gli “Orti dei Semplici”, giardini dedicati alla coltivazione di specie officinali, all’interno dei quali si avviarono, tra l’altro, le prime attività di ricerca e di diffusione delle conoscenze botaniche. Dopo la scoperta dell’America, per accogliere le piante provenienti dal Nuovo Mondo, questi luoghi divennero giardini di acclimatazione. A partire dalle grandi rivoluzioni industriali di metà Ottocento, il pianeta ha iniziato a subire processi d’inquinamento irreversibili che hanno ge-nerato l’attuale situazione di allarme ambientale e la vertiginosa ridu-zione di molti ecosistemi naturali. Per tali ragioni è stato necessario ridefinire le funzioni degli Orti botanici in relazione alla pressante necessità di conservare la biodiversità del pianeta. Attualmente, secondo la definizione del BGCI (Botanic Gardens Conservation International), un Orto botanico è “un’istituzione aperta al pubblico che conserva una collezione di piante vive per promuovere: conservazione della biodiversità vegetale, ricerca, attività divulgative e attività didattiche”. L’importante missione di salvaguardia della flora è realizzata attraverso l’elaborazione e la sperimentazione di tecniche efficaci di conservazione ex situ di piante vive e di semi, e in situ attraverso lo studio della ve-getazione, interventi di restauro e di ripopolamento. L’attività di ricerca scientifica è per lo più legata allo studio della biologia, della fisiologia e della genetica di specie vegetali sottoposte a tutela al fine di garantirne la conservazione. Le collezioni sono utilizzate anche per attività didattico-divulgative rivolte a vari tipi di pubblici e, in particolare, alle scolaresche, in modo da promuovere una partecipazione consapevole ed emotiva in merito all’importanza del mondo vegetale. L’Orto Botanico G.E. Ghirardi di Toscolano Maderno (BS), riconosciuto Raccolta museale da Regione Lombardia, nasce nel 1964 come Sta-zione botanica sperimentale della casa farmaceutica milanese SIMES (Società Italiana Medicinali e Sintetici), per volere del suo proprietario, Giordano Emilio Ghirardi, allo scopo di coltivare specie officinali, di difficile reperimento, principalmente a principi attivi cardioattivi e antitumorali. Alla scomparsa del fondatore, nel 1991, l’Orto è stato donato all’Università degli Studi di Milano. Diretto dal 2003 dalla Prof. Gelsomina Fico, oggi l’Orto afferisce al Dipartimento di Scienze Farmaceutiche ed è partner della Rete degli Orti Botanici della Lombardia. L’area entro cui ricade l’Orto si configura come antico oliveto. La ricerca storico-documentale ha consentito di attestare l’afferenza di tale area alla proprietà storica Visintini/Religione, azienda agricola ante litteram, gestita a partire dal XIII secolo da una comunità di monaci domenicani. La presenza di olivo è documentata a partire dal XIV secolo, sulla base di contratti di affitto concessi dalla comunità monastica. Seguono indicazioni catastali risalenti al XIX secolo che confermano la destinazione dell’area a “aratorio olivato” e, quindi, la persistenza dell’olivo. Con un salto di un secolo, giungendo al 1944, una foto aerea scattata durante perlustrazioni della Seconda Guerra Mondiale, consente una valutazione circa la potenziale persistenza di singole alberature. L’organizzazione dell’Orto si estende su una superficie pari a 1 ettaro, è praticamente invariata dall’epoca del suo impianto. L’Orto, dedicato interamente a specie officinali, si configura anche quale risorsa ambientale per l’Ateneo, soprattutto in virtù della sua unicità sul territorio italiano, in quanto nasce con un intento del tutto peculiare, assimilabile agli antichi “Orti dei Semplici”. Tuttavia, mentre questi ultimi prendono origine dal punto di vista storico culturale, dalla coltivazione di piante spontanee del territorio in cui erano inseriti, l’Orto G.E. Ghirardi accoglie al suo interno un’ampia varietà di specie officinali di diversa provenienza. Basti citare Camptotheca acuminata Decne, specie di origine cinese i cui principi attivi possiedono proprietà antitumorali e sono risultati efficaci nel trattamento del cancro ovarico e colon-rettale, introdotta per la prima in Italia presso l’Orto G.E. Ghirardi e pertanto selezionata quale specie simbolo dell’Orto. Le attività svolte si innestano sulle mission relative a conservazione, ricerca, didattica e divulgazione. Per quanto riguarda le azioni di conservazione, si fa riferimento alla collezione di circa 400 specie officinali di diversa provenienza, con particolare riguardo alla loro rilevanza in ambito terapeutico. L’Orto ospita anche una collezione di 63 esemplari di olivo, oggi caratterizzati e tutelati nell’ambito del progetto Toscolea. Le tematiche di ricerca spaziano dalla caratterizzazione morfologica, fitochimica e genetica di specie officinali, alla interazione pianta/am-biente nelle sue componenti biotiche e abiotiche, fino all’etnobotanica. Le azioni di ricerca sono sempre declinate in proposte di divulgazione scientifica in un contesto di Open Science e Citizen Science, nell’ottica di una politica culturale volta ad includere segmenti di pubblico molto diversificati, con l’obiettivo di far vivere l’Orto come elemento attrattivo del tessuto culturale locale e di inclusione sociale: cornice verde per laboratori, visite guidate, percorsi di ortoterapia, mostre, workshop, dibattiti e conversazioni, corsi di uso creativo dei materiali, assaggi e degustazioni. Tale realtà ha inoltre assunto una notevole importanza per la didattica a tutti i livelli di scolarità. Iniziative specifiche sono realizzate annualmente in occasione di eventi internazionali come il Fascination of Plants Day o la Giornata Internazionale dei Musei ICOM (maggio) o nazionali come la Giornata Nazionale del Profumo (marzo) o la Festa del Solstizio d’Estate negli Orti Botanici della Lombardia (giugno). In sostanza, L’Orto G.E. Ghirardi rappresenta un presidio di pubblica utilità in grado di produrre esiti positivi sia sul piano dello sviluppo educativo e scientifico, sia su quello della valorizzazione turistica ed economica del territorio in cui è immerso.
3-mar-2023
Settore BIO/15 - Biologia Farmaceutica
Università degli studi di Milano
Università degli Studi di Milano Dipartimento di Scienze Farmaceutiche (DISFARM)
Orto Botanico G.E. Ghirardi: l’oliveto che non ti aspetti / G. Fico, M. Bottoni, F. Milani, D. Boni, C. Giuliani. ((Intervento presentato al 3. convegno Olea europaea - Terza giornata di studio sulle piante officinali : 3 marzo tenutosi a Milano nel 2023.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/961678
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