Lo scopo dell’intervento è stato quello di porre l’attenzione sulla attività sensoriale del nostro corpo. La sensazione, dal punto di vista fisiologico, può essere definita come una modificazione dello stato del nostro sistema neurologico a causa del contatto con l'ambiente tramite gli organi di senso. Gli stimoli offerti dall'ambiente vengono catturati dai nostri organi di senso, ognuno dei quali è adibito alla ricezione di uno stimolo particolare mediante cellule recettore, che sono specializzate a captare gli stimoli e a tradurli in un unico linguaggio che è quello delle cellule nervose. Tecnicamente questo processo di conversione viene chiamato “trasduzione”. Una volta che le varie energie sono state tradotte in un segnale elettrico, questo viene portato ad una specifica zona area cerebrale. Alla sensazione fa poi seguito la percezione che organizza i dati sensoriali in un’esperienza più complessa filtrandoli e confrontandoli con l’esperienza e i ricordi. Quanti sensi abbiamo? La maggior parte di noi direbbe 5, mentre la risposta corretta è molti di più. Tutti conosciamo: udito, gusto, tatto, vista, olfatto, ma abbiamo anche la propriocezione, l’equilibrio, la capacità di sentire le accelerazioni lineari e angolari, la termocezione, la nocicezione, la sensibilità viscerale. Quando nasciamo i nostri sensi non sono ancora perfezionati, anche se hanno iniziato a svilupparsi già durante la vita fetale. Ad esempio, Il feto “assaggia” alcuni aromi che passano nel liquido amniotico ed è “in ascolto” imparando a riconoscere le voci familiari. I neonati sanno riconoscere l’odore della mamma che ha per loro un effetto tranquillizzante e la loro visione, seppur non ottimale, gli permette di mettere a fuoco il volto della mamma durante l’allattamento. Le esperienze sensoriali fetali, in alcuni casi, continueranno inconsciamente a modulare le esperienze sensoriali anche da adulti. Tutti i nostri sensi non lavorano in modo indipendente. I diversi sensi collaborano tra di loro per restituirci una “impressione”, un ritratto del mondo esterno, permettendoci di ricostruire nell’encefalo la nostra realtà virtuale. Tutti noi pensiamo che il mondo intorno a noi sia come lo vediamo, come lo sentiamo, come lo percepiamo; in realtà, tutto potrebbe apparirci diversamente se i nostri sensi fossero diversi e assomigliassero a quelli di altre specie viventi.
“Niente è nell’intelletto, che prima non fu nei sensi” (Aristotele) / M. Galbiati. ((Intervento presentato al convegno Orti Botanici: il futuro ha radici (e piante) antiche. Orto Botanico Ghirardi tenutosi a Toscolano Maderno nel 2021.
“Niente è nell’intelletto, che prima non fu nei sensi” (Aristotele)
M. Galbiati
2021
Abstract
Lo scopo dell’intervento è stato quello di porre l’attenzione sulla attività sensoriale del nostro corpo. La sensazione, dal punto di vista fisiologico, può essere definita come una modificazione dello stato del nostro sistema neurologico a causa del contatto con l'ambiente tramite gli organi di senso. Gli stimoli offerti dall'ambiente vengono catturati dai nostri organi di senso, ognuno dei quali è adibito alla ricezione di uno stimolo particolare mediante cellule recettore, che sono specializzate a captare gli stimoli e a tradurli in un unico linguaggio che è quello delle cellule nervose. Tecnicamente questo processo di conversione viene chiamato “trasduzione”. Una volta che le varie energie sono state tradotte in un segnale elettrico, questo viene portato ad una specifica zona area cerebrale. Alla sensazione fa poi seguito la percezione che organizza i dati sensoriali in un’esperienza più complessa filtrandoli e confrontandoli con l’esperienza e i ricordi. Quanti sensi abbiamo? La maggior parte di noi direbbe 5, mentre la risposta corretta è molti di più. Tutti conosciamo: udito, gusto, tatto, vista, olfatto, ma abbiamo anche la propriocezione, l’equilibrio, la capacità di sentire le accelerazioni lineari e angolari, la termocezione, la nocicezione, la sensibilità viscerale. Quando nasciamo i nostri sensi non sono ancora perfezionati, anche se hanno iniziato a svilupparsi già durante la vita fetale. Ad esempio, Il feto “assaggia” alcuni aromi che passano nel liquido amniotico ed è “in ascolto” imparando a riconoscere le voci familiari. I neonati sanno riconoscere l’odore della mamma che ha per loro un effetto tranquillizzante e la loro visione, seppur non ottimale, gli permette di mettere a fuoco il volto della mamma durante l’allattamento. Le esperienze sensoriali fetali, in alcuni casi, continueranno inconsciamente a modulare le esperienze sensoriali anche da adulti. Tutti i nostri sensi non lavorano in modo indipendente. I diversi sensi collaborano tra di loro per restituirci una “impressione”, un ritratto del mondo esterno, permettendoci di ricostruire nell’encefalo la nostra realtà virtuale. Tutti noi pensiamo che il mondo intorno a noi sia come lo vediamo, come lo sentiamo, come lo percepiamo; in realtà, tutto potrebbe apparirci diversamente se i nostri sensi fossero diversi e assomigliassero a quelli di altre specie viventi.Pubblicazioni consigliate
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