I termini scienza e tecnologia sono comunemente intesi per designare attività diverse ma affini. La loro distinzione, tuttavia, può difficilmente essere espressa in modo semplice. Quando si tratta di decidere se un certo problema riguardi la scienza piuttosto che la tecnologia (o viceversa), le persone tendono a identificare i due ambiti più o meno allo stesso modo o a rispondere con un’ammissione di ignoranza. Se, invece, le si interroga sulla differenza tra scienza e tecnologia in generale, le persone tendono a dare risposte più disperse e incerte. Secondo una narrativa diffusa, la scienza ha più a che fare con la teorizzazione, l’astrazione, la generalizzazione, la semplificazione attraverso la modellazione, mentre la tecnologia è impegnata nel mondo reale, nelle misurazioni in scenari concreti, in casi individuali, in condizioni intrigate. Nel nostro lavoro illustriamo brevemente le motivazioni epistemologiche e sociologiche della risposta comune e suggeriamo di porre la questione della distinzione e del rapporto tra scienza e tecnologia assumendo un punto di vista storico.Gli storici della tecno- logia moderna hanno individuato la nascita di un nuovo attore nell’ambito culturale europeo del XVIII secolo: l’ingegnere scientifico. L’obiettivo di questa nuova figura intellettuale, spesso ben preparata in matematica, era la razionalizzazione della pro- gettazione e dell’attuazione dei processi. A questo scopo si impiegavano ipotesi e sperimentazioni, come nelle scienze fisiche (matematiche); erano anche richieste e utilizzate informazioni provenienti da atelier tecnici, cantieri navali, ecc. La necessità di questa nuova figura derivava dai tumultuosi sviluppi della scienza del XVIII seco- lo, conseguenza e causa dello sviluppo economico, che richiedevano un corpo cre- scente di ingegneri qualificati. Su questo sfondo, l’ingegnere – l’attore a cui è affidata la conoscenza tecnologica – appariva come una sorta di termine medio in una duplice relazione: l’operatore intermedio tra lo scienziato e l’utente finale.

The terms science and technology are commonly meant to designate different yet cognate activities. Their divide, however, can hardly be expressed. When dealing with the question whether a certain problem pertains to science rather than technology (or the other way round), people tend to identify the two realms more or less in the same ways or to respond with an admission of ignorance. If, instead, people are asked about the difference between science and technology in general, they tend to give more dispersed and uncertain answers. According to a widespread narrative, science has more to do with theorization, abstraction, generalization, simplification through modelling, whereas technology is committed to the actual reality, measurements in concrete scenarios, individual cases, entangled conditions. In our paper, we briefly illustrate the epistemological as well as sociological motivations of the common answer sketched above and suggest to pose the question of the distinction and the positive relation between science and technology assuming a historically-informed point of view. Historians of modern technology have identified the birth of a new actor in the European cultural milieu of the 18th century: the scientific engineer. The goal of this new intellectual figure, often well trained in mathematics, was the rationalization of design and implementation of processes. For this purpose, hypotheses and experimentations were employed, as in the (mathematical) physical sciences; on the other hand, data from technical ateliers, shipyards, etc., were requested and utilized. The need for such a new figure derived from the tumultuous developments of science of the 18th century, consequence and cause of the economic development, requiring a growing body of qualified engineers. On this background, the engineer – the actor who is entrusted with technological knowledge – appears as a sort of middle term in a twofold relation: the intermediate operator between the scientist and the final user.

Science and technology : The physicist and the engineer = Scienza e tecnologia : Fisici e ingegneri / L. Guzzardi, D. Capecchi - In: History of Engineering = Storia dell’Ingegneria. 1 / [a cura di] S. D'Agostino, F.R. d'Ambrosio Alfano, E. Manzo. - Napoli : Cuzzolin, 2022. - ISBN 978-88-86638-94-4. - pp. 691-702 (( Intervento presentato al 9. convegno Convegno di Storia dell'Ingegneria tenutosi a Napoli nel 2022.

Science and technology : The physicist and the engineer = Scienza e tecnologia : Fisici e ingegneri

L. Guzzardi
;
2022

Abstract

The terms science and technology are commonly meant to designate different yet cognate activities. Their divide, however, can hardly be expressed. When dealing with the question whether a certain problem pertains to science rather than technology (or the other way round), people tend to identify the two realms more or less in the same ways or to respond with an admission of ignorance. If, instead, people are asked about the difference between science and technology in general, they tend to give more dispersed and uncertain answers. According to a widespread narrative, science has more to do with theorization, abstraction, generalization, simplification through modelling, whereas technology is committed to the actual reality, measurements in concrete scenarios, individual cases, entangled conditions. In our paper, we briefly illustrate the epistemological as well as sociological motivations of the common answer sketched above and suggest to pose the question of the distinction and the positive relation between science and technology assuming a historically-informed point of view. Historians of modern technology have identified the birth of a new actor in the European cultural milieu of the 18th century: the scientific engineer. The goal of this new intellectual figure, often well trained in mathematics, was the rationalization of design and implementation of processes. For this purpose, hypotheses and experimentations were employed, as in the (mathematical) physical sciences; on the other hand, data from technical ateliers, shipyards, etc., were requested and utilized. The need for such a new figure derived from the tumultuous developments of science of the 18th century, consequence and cause of the economic development, requiring a growing body of qualified engineers. On this background, the engineer – the actor who is entrusted with technological knowledge – appears as a sort of middle term in a twofold relation: the intermediate operator between the scientist and the final user.
I termini scienza e tecnologia sono comunemente intesi per designare attività diverse ma affini. La loro distinzione, tuttavia, può difficilmente essere espressa in modo semplice. Quando si tratta di decidere se un certo problema riguardi la scienza piuttosto che la tecnologia (o viceversa), le persone tendono a identificare i due ambiti più o meno allo stesso modo o a rispondere con un’ammissione di ignoranza. Se, invece, le si interroga sulla differenza tra scienza e tecnologia in generale, le persone tendono a dare risposte più disperse e incerte. Secondo una narrativa diffusa, la scienza ha più a che fare con la teorizzazione, l’astrazione, la generalizzazione, la semplificazione attraverso la modellazione, mentre la tecnologia è impegnata nel mondo reale, nelle misurazioni in scenari concreti, in casi individuali, in condizioni intrigate. Nel nostro lavoro illustriamo brevemente le motivazioni epistemologiche e sociologiche della risposta comune e suggeriamo di porre la questione della distinzione e del rapporto tra scienza e tecnologia assumendo un punto di vista storico.Gli storici della tecno- logia moderna hanno individuato la nascita di un nuovo attore nell’ambito culturale europeo del XVIII secolo: l’ingegnere scientifico. L’obiettivo di questa nuova figura intellettuale, spesso ben preparata in matematica, era la razionalizzazione della pro- gettazione e dell’attuazione dei processi. A questo scopo si impiegavano ipotesi e sperimentazioni, come nelle scienze fisiche (matematiche); erano anche richieste e utilizzate informazioni provenienti da atelier tecnici, cantieri navali, ecc. La necessità di questa nuova figura derivava dai tumultuosi sviluppi della scienza del XVIII seco- lo, conseguenza e causa dello sviluppo economico, che richiedevano un corpo cre- scente di ingegneri qualificati. Su questo sfondo, l’ingegnere – l’attore a cui è affidata la conoscenza tecnologica – appariva come una sorta di termine medio in una duplice relazione: l’operatore intermedio tra lo scienziato e l’utente finale.
Settore M-FIL/02 - Logica e Filosofia della Scienza
Settore M-STO/05 - Storia della Scienza e delle Tecniche
2022
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/911383
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