Hydro-geological and climatic emergencies highlight the crisis of the environmental system by marking reactions so deferred in time that the man in the street cannot perceive their social convenience. Starting from an ecological interpretation of history, the paper addresses the problem of redefi ning ethical content of environmental conservation and development strategies following each other in response to emergencies, suggesting a reflection on which utopian visions and real territories are those where the preconditions of environmental balance could still be re-established. If spatial policies aff ect the environment and the quality of life, as well as land use conditions are crucial in reducing or accentuating intensity, frequency and duration of extreme events, it is equally important to develop a land ethic of the earth making everyone capable to perceive themselves as part of the biota, the ensemble of organisms occuping a given area in an ecosystem. Rediscovering the importance of roots and cooperating with our biotic community is the crucial step to transform a merely utopian planning into a new eco-territorialist vision, starting at the local scale what is so hard to achieve at the global one.

Le emergenze idrogeologiche e climatiche evidenziano la crisi del sistema ambientale segnando reazioni così differite nel tempo da non farne percepire la convenienza sociale all’individuo medio. A partire dall’interpretazione ecologica della storia, il contributo affronta il problema della ridefinizione dei contenuti etici della conservazione dell’ambiente e delle strategie di sviluppo che si succedono per rispondere alle emergenze, invitando a riflettere su quali siano le visioni utopistiche e quali i territori reali in cui si possono ancora ristabilire le precondizioni per un equilibrio ambientale. Se le politiche territoriali incidono sull’ambiente e sulla qualità della vita, così come le condizioni di uso del suolo sono determinanti per ridurre o accentuare l’intensità, la frequenza e la durata degli eventi estremi, è altrettanto importante la maturazione di un’etica della terra che renda ciascuno capace di percepirsi come parte del biota, il complesso degli organismi che occupano una particolare area in un ecosistema. Riscoprire il valore delle radici e cooperare con la propria comunità biotica è il passo fondamentale per convertire una pianificazione utopistica in una nuova visione eco-territorialista, cominciando a realizzare in piccolo quello che in grande non si riesce a raggiungere.

Bioregione e custodia dell’ambiente fra etica, sviluppo e conservazione / Bioregion and environmental stewardship among ethics, development and conservation / S. Agostini. - In: SCIENZE DEL TERRITORIO. - ISSN 2384-8774. - 10:2(2022 Dec 29), pp. 112-119. [10.13128/sdt-13915]

Bioregione e custodia dell’ambiente fra etica, sviluppo e conservazione / Bioregion and environmental stewardship among ethics, development and conservation

S. Agostini
Primo
Writing – Review & Editing
2022

Abstract

Hydro-geological and climatic emergencies highlight the crisis of the environmental system by marking reactions so deferred in time that the man in the street cannot perceive their social convenience. Starting from an ecological interpretation of history, the paper addresses the problem of redefi ning ethical content of environmental conservation and development strategies following each other in response to emergencies, suggesting a reflection on which utopian visions and real territories are those where the preconditions of environmental balance could still be re-established. If spatial policies aff ect the environment and the quality of life, as well as land use conditions are crucial in reducing or accentuating intensity, frequency and duration of extreme events, it is equally important to develop a land ethic of the earth making everyone capable to perceive themselves as part of the biota, the ensemble of organisms occuping a given area in an ecosystem. Rediscovering the importance of roots and cooperating with our biotic community is the crucial step to transform a merely utopian planning into a new eco-territorialist vision, starting at the local scale what is so hard to achieve at the global one.
Le emergenze idrogeologiche e climatiche evidenziano la crisi del sistema ambientale segnando reazioni così differite nel tempo da non farne percepire la convenienza sociale all’individuo medio. A partire dall’interpretazione ecologica della storia, il contributo affronta il problema della ridefinizione dei contenuti etici della conservazione dell’ambiente e delle strategie di sviluppo che si succedono per rispondere alle emergenze, invitando a riflettere su quali siano le visioni utopistiche e quali i territori reali in cui si possono ancora ristabilire le precondizioni per un equilibrio ambientale. Se le politiche territoriali incidono sull’ambiente e sulla qualità della vita, così come le condizioni di uso del suolo sono determinanti per ridurre o accentuare l’intensità, la frequenza e la durata degli eventi estremi, è altrettanto importante la maturazione di un’etica della terra che renda ciascuno capace di percepirsi come parte del biota, il complesso degli organismi che occupano una particolare area in un ecosistema. Riscoprire il valore delle radici e cooperare con la propria comunità biotica è il passo fondamentale per convertire una pianificazione utopistica in una nuova visione eco-territorialista, cominciando a realizzare in piccolo quello che in grande non si riesce a raggiungere.
pianificazione ambientale; pianificazione ecologica; bioregione; territorialismo; sistema ambientale; environmental planning; ecological planning; bioregion; territorialism; environmental system;
Settore ICAR/20 - Tecnica e Pianificazione Urbanistica
Settore ICAR/21 - Urbanistica
29-dic-2022
29-dic-2022
https://oajournals.fupress.net/index.php/sdt/article/view/13915
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