San Lorenzo, martire delle persecuzioni contro le comunità cristiane di Roma nel III sec., è protagonista del diciannovesimo racconto agiografico nel leggendario torinese (ff. 134r-139v). Ne ricordiamo qui brevemente la vicenda della passione. Dopo la morte di Papa Sisto II, il suo arcidiacono Lorenzo viene catturato in quanto nuovo detentore dei thesauri della chiesa. L’imperatore Decio delega la questione al praefectus Urbis Valeriano, che pone Lorenzo in prigione sotto la custodia del vicarius Ippolito. Lì Lorenzo battezza e guarisce miracolosamente dalla cecità il suo compagno di cella Lucillo e, alla notizia dell’evento prodigioso, accorre una moltitudine di ciechi che il santo cura imponendo loro le mani sugli occhi. Ippolito, alla vista di tutto ciò, si converte e si fa battezzare con tutta la sua familia. Interrogato da Valeriano, Lorenzo chiede due giorni per raccogliere le ricchezze della comunità e consegnarle. Trascorsi i giorni concessi, presenta al cospetto del prefetto e dell’imperatore una folla di poveri, zoppi e ciechi, che vengono definiti da Lorenzo la ricchezza eterna della Chiesa. Al rifiuto di sacrificare agli dèi pagani e di denunciare i nomi dei confratelli, l’imputato viene battuto con verghe nodose (scorpiones) e condotto in catene al palazzo imperiale. Decio ordina di allestire un tribunal provvisto di ogni genere di strumenti di tortura nella basilica di Giove, dove Lorenzo viene nuovamente battuto prima con dei bastoni e poi, dal momento che non sembra percepire dolore, e anzi gioisce delle sofferenze, con spranghe di ferro incandescente e fustes plumbatae. Osservando la serenità di Lorenzo nel subire torture e ascoltando la voce di Dio che avverte il santo che dovrà subire ancora numerose sofferenze prima di ottenere la corona del martirio, uno dei soldati, di nome Romano, si converte al cristianesimo e ha la visione di un angelo che deterge le membra di Lorenzo. Non appena l’arcidiacono viene restituito alla custodia di Ippolito, Romano si reca da lui con un orcio d’acqua e si fa battezzare. Alla dichiarazione di fede cristiana, Romano viene fatto decapitare da Decio fuori dalla Porta Salaria 1. Quella notte, Valeriano e Decio fanno allestire un tribunale alle terme di Olimpiade, dove viene condotto Lorenzo che si dimostra sempre impavido di fronte alle minacce di tortura e sicuro nella sua fede. La bocca del santo viene presa a sassate ed egli, denudato, è steso sopra una graticola sotto la quale viene acceso un fuoco. Lorenzo però sembra ricevere sollievo dal ferro incandescente e, rifiutando ancora di sacrificare agli dèi, muore rendendo grazie a Dio. Il corpo viene abbandonato sulla graticola e il mattino successivo Ippolito trafuga la salma. Il corpo viene nascosto e lavato in casa della vedova Ciriaca e seppellito in una cripta in via Tiburtina il 10 Agosto (IV Idus Augusti).
Passio Laurentii - BHL 4755 / M. Giani (MILLENNIO MEDIEVALE). - In: Le Légendier de Turin : ms. D.V.3 de la Bibliothèque nationale universitaire / [a cura di] M. Goullet, S. Isetta. - [s.l] : SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2014. - ISBN 978-88-8450-516-3. - pp. 533-558
Passio Laurentii - BHL 4755
M. Giani
2014
Abstract
San Lorenzo, martire delle persecuzioni contro le comunità cristiane di Roma nel III sec., è protagonista del diciannovesimo racconto agiografico nel leggendario torinese (ff. 134r-139v). Ne ricordiamo qui brevemente la vicenda della passione. Dopo la morte di Papa Sisto II, il suo arcidiacono Lorenzo viene catturato in quanto nuovo detentore dei thesauri della chiesa. L’imperatore Decio delega la questione al praefectus Urbis Valeriano, che pone Lorenzo in prigione sotto la custodia del vicarius Ippolito. Lì Lorenzo battezza e guarisce miracolosamente dalla cecità il suo compagno di cella Lucillo e, alla notizia dell’evento prodigioso, accorre una moltitudine di ciechi che il santo cura imponendo loro le mani sugli occhi. Ippolito, alla vista di tutto ciò, si converte e si fa battezzare con tutta la sua familia. Interrogato da Valeriano, Lorenzo chiede due giorni per raccogliere le ricchezze della comunità e consegnarle. Trascorsi i giorni concessi, presenta al cospetto del prefetto e dell’imperatore una folla di poveri, zoppi e ciechi, che vengono definiti da Lorenzo la ricchezza eterna della Chiesa. Al rifiuto di sacrificare agli dèi pagani e di denunciare i nomi dei confratelli, l’imputato viene battuto con verghe nodose (scorpiones) e condotto in catene al palazzo imperiale. Decio ordina di allestire un tribunal provvisto di ogni genere di strumenti di tortura nella basilica di Giove, dove Lorenzo viene nuovamente battuto prima con dei bastoni e poi, dal momento che non sembra percepire dolore, e anzi gioisce delle sofferenze, con spranghe di ferro incandescente e fustes plumbatae. Osservando la serenità di Lorenzo nel subire torture e ascoltando la voce di Dio che avverte il santo che dovrà subire ancora numerose sofferenze prima di ottenere la corona del martirio, uno dei soldati, di nome Romano, si converte al cristianesimo e ha la visione di un angelo che deterge le membra di Lorenzo. Non appena l’arcidiacono viene restituito alla custodia di Ippolito, Romano si reca da lui con un orcio d’acqua e si fa battezzare. Alla dichiarazione di fede cristiana, Romano viene fatto decapitare da Decio fuori dalla Porta Salaria 1. Quella notte, Valeriano e Decio fanno allestire un tribunale alle terme di Olimpiade, dove viene condotto Lorenzo che si dimostra sempre impavido di fronte alle minacce di tortura e sicuro nella sua fede. La bocca del santo viene presa a sassate ed egli, denudato, è steso sopra una graticola sotto la quale viene acceso un fuoco. Lorenzo però sembra ricevere sollievo dal ferro incandescente e, rifiutando ancora di sacrificare agli dèi, muore rendendo grazie a Dio. Il corpo viene abbandonato sulla graticola e il mattino successivo Ippolito trafuga la salma. Il corpo viene nascosto e lavato in casa della vedova Ciriaca e seppellito in una cripta in via Tiburtina il 10 Agosto (IV Idus Augusti).File | Dimensione | Formato | |
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