I principali criteri sinora individuati per la preparazione dell’edizione critica di un testo musicale, e le relative ‘certezze’ ad essi correlate (l’esistenza di un opus stabile, la possibilità se non di accedere, per lo meno di tendere verso l’ultima volontà dell’autore, la presenza di testimoni autorizzati, o per lo meno di indicussa autorevolezza) paiono sgretolarsi, laddove il testo preso in esame è un testo di musica teatrale. Come evidenziato in questo lavoro, il testo di un melodramma ci si presenta spesso come un testo (almeno parzialmente) aperto: da un lato infatti esso può mutare a ogni rappresentazione, adattandosi alle più diverse circostanze locali, cosicché la partitura preparata dal compositore non rappresenta un testo fissato una volta per tutte, ma registra una delle tante versioni di un’opera (il che determina la necessità di adottare una visione dinamica, e non già statica, dell’opus); dall’altro esso non di rado ci si presenta come almeno parzialmente incompiuto: spesso è redatto in tutta fretta, facendo largo uso di abbreviazioni e di una notazione stenografica, cosicché la volontà dell’autore necessita delle competenze dell’esecutore per poter essere compiutamente realizzata attraverso la performance. Dobbiamo dunque concludere che le edizioni di musica teatrale sono impossibili da realizzare, o inutili, o persino dannose? Niente affatto. Al contrario, le collane di edizioni critiche di testi di musica teatrale avviate negli ultimi trenta-quarant’anni hanno innescato una serie di reazioni a catena che vanno a vantaggio della ricerca, così come la ricerca ha a sua volta reso possibile e agevolato la realizzazione di nuove edizioni, a tutto vantaggio sia della performance, sia della musicologia.
L'edizione critica di musica teatrale: dalla pagina scritta alla performance / C. Toscani - In: Introduzione alla filologia musicale / M. Toffetti. - Prima edizione. - Roma : Società Editrice di Musicologia, 2022. - ISBN 978-88-5543-108-8. - pp. 183-201
L'edizione critica di musica teatrale: dalla pagina scritta alla performance
C. Toscani
2022
Abstract
I principali criteri sinora individuati per la preparazione dell’edizione critica di un testo musicale, e le relative ‘certezze’ ad essi correlate (l’esistenza di un opus stabile, la possibilità se non di accedere, per lo meno di tendere verso l’ultima volontà dell’autore, la presenza di testimoni autorizzati, o per lo meno di indicussa autorevolezza) paiono sgretolarsi, laddove il testo preso in esame è un testo di musica teatrale. Come evidenziato in questo lavoro, il testo di un melodramma ci si presenta spesso come un testo (almeno parzialmente) aperto: da un lato infatti esso può mutare a ogni rappresentazione, adattandosi alle più diverse circostanze locali, cosicché la partitura preparata dal compositore non rappresenta un testo fissato una volta per tutte, ma registra una delle tante versioni di un’opera (il che determina la necessità di adottare una visione dinamica, e non già statica, dell’opus); dall’altro esso non di rado ci si presenta come almeno parzialmente incompiuto: spesso è redatto in tutta fretta, facendo largo uso di abbreviazioni e di una notazione stenografica, cosicché la volontà dell’autore necessita delle competenze dell’esecutore per poter essere compiutamente realizzata attraverso la performance. Dobbiamo dunque concludere che le edizioni di musica teatrale sono impossibili da realizzare, o inutili, o persino dannose? Niente affatto. Al contrario, le collane di edizioni critiche di testi di musica teatrale avviate negli ultimi trenta-quarant’anni hanno innescato una serie di reazioni a catena che vanno a vantaggio della ricerca, così come la ricerca ha a sua volta reso possibile e agevolato la realizzazione di nuove edizioni, a tutto vantaggio sia della performance, sia della musicologia.File | Dimensione | Formato | |
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