Libertà di culto e collaborazione tra Stato e confessioni religiose al tempo dell’emergenza sanitaria

Come accaduto in altri settori ordinamentali, anche nel diritto ecclesiastico l’emergenza sanitaria ha costituito uno stress-test per verificare la tenuta di modelli e categorie tradizionali. In questo intervento l’autore esamina il diritto statale emergenziale assumendo due prospettive distinte ma complementari: la prima, che è possibile chiamare “della collaborazione” tra Stato e confessioni religiose, consente di verificare se le nuove condizioni del vivere insieme, mutate in conseguenza della pandemia, abbiano influito anche sugli assetti consolidati delle relazioni tra Stato e confessioni religiose; la seconda, quella “della disuguaglianza”, porta a indagare se, per mezzo dei protocolli siglati da Stato e organizzazioni religiose, si sia (almeno in parte e temporaneamente) superato il tradizionale modello che condiziona la condizione giuridica delle diverse confessioni.