This article intends to illustrate the Milanese healthcare financing model, based on private support for public purposes, that was at the basis of the development of the Ospedale Maggiore from the Unification of the Italy (1861) to the eve of WW2. The local model of civic welfare—in which the citizen’s contribution to social aid is more a moral imperative than a form of legitimation, more a social commitment of wealth than a bestowal of favors—came to terms in this period with the advent of industrial society and the expansion of the welfare state, which raised new issues and forced a hybridization of the dominant paradigm. Medical discoveries and the growing number of inpatients call for modernizasing the healthcare system, so that the generous donations of the citizens were invested into fixed capital, such as the new pavilions. Traditional incomes and reluctant finacing of the municipalities were so not longer sufficient to maintain the increasing need of working capital. The law of decentralization in 1926 and the advent of compulsory health insurance helped in providing solid sources to the Ospedale Maggiore . Nonetheless, the dramatic increase of patient unit costs and the failure of a territorial healthcare system kept the hospital in a heavy financial stress.

Questo articolo intende ricostruire il modello di finanziamento dell’assistenza, fondato su elargizioni private per scopi pubblici, alla base dello sviluppo dell’Ospedale Maggiore di Milano dall’Unità (1861) fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale L’archetipo di welfare civico locale – in cui l’impegno nell’assistenza era più un imperativo morale e una responsabilità nell’impiego sociale della ricchezza che un’elargizione di favori – si confronta in questo periodo con la crescita della società industriale e con la dilatazione dello stato sociale, che pongono nuove istanze e conducono ad un’ibridazione del modello tradizionale. Le scoperte medico-scientifiche e l’aumento dei ricoveri spingevano verso la modernizzazione del sistema di assistenza e verso una più allargata ripartizione dei suoi costi crescenti. La questione ospedaliera non portò però ad un intervento diretto dello Stato, ma piuttosto ad una distribuzione delle spese tra le rendite patrimoniali degli istituti, la partecipazione incostante degli enti municipali e i contributi delle assicurazioni obbligatorie. In questo orizzonte le generose donazioni dei milanesi divennero lo strumento per realizzare, a cavallo del nuovo secolo, i più importanti ammodernamenti strutturali e tecnologici della Ca’ Granda, finanziando la costruzione e i macchinari dei nuovi padiglioni. Le leggi sul decentramento ospedaliero del 1924-26, che si proponevano di ridisegnare una geografia territoriale dell’assistenza meno centralizzata, finirono col confermare, a causa dell’insufficiente impegno finanziario, lo squilibrio di lunga durata tra strutture centrali e presidi periferici.

Chi paga per il malato? L’Ospedale Maggiore di Milano dall’Unità al 1938 / G. De Luca, M. Lorenzini - In: Los hospitales y las pandemias en España e Italia desde una perspectiva histórica / [a cura di] M. Vilar-Rodríguez, J. Pons-Pons. - Sant Vincent del Raspeig : Universitat d’Alacant, 2022. - ISBN 978-84-1302-166-9. - pp. 293-331

Chi paga per il malato? L’Ospedale Maggiore di Milano dall’Unità al 1938

G. De Luca;M. Lorenzini
2022

Abstract

This article intends to illustrate the Milanese healthcare financing model, based on private support for public purposes, that was at the basis of the development of the Ospedale Maggiore from the Unification of the Italy (1861) to the eve of WW2. The local model of civic welfare—in which the citizen’s contribution to social aid is more a moral imperative than a form of legitimation, more a social commitment of wealth than a bestowal of favors—came to terms in this period with the advent of industrial society and the expansion of the welfare state, which raised new issues and forced a hybridization of the dominant paradigm. Medical discoveries and the growing number of inpatients call for modernizasing the healthcare system, so that the generous donations of the citizens were invested into fixed capital, such as the new pavilions. Traditional incomes and reluctant finacing of the municipalities were so not longer sufficient to maintain the increasing need of working capital. The law of decentralization in 1926 and the advent of compulsory health insurance helped in providing solid sources to the Ospedale Maggiore . Nonetheless, the dramatic increase of patient unit costs and the failure of a territorial healthcare system kept the hospital in a heavy financial stress.
Questo articolo intende ricostruire il modello di finanziamento dell’assistenza, fondato su elargizioni private per scopi pubblici, alla base dello sviluppo dell’Ospedale Maggiore di Milano dall’Unità (1861) fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale L’archetipo di welfare civico locale – in cui l’impegno nell’assistenza era più un imperativo morale e una responsabilità nell’impiego sociale della ricchezza che un’elargizione di favori – si confronta in questo periodo con la crescita della società industriale e con la dilatazione dello stato sociale, che pongono nuove istanze e conducono ad un’ibridazione del modello tradizionale. Le scoperte medico-scientifiche e l’aumento dei ricoveri spingevano verso la modernizzazione del sistema di assistenza e verso una più allargata ripartizione dei suoi costi crescenti. La questione ospedaliera non portò però ad un intervento diretto dello Stato, ma piuttosto ad una distribuzione delle spese tra le rendite patrimoniali degli istituti, la partecipazione incostante degli enti municipali e i contributi delle assicurazioni obbligatorie. In questo orizzonte le generose donazioni dei milanesi divennero lo strumento per realizzare, a cavallo del nuovo secolo, i più importanti ammodernamenti strutturali e tecnologici della Ca’ Granda, finanziando la costruzione e i macchinari dei nuovi padiglioni. Le leggi sul decentramento ospedaliero del 1924-26, che si proponevano di ridisegnare una geografia territoriale dell’assistenza meno centralizzata, finirono col confermare, a causa dell’insufficiente impegno finanziario, lo squilibrio di lunga durata tra strutture centrali e presidi periferici.
sanità; finanziamento; Ospedale Maggiore Milano; secc. XIX-XX
Settore SECS-P/12 - Storia Economica
2022
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