Starting from the assumption that «never with so much obsession, as in the years of the Restoration, have been reproduced, in all possible media, the masterpieces of the past or those of contemporary artists, nourishing an infinite trust in the possibilities of recreating the appropriate equivalents of the originals and to follow, with ever greater decision and encouraging results, the marvelous paths of disclosure» (F. Mazzocca, 2004), the paper aims to offer an overview of three almost contemporary case studies. Seat of the events examined is the city of Milan, which became the "capital of the arts" in the Napoleonic era, a role that the city continued to play even when the Austrian domination returned. Between 1803 and 1804 the Roman mosaicist Giacomo Raffaelli created, on commission of the Vice-president of the Italian Republic Francesco Melzi d'Eril, a grandiose centerpiece for the National palace (today Reale), official seat of the Government. The work, a spectacular composition of marble, hard stones, bronzes, enamels and alabaster, 12 meters long, presents templar architecture, columns, obelisks, statues and ornamentations that combine the classical repertoire with the Egyptian taste and is inspired by the structure of the Roman circus. Between 1810 and 1823 Giovanni Battista Sommariva, a rampant Francophile politician, commissioned a high number of enamel painted miniatures on copper to some specialized artists, reproducing timeless masterpieces and works from his rich collection, scattered between Milan, Paris and Como Lake. In 1830 the Pinacoteca Ambrosiana received the donation of Giovanni Eduardo De Pecis, which made it possible to set up a «Cabinet of gilded bronzes» composed of bronze reproductions - in reduced size - of some Roman obelisks, of the Traiana and Antonina columns, or of famous works by Guido Reni, Andrea Appiani and Antonio Canova.

Partendo dal presupposto che «mai con tanta ossessione, come negli anni della Restaurazione, sono stati riprodotti, in tutti i media possibili, i capolavori del passato o quelli degli artisti contemporanei, nutrendo un’infinita fiducia nelle possibilità di ricreare degli adeguati equivalenti degli originali e di percorrere, con sempre maggior decisione ed esiti incoraggianti, le meravigliose strade della divulgazione» (F. Mazzocca, 2004), l’intervento si propone di offrire una panoramica di tre casi-studio pressoché coevi. Sede delle vicende prese in esame è la città di Milano, assurta a “capitale delle arti” in età napoleonica, ruolo che il capoluogo continuò a ricoprire anche al ritorno della dominazione austriaca. Fra 1803 e 1804 il mosaicista romano Giacomo Raffaelli realizzò, su commissione del vicepresidente della Repubblica Italiana Francesco Melzi d’Eril un grandioso centrotavola destinato al palazzo Nazionale (oggi Reale), sede ufficiale del Governo. L’opera, spettacolare composizione di marmi, pietre dure, bronzi, smalti e alabastro, lunga 12 metri, presenta architetture templari, colonne, obelischi, statue e ornamentazioni che combinano il repertorio classico col gusto egizio ed è ispirata alla struttura del circo romano. Fra 1810 e 1823 Giovanni Battista Sommariva, rampante alto funzionario filofrancese, commissionò ad alcuni artisti specializzati decine e decine di miniature dipinte a smalto su rame, riproducenti capolavori senza tempo e opere della propria ricca collezione, sparsa fra Milano, Parigi e il lago di Como. Nel 1830 pervenne alla Pinacoteca Ambrosiana la donazione di Giovanni Eduardo De Pecis, che rese possibile l’allestimento di un «Gabinetto de’ bronzi dorati» composto da riproduzioni in bronzo – in formato ridotto – di alcuni obelischi romani, delle colonne Traiana e Antonina, oppure di celebri opere di Guido Reni, Andrea Appiani e Antonio Canova.

Capolavori in miniatura fra età napoleonica e Restaurazione: alcuni esempi milanesi / M. Cavenago (CONSONANZE). - In: (S)proporzioni : Taglia e scala tra testo e immagine / [a cura di] P. Piacentini, G. Colzani, M. La Rosa, U. Mondini, I. Sozzi. - Prima edizione. - Milano : Ledizioni, 2021. - ISBN 978-88-5526-545-4. - pp. 193-207

Capolavori in miniatura fra età napoleonica e Restaurazione: alcuni esempi milanesi

M. Cavenago
2021

Abstract

Starting from the assumption that «never with so much obsession, as in the years of the Restoration, have been reproduced, in all possible media, the masterpieces of the past or those of contemporary artists, nourishing an infinite trust in the possibilities of recreating the appropriate equivalents of the originals and to follow, with ever greater decision and encouraging results, the marvelous paths of disclosure» (F. Mazzocca, 2004), the paper aims to offer an overview of three almost contemporary case studies. Seat of the events examined is the city of Milan, which became the "capital of the arts" in the Napoleonic era, a role that the city continued to play even when the Austrian domination returned. Between 1803 and 1804 the Roman mosaicist Giacomo Raffaelli created, on commission of the Vice-president of the Italian Republic Francesco Melzi d'Eril, a grandiose centerpiece for the National palace (today Reale), official seat of the Government. The work, a spectacular composition of marble, hard stones, bronzes, enamels and alabaster, 12 meters long, presents templar architecture, columns, obelisks, statues and ornamentations that combine the classical repertoire with the Egyptian taste and is inspired by the structure of the Roman circus. Between 1810 and 1823 Giovanni Battista Sommariva, a rampant Francophile politician, commissioned a high number of enamel painted miniatures on copper to some specialized artists, reproducing timeless masterpieces and works from his rich collection, scattered between Milan, Paris and Como Lake. In 1830 the Pinacoteca Ambrosiana received the donation of Giovanni Eduardo De Pecis, which made it possible to set up a «Cabinet of gilded bronzes» composed of bronze reproductions - in reduced size - of some Roman obelisks, of the Traiana and Antonina columns, or of famous works by Guido Reni, Andrea Appiani and Antonio Canova.
Partendo dal presupposto che «mai con tanta ossessione, come negli anni della Restaurazione, sono stati riprodotti, in tutti i media possibili, i capolavori del passato o quelli degli artisti contemporanei, nutrendo un’infinita fiducia nelle possibilità di ricreare degli adeguati equivalenti degli originali e di percorrere, con sempre maggior decisione ed esiti incoraggianti, le meravigliose strade della divulgazione» (F. Mazzocca, 2004), l’intervento si propone di offrire una panoramica di tre casi-studio pressoché coevi. Sede delle vicende prese in esame è la città di Milano, assurta a “capitale delle arti” in età napoleonica, ruolo che il capoluogo continuò a ricoprire anche al ritorno della dominazione austriaca. Fra 1803 e 1804 il mosaicista romano Giacomo Raffaelli realizzò, su commissione del vicepresidente della Repubblica Italiana Francesco Melzi d’Eril un grandioso centrotavola destinato al palazzo Nazionale (oggi Reale), sede ufficiale del Governo. L’opera, spettacolare composizione di marmi, pietre dure, bronzi, smalti e alabastro, lunga 12 metri, presenta architetture templari, colonne, obelischi, statue e ornamentazioni che combinano il repertorio classico col gusto egizio ed è ispirata alla struttura del circo romano. Fra 1810 e 1823 Giovanni Battista Sommariva, rampante alto funzionario filofrancese, commissionò ad alcuni artisti specializzati decine e decine di miniature dipinte a smalto su rame, riproducenti capolavori senza tempo e opere della propria ricca collezione, sparsa fra Milano, Parigi e il lago di Como. Nel 1830 pervenne alla Pinacoteca Ambrosiana la donazione di Giovanni Eduardo De Pecis, che rese possibile l’allestimento di un «Gabinetto de’ bronzi dorati» composto da riproduzioni in bronzo – in formato ridotto – di alcuni obelischi romani, delle colonne Traiana e Antonina, oppure di celebri opere di Guido Reni, Andrea Appiani e Antonio Canova.
neoclassicismo; Milano; arti decorative; bronzetti; Giovanni Battista Sommariva; Pinacoteca Ambrosiana; Giacomo Raffaelli
Settore L-ART/03 - Storia dell'Arte Contemporanea
Settore L-ART/04 - Museologia e Critica Artistica e del Restauro
2021
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