In the essay entitled "Disarmonie economiche e disarmonie morali" ("Economic and moral disharmonies"), Mario Calderoni proposes to extend the Ricardian theory of rent to the sphere of morality. His reflection allows, however, conversely, to shed new light on the methods of economics itself, and specifically on the economic concept of rent. Economic harmony requires, according to Calderoni, the proportionality between effort and remuneration. Rent is an economic disharmony because it dissociates remuneration from labor. The extension of the principle of competition allows to minimize this form of disharmony. There is, however, a second and more subtle form of economic disharmony, which results from the presumption of being able to measure, compare and exchange everything through money, in spite of the irreducible difference between people and radical uncertainty of the future. This article traces the thoughts of Calderoni, noting deep consonance with the thinking of John Maynard Keynes, who investigated, in those same years, but within economics, the behavior of human beings in the face of radical uncertainty.

Nel saggio intitolato “Disarmonie economiche e disarmonie morali”, Mario Calderoni si propone di estendere la teoria ricardiana della rendita alla sfera della morale. La sua riflessione consente, tuttavia, specularmente, di gettare nuova luce sui metodi stessi dell’economia e sulla nozione economica di rendita. L’armonia economica richiede, secondo Calderoni, la proporzionalità fra lavoro e retribuzione. La rendita costituisce una disarmonia economica poiché dissocia la retribuzione dal lavoro. L’estensione del principio della concorrenza consente di ridurre al minimo tale forma di disarmonia. Vi è, però, una seconda e più sottile forma di disarmonia economica che deriva dalla presunzione di poter commisurare e scambiare tutto attraverso il denaro, a dispetto della differenza irriducibile fra persone e dell’incertezza radicale del futuro. Questo articolo ripercorre le riflessioni di Calderoni, rilevando profonde consonanze con il pensiero di John Maynard Keynes, il quale diede voce, in quegli stessi anni, nell’ambito dell’economia politica, a un’interrogazione sulla postura dell’uomo di fronte all’imponderabile.

La questione economica e morale della rendita nel pensiero di Calderoni / L. Fantacci. - In: QUADERNI FIORENTINI PER LA STORIA DEL PENSIERO GIURIDICO MODERNO. - ISSN 0392-1867. - 45:(2016), pp. 463-478.

La questione economica e morale della rendita nel pensiero di Calderoni

L. Fantacci
2016

Abstract

In the essay entitled "Disarmonie economiche e disarmonie morali" ("Economic and moral disharmonies"), Mario Calderoni proposes to extend the Ricardian theory of rent to the sphere of morality. His reflection allows, however, conversely, to shed new light on the methods of economics itself, and specifically on the economic concept of rent. Economic harmony requires, according to Calderoni, the proportionality between effort and remuneration. Rent is an economic disharmony because it dissociates remuneration from labor. The extension of the principle of competition allows to minimize this form of disharmony. There is, however, a second and more subtle form of economic disharmony, which results from the presumption of being able to measure, compare and exchange everything through money, in spite of the irreducible difference between people and radical uncertainty of the future. This article traces the thoughts of Calderoni, noting deep consonance with the thinking of John Maynard Keynes, who investigated, in those same years, but within economics, the behavior of human beings in the face of radical uncertainty.
Nel saggio intitolato “Disarmonie economiche e disarmonie morali”, Mario Calderoni si propone di estendere la teoria ricardiana della rendita alla sfera della morale. La sua riflessione consente, tuttavia, specularmente, di gettare nuova luce sui metodi stessi dell’economia e sulla nozione economica di rendita. L’armonia economica richiede, secondo Calderoni, la proporzionalità fra lavoro e retribuzione. La rendita costituisce una disarmonia economica poiché dissocia la retribuzione dal lavoro. L’estensione del principio della concorrenza consente di ridurre al minimo tale forma di disarmonia. Vi è, però, una seconda e più sottile forma di disarmonia economica che deriva dalla presunzione di poter commisurare e scambiare tutto attraverso il denaro, a dispetto della differenza irriducibile fra persone e dell’incertezza radicale del futuro. Questo articolo ripercorre le riflessioni di Calderoni, rilevando profonde consonanze con il pensiero di John Maynard Keynes, il quale diede voce, in quegli stessi anni, nell’ambito dell’economia politica, a un’interrogazione sulla postura dell’uomo di fronte all’imponderabile.
Settore SECS-P/04 - Storia del Pensiero Economico
2016
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