The paper aims to critically analyse the Italian pension system and its ability to face the incoming demographic and financial challenges. Starting point for the suggested reflections is the study «OECD Pensions at a Glance 2021. How does Italy compare?» carried out by the Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD). Firstly, the paper describes the principal characteristics of the last fifty years of pension reforms. The gradual increase of the retirement age and the introduction of a notional defined contribution pension system are trying to assure the long-term system's financial sustainability. However, this reform’s trend jeopardises the adequacy of workers’ pension benefits with short or fragmented careers. Secondly, the research describes the early retirement legal options introduced by the Italian legislation. According to the OECD’ study, these options provide a workout of the link between retirement age and life expectancy. On the one hand, early retirement options result in substantially lower pension benefits; on the other hand, they risk to compromise the intergenerational solidarity agreement on which the pay-as-you-go pension system is based. Finally, the paper aims to contribute to the debate about the relationship between social security and social assistance under the Constitutional light. The long-term financial sustainability needed by the pension system to face demographic and economic crisis jeopardises the adequacy of social security entitlements. As a result, more people will claim social assistance benefits. In conclusion, the state of the art of the Italian pension system, together with the rapidly ageing population and the increasing number of workers with low salaries and short or fragmented careers, put at risk their right to an adequate pension as guaranteed by Article 38, paragraph 2 of the Italian Constitution.

Il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare criticamente l’attuale sistema pensionistico italiano e la sua tenuta di fronte alle sfide demografiche e finanziarie del prossimo futuro. Punto di partenza per le riflessioni proposte è il recente studio «Uno sguardo sulle pensioni 2021. L’Italia a confronto» condotto dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). In primo luogo, l’analisi ripercorrerà le principali caratteristiche delle strategie riformiste che hanno interessato la legislazione previdenziale dell’ultimo cinquantennio. Se da un lato, la combinazione tra la progressiva – ed incessante – elevazione dell’età pensionabile con una più stretta correlazione tra la prestazione dovuta e la contribuzione versata ha tentato di assicurare la sostenibilità finanziaria a lungo termine del sistema, dall’altro sta penalizzando i lavoratori con carriere discontinue esponendoli al rischio di inadeguatezza del trattamento di quiescenza. In secondo luogo, l’indagine ripercorre gli istituti di prepensionamento che il legislatore ha introdotto nel corso degli anni per rispondere alle decise reazioni sociali al brusco innalzamento dell’età pensionabile ed al suo legame con le aspettative di vita. Questi interventi, tuttavia, nonostante si traducano in prestazioni pensionistiche sostanzialmente più basse rischiano di condurre allo snervamento l’accordo di solidarietà intergenerazionale sul quale si fonda il sistema pensionistico a ripartizione. Infine, il contributo offre alcuni spunti di riflessione circa la futura interazione tra previdenza ed assistenza, nel rispetto del vincolo costituzionale. La necessità di garantire la sostenibilità futura del sistema pensionistico ai possibili andamenti economici e demografici, infatti, rischia di pregiudicare i livelli di protezione previdenziale, con conseguente dilatazione delle istanze di tutela sul versante assistenziale. In conclusione, il rapido invecchiamento della popolazione combinato a carriere lavorative discontinue con basse remunerazioni mina - allo stato attuale - la garanzia di adeguatezza della prestazione previdenziale, come sancito dall’articolo 38, comma 2 della Costituzione.

Non è un paese per giovani : Sfide di (in)sostenibilità demografica e finanziaria del sistema pensionistico italiano / M.C. Degoli. - In: TUTELA E SICUREZZA DEL LAVORO. - ISSN 2283-7698. - 2021:2(2021), pp. 31-42.

Non è un paese per giovani : Sfide di (in)sostenibilità demografica e finanziaria del sistema pensionistico italiano

M.C. Degoli
2021

Abstract

The paper aims to critically analyse the Italian pension system and its ability to face the incoming demographic and financial challenges. Starting point for the suggested reflections is the study «OECD Pensions at a Glance 2021. How does Italy compare?» carried out by the Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD). Firstly, the paper describes the principal characteristics of the last fifty years of pension reforms. The gradual increase of the retirement age and the introduction of a notional defined contribution pension system are trying to assure the long-term system's financial sustainability. However, this reform’s trend jeopardises the adequacy of workers’ pension benefits with short or fragmented careers. Secondly, the research describes the early retirement legal options introduced by the Italian legislation. According to the OECD’ study, these options provide a workout of the link between retirement age and life expectancy. On the one hand, early retirement options result in substantially lower pension benefits; on the other hand, they risk to compromise the intergenerational solidarity agreement on which the pay-as-you-go pension system is based. Finally, the paper aims to contribute to the debate about the relationship between social security and social assistance under the Constitutional light. The long-term financial sustainability needed by the pension system to face demographic and economic crisis jeopardises the adequacy of social security entitlements. As a result, more people will claim social assistance benefits. In conclusion, the state of the art of the Italian pension system, together with the rapidly ageing population and the increasing number of workers with low salaries and short or fragmented careers, put at risk their right to an adequate pension as guaranteed by Article 38, paragraph 2 of the Italian Constitution.
Il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare criticamente l’attuale sistema pensionistico italiano e la sua tenuta di fronte alle sfide demografiche e finanziarie del prossimo futuro. Punto di partenza per le riflessioni proposte è il recente studio «Uno sguardo sulle pensioni 2021. L’Italia a confronto» condotto dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). In primo luogo, l’analisi ripercorrerà le principali caratteristiche delle strategie riformiste che hanno interessato la legislazione previdenziale dell’ultimo cinquantennio. Se da un lato, la combinazione tra la progressiva – ed incessante – elevazione dell’età pensionabile con una più stretta correlazione tra la prestazione dovuta e la contribuzione versata ha tentato di assicurare la sostenibilità finanziaria a lungo termine del sistema, dall’altro sta penalizzando i lavoratori con carriere discontinue esponendoli al rischio di inadeguatezza del trattamento di quiescenza. In secondo luogo, l’indagine ripercorre gli istituti di prepensionamento che il legislatore ha introdotto nel corso degli anni per rispondere alle decise reazioni sociali al brusco innalzamento dell’età pensionabile ed al suo legame con le aspettative di vita. Questi interventi, tuttavia, nonostante si traducano in prestazioni pensionistiche sostanzialmente più basse rischiano di condurre allo snervamento l’accordo di solidarietà intergenerazionale sul quale si fonda il sistema pensionistico a ripartizione. Infine, il contributo offre alcuni spunti di riflessione circa la futura interazione tra previdenza ed assistenza, nel rispetto del vincolo costituzionale. La necessità di garantire la sostenibilità futura del sistema pensionistico ai possibili andamenti economici e demografici, infatti, rischia di pregiudicare i livelli di protezione previdenziale, con conseguente dilatazione delle istanze di tutela sul versante assistenziale. In conclusione, il rapido invecchiamento della popolazione combinato a carriere lavorative discontinue con basse remunerazioni mina - allo stato attuale - la garanzia di adeguatezza della prestazione previdenziale, come sancito dall’articolo 38, comma 2 della Costituzione.
invecchiamento; età pensionabile; adeguatezza prestazione previdenziale; sostenibilità del sistema
Settore IUS/07 - Diritto del Lavoro
2021
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