This paper presents new data from the micro-excavations in lab of 17 infant burials among 21 of them, which were brought to light in the Peucetian site of Jazzo Fornasiello, a rich and rural settlement at the border between the territories of Gravina in Puglia and Poggiorsini (Italy-Bari). The site was discovered in 2006 and since 2009 extensive research has been conducted by the Università degli Studi di Milano. The excavations have permitted the clarification of the different phases of the site, from the Archaic period (6th century BC) to the Hellenistic period (4th-3rd century BC). All the well-preserved child tombs are enchytrismòi in impasto pithoi or situlae, a burial custom that is widely attested for infants among the Peucetians. Some of these enchytrismòi were placed vertically in the ground, while others horizontally, whether in large outdoor spaces close to houses or just along the walls inside the rooms. Only two of the enchytrismòi (TT. I and VII) were associated with grave goods. Anthropological analysis of the best-preserved vertical enchytrismòs (T. II) revealed a multiple infant burial (used in at least two different points in time), which seems to have no comparison in Peucetia, at least as far as the known osteological data are concerned. The paper presents also data regarding the pathological profile of the Peucetian babies from Jazzo Fornasiello and investigates if these burials, whether of foetuses, stillborns or neonates who survived for a short while, might reflect a different funerary treatment, depending on being alive or dead at birth. Finally, some outbreaking new data are discussed about the presence of branches of evergreen trees (silver fir, juniper and oak), intentionally burnt and offered to the dead infants, probably in close relation to their symbolic value. Besides, the steady occurrence of animal bones in the tombs is interpreted as the rest of ritual dinings celebrated around the funerary space. Therefore, the botanical and zooarchaeological evidence indicates that these infants, although lacking of an active role within their family group, were not denied some grave offerings and a pitiful attention.

L’intervento si propone di illustrare i risultati dell’analisi condotta, tramite attento microscavo in laboratorio, su 19 enchytrismòi in vasi di impasto rinvenuti nello scavo dell’abitato peuceta di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia), in relazione a contesti databili tra seconda metà del VI e primi decenni del III secolo a.C. Il microscavo ha consentito, non solo di recuperare i dati scheletrici al fine di delineare un profilo antropologico e patologico dei piccoli Peuceti che vissero a Jazzo Fornasiello tra VI e III sec. a.C., ma anche di aprire nuovi scenari in merito ai pietosi rituali con i quali i subadulti (feti, neonati e infanti di pochi anni) vennero sepolti; emerge infatti che i piccoli individui, seppur quasi sempre sepolti senza corredo ceramico, furono accompagnati ‘in morte’ da offerte di cibo e da rametti di piante sempreverdi e/o profumate (quercia, abete bianco, ginepro, maloidee), il cui legame con la sfera infantile, non privo di confronti in area italica, può essere recuperato a livello simbolico. Un ulteriore spunto di analisi è offerto dalla particolare situazione documentata in uno degli ambienti del c.d. “Complesso Alfa” (seconda metà IV-inizi III secolo a.C.), adibito a riti di commensalità collettiva a matrice familiare. Qui intorno a una sepoltura tardo-arcaica di donna anziana si agglutinano numerose tombe infantili, chiaramente rispettando la prima e anzi conservandone memoria fino all’inizio del III secolo a.C.; la circostanza, non priva di interessanti confronti anche sul più ampio orizzonte antropologico, spinge a ipotizzare che alla donna fossero riconosciute speciali prerogative carismatiche e/o sapienzali, da collegarsi alla sfera del sacro e della protezione dell’infanzia. Il contributo si concluderà con un rapido giro di orizzonte sui dati attualmente disponibili sulla morte prematura e la sua formalizzazione in area apula.

Morte prematura nell’Apulia preromana: quadro di sintesi e dati inediti dal sito di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia – BA) / C. Lambrugo, U. Tecchiati, C. Cattaneo (DISCI. ARCHEOLOGIA). - In: Birth. Archeologia dell’infanzia nell’Italia preromana. 2 / [a cura di] E. Govi. - Prima edizione. - Bologna : Bononia University Press, 2021. - ISBN 9788869238840. - pp. 789-822

Morte prematura nell’Apulia preromana: quadro di sintesi e dati inediti dal sito di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia – BA)

C. Lambrugo
;
U. Tecchiati;C. Cattaneo
2021

Abstract

This paper presents new data from the micro-excavations in lab of 17 infant burials among 21 of them, which were brought to light in the Peucetian site of Jazzo Fornasiello, a rich and rural settlement at the border between the territories of Gravina in Puglia and Poggiorsini (Italy-Bari). The site was discovered in 2006 and since 2009 extensive research has been conducted by the Università degli Studi di Milano. The excavations have permitted the clarification of the different phases of the site, from the Archaic period (6th century BC) to the Hellenistic period (4th-3rd century BC). All the well-preserved child tombs are enchytrismòi in impasto pithoi or situlae, a burial custom that is widely attested for infants among the Peucetians. Some of these enchytrismòi were placed vertically in the ground, while others horizontally, whether in large outdoor spaces close to houses or just along the walls inside the rooms. Only two of the enchytrismòi (TT. I and VII) were associated with grave goods. Anthropological analysis of the best-preserved vertical enchytrismòs (T. II) revealed a multiple infant burial (used in at least two different points in time), which seems to have no comparison in Peucetia, at least as far as the known osteological data are concerned. The paper presents also data regarding the pathological profile of the Peucetian babies from Jazzo Fornasiello and investigates if these burials, whether of foetuses, stillborns or neonates who survived for a short while, might reflect a different funerary treatment, depending on being alive or dead at birth. Finally, some outbreaking new data are discussed about the presence of branches of evergreen trees (silver fir, juniper and oak), intentionally burnt and offered to the dead infants, probably in close relation to their symbolic value. Besides, the steady occurrence of animal bones in the tombs is interpreted as the rest of ritual dinings celebrated around the funerary space. Therefore, the botanical and zooarchaeological evidence indicates that these infants, although lacking of an active role within their family group, were not denied some grave offerings and a pitiful attention.
L’intervento si propone di illustrare i risultati dell’analisi condotta, tramite attento microscavo in laboratorio, su 19 enchytrismòi in vasi di impasto rinvenuti nello scavo dell’abitato peuceta di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia), in relazione a contesti databili tra seconda metà del VI e primi decenni del III secolo a.C. Il microscavo ha consentito, non solo di recuperare i dati scheletrici al fine di delineare un profilo antropologico e patologico dei piccoli Peuceti che vissero a Jazzo Fornasiello tra VI e III sec. a.C., ma anche di aprire nuovi scenari in merito ai pietosi rituali con i quali i subadulti (feti, neonati e infanti di pochi anni) vennero sepolti; emerge infatti che i piccoli individui, seppur quasi sempre sepolti senza corredo ceramico, furono accompagnati ‘in morte’ da offerte di cibo e da rametti di piante sempreverdi e/o profumate (quercia, abete bianco, ginepro, maloidee), il cui legame con la sfera infantile, non privo di confronti in area italica, può essere recuperato a livello simbolico. Un ulteriore spunto di analisi è offerto dalla particolare situazione documentata in uno degli ambienti del c.d. “Complesso Alfa” (seconda metà IV-inizi III secolo a.C.), adibito a riti di commensalità collettiva a matrice familiare. Qui intorno a una sepoltura tardo-arcaica di donna anziana si agglutinano numerose tombe infantili, chiaramente rispettando la prima e anzi conservandone memoria fino all’inizio del III secolo a.C.; la circostanza, non priva di interessanti confronti anche sul più ampio orizzonte antropologico, spinge a ipotizzare che alla donna fossero riconosciute speciali prerogative carismatiche e/o sapienzali, da collegarsi alla sfera del sacro e della protezione dell’infanzia. Il contributo si concluderà con un rapido giro di orizzonte sui dati attualmente disponibili sulla morte prematura e la sua formalizzazione in area apula.
Morte prematura; Apulia preromana; Gravina in Puglia; Jazzo Fornasiello; Peuceti
Settore L-ANT/06 - Etruscologia e Antichita' Italiche
Settore L-ANT/07 - Archeologia Classica
Settore BIO/08 - Antropologia
2021
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