La Suonata a 4 al Santo Sepolcro RV 130 e la Sinfonia al Santo Sepolcro RV 169, due composizioni gemelle risalenti con ogni probabilità agli anni Trenta del Settecento, occupano un posto singolare nella produzione strumentale di Antonio Vivaldi. L’indicazione del titolo «al Santo Sepolcro» non lascia dubbi sul fatto che le due partiture siano connesse con la Passione di Cristo e che dunque siano state composte per la settimana di Pasqua; restano tuttavia problematiche da individuare l’occasione e la destinazione e per cui esse sono state scritte. Se da una parte appare chiaro il riferimento delle due composizioni al modello formale e stilistico rappresentato dalla sinfonia introduttiva del «sepolcro», il particolare tipo di oratorio coltivato dagli anni Sessanta del Seicento nella cappella imperiale di Vienna, dall’altra rimangono aperte le ipotesi di un adattamento di questo modello compositivo in funzione di un contesto diverso da quello viennese – o comunque centroeuropeo – e segnatamente di alcune possibili destinazioni in ambito veneziano.
Vivaldi e il Santo Sepolcro: nuove riflessioni e ipotesi / C. Fertonani. - In: ACME. - ISSN 2282-0035. - 75:1(2023 Mar 16), pp. 103-116. [10.54103/2282-0035/19885]
Vivaldi e il Santo Sepolcro: nuove riflessioni e ipotesi
C. Fertonani
2023
Abstract
La Suonata a 4 al Santo Sepolcro RV 130 e la Sinfonia al Santo Sepolcro RV 169, due composizioni gemelle risalenti con ogni probabilità agli anni Trenta del Settecento, occupano un posto singolare nella produzione strumentale di Antonio Vivaldi. L’indicazione del titolo «al Santo Sepolcro» non lascia dubbi sul fatto che le due partiture siano connesse con la Passione di Cristo e che dunque siano state composte per la settimana di Pasqua; restano tuttavia problematiche da individuare l’occasione e la destinazione e per cui esse sono state scritte. Se da una parte appare chiaro il riferimento delle due composizioni al modello formale e stilistico rappresentato dalla sinfonia introduttiva del «sepolcro», il particolare tipo di oratorio coltivato dagli anni Sessanta del Seicento nella cappella imperiale di Vienna, dall’altra rimangono aperte le ipotesi di un adattamento di questo modello compositivo in funzione di un contesto diverso da quello viennese – o comunque centroeuropeo – e segnatamente di alcune possibili destinazioni in ambito veneziano.File | Dimensione | Formato | |
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