Il processo di canonizzazione testuale che ha come esito la R̥gveda-saṃhitā pone in luce la questione cruciale della testualizzazione in quanto tale, ossia il rapporto tra composizione e compilazione: la prima doveva essere appannaggio di specialisti di performance poetiche, di carattere encomiastico, che fin da una fase proto-vedica dovevano tenersi in occasione di cerimonie ufficiali, quali distribuzione di donativi, promosse dai principali rappresentanti dei clan. La compilazione poi aveva come fine la trasmissione e la conservazione del medesimo patrimonio performativo: se è possibile supporre che in fase proto-vedica tale compito fosse riservato ai membri stessi delle famiglie dei compositori-‘veggenti’, successivamente, con il processo di ‘canonizzazione’ testuale avviato in epoca Kuru, intorno a tale attività si svilupparono le scuole sacerdotali stesse; e fu in questo contesto scolastico che si formarono gli specialisti delle mnemotecniche recitative che ancora oggi garantiscono la trasmissione verbatim dei testi del corpus testuale vedico. Tuttavia, è presumibile che in una fase di transizione culturale, come quella di epoca Kuru, i due ruoli, ossia quello del compositore in performance, e quello del compilatore di ‘raccolte’, funzionali alla conservazione e alla trasmissione scolastica, fossero interscambiabili. In questa prospettiva, la R̥gvedasaṃhitā può essere testimonianza di un altro cambiamento epocale: il passaggio da una parola che è essa stessa performance, o parola in atto, a un atto di parola, cristallizzata in funzione della performance rituale. Questo articolo si interroga proprio su tale questione, ossia la relazione tra composizione e compilazione, per cui il potere performante della parola in atto nella sua unicità giunge a coincidere con il criterio compilativo che ritualizza la parola, rendendola mera ‘forma’ dell’atto rituale.
Madhu[c]chandas: dalla performance compositiva alla performance rituale : La R̥gvedasaṃhitā tra poetica e compilazione / P.M. Rossi (NANAYA. STUDI E MATERIALI DI ANTROPOLOGIA E STORIA DELLE RELIGIONI). - In: Il corpo della parola. Inni, poemi e performance nell’India antica e contemporanea. / [a cura di] I. Spanò. - Prima edizione. - [s.l] : Edizioni Museo Pasqualino, 2021. - ISBN 9788897035954. - pp. 47-70 (( convegno Il corpo della parola tenutosi a Palermo.
Madhu[c]chandas: dalla performance compositiva alla performance rituale : La R̥gvedasaṃhitā tra poetica e compilazione
P.M. Rossi
2021
Abstract
Il processo di canonizzazione testuale che ha come esito la R̥gveda-saṃhitā pone in luce la questione cruciale della testualizzazione in quanto tale, ossia il rapporto tra composizione e compilazione: la prima doveva essere appannaggio di specialisti di performance poetiche, di carattere encomiastico, che fin da una fase proto-vedica dovevano tenersi in occasione di cerimonie ufficiali, quali distribuzione di donativi, promosse dai principali rappresentanti dei clan. La compilazione poi aveva come fine la trasmissione e la conservazione del medesimo patrimonio performativo: se è possibile supporre che in fase proto-vedica tale compito fosse riservato ai membri stessi delle famiglie dei compositori-‘veggenti’, successivamente, con il processo di ‘canonizzazione’ testuale avviato in epoca Kuru, intorno a tale attività si svilupparono le scuole sacerdotali stesse; e fu in questo contesto scolastico che si formarono gli specialisti delle mnemotecniche recitative che ancora oggi garantiscono la trasmissione verbatim dei testi del corpus testuale vedico. Tuttavia, è presumibile che in una fase di transizione culturale, come quella di epoca Kuru, i due ruoli, ossia quello del compositore in performance, e quello del compilatore di ‘raccolte’, funzionali alla conservazione e alla trasmissione scolastica, fossero interscambiabili. In questa prospettiva, la R̥gvedasaṃhitā può essere testimonianza di un altro cambiamento epocale: il passaggio da una parola che è essa stessa performance, o parola in atto, a un atto di parola, cristallizzata in funzione della performance rituale. Questo articolo si interroga proprio su tale questione, ossia la relazione tra composizione e compilazione, per cui il potere performante della parola in atto nella sua unicità giunge a coincidere con il criterio compilativo che ritualizza la parola, rendendola mera ‘forma’ dell’atto rituale.File | Dimensione | Formato | |
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