È stata Elena Pulcini (Pulcini 2001) a chiarire che la comunità di Clarens descritta nella Nouvelle Héloïse si fonda sull’amicizia. La relazione che intendo presentare si concentra su questo romanzo ed illustra le ricerche che ho svolto per tentare di far luce sulla concezione rousseauiana dell’amicizia. La prima parte mostrerà che l’amicizia su cui si fonda la comunità di Clarens è un’amicizia altamente idealizzata, che va contrapposta non solo alle “amicizie inautentiche” dei salotti parigini disprezzate da Rousseau, ma anche alle “amicizie egoistiche” che Pernetti, Caraccioli ed altri autori settecenteschi contrappongono alla “vera amicizia” in opere interamente dedicate all’amitié, degne di ulteriori approfondimenti. Riprendendo le analisi di Starobinski (Starobinski 1982 e Starobinski 1971), la seconda parte chiarirà che l’amicizia che lega Julie alle anime belle che vivono con lei a Clarens è molto diversa dalla philia aristotelica perché è una relazione fusionale, in cui l’amico non è un altro sé, ma una parte di sé, come nel De l’amitié di Montaigne. La terza parte metterà in luce che Julie e Claire, a differenza di Montaigne e La Boétie, non riescono a fondere completamente le loro anime perché la dinamica che ha permesso all’una di ritrovare sé stessa nell’altra, verso la fine del romanzo, si spezza. Quella che viene proposta nella Nouvelle Héloïse, pertanto, più che un’amicizia straordinaria, è un’amicizia imperfetta. Come preciseranno le conclusioni, che sono la quarta e ultima parte della mia relazione, l’imperfezione dell’amicizia descritta da Rousseau merita di essere indagata più a fondo non solo perché rende opaca una comunità che dovrebbe essere trasparente per definizione, ma anche perché rivela quanto sia problematico porre a fondamento dei legami sociali un’amicizia che richiede una fusione totale dell’anima degli amici.
L’amicizia nella Nouvelle Héloïse / A. Ceron. ((Intervento presentato al convegno Settecento oggi: studi e ricerche in corso tenutosi a Trieste nel 2022.
L’amicizia nella Nouvelle Héloïse
A. Ceron
2022
Abstract
È stata Elena Pulcini (Pulcini 2001) a chiarire che la comunità di Clarens descritta nella Nouvelle Héloïse si fonda sull’amicizia. La relazione che intendo presentare si concentra su questo romanzo ed illustra le ricerche che ho svolto per tentare di far luce sulla concezione rousseauiana dell’amicizia. La prima parte mostrerà che l’amicizia su cui si fonda la comunità di Clarens è un’amicizia altamente idealizzata, che va contrapposta non solo alle “amicizie inautentiche” dei salotti parigini disprezzate da Rousseau, ma anche alle “amicizie egoistiche” che Pernetti, Caraccioli ed altri autori settecenteschi contrappongono alla “vera amicizia” in opere interamente dedicate all’amitié, degne di ulteriori approfondimenti. Riprendendo le analisi di Starobinski (Starobinski 1982 e Starobinski 1971), la seconda parte chiarirà che l’amicizia che lega Julie alle anime belle che vivono con lei a Clarens è molto diversa dalla philia aristotelica perché è una relazione fusionale, in cui l’amico non è un altro sé, ma una parte di sé, come nel De l’amitié di Montaigne. La terza parte metterà in luce che Julie e Claire, a differenza di Montaigne e La Boétie, non riescono a fondere completamente le loro anime perché la dinamica che ha permesso all’una di ritrovare sé stessa nell’altra, verso la fine del romanzo, si spezza. Quella che viene proposta nella Nouvelle Héloïse, pertanto, più che un’amicizia straordinaria, è un’amicizia imperfetta. Come preciseranno le conclusioni, che sono la quarta e ultima parte della mia relazione, l’imperfezione dell’amicizia descritta da Rousseau merita di essere indagata più a fondo non solo perché rende opaca una comunità che dovrebbe essere trasparente per definizione, ma anche perché rivela quanto sia problematico porre a fondamento dei legami sociali un’amicizia che richiede una fusione totale dell’anima degli amici.File | Dimensione | Formato | |
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