The aim of this brief work is to indicate the fundamental features of an ongoing research on the judgements issued from 1927 to 1939 by the Special Court for the Defense of the State in Tripolitania preserved at the Central State Archive. While it is now quite clear which were the methods of repression implemented by the SCDS in Italy, its activity in Africa, its aims and the limits of its capacity to intervene, are still to be explored. However, after a quick survey of the archival material, it is clear that the examination of the judgements of this court implies a deeper insight into the complex colonial reality, characterized by ethnic fragmentation, religious and cultural events that are reflected in the twenty-year events of the Libyan resistance against the Italians. These fragmentations have not only made uneven and often sterile the intervention of the colonizers, who were first “liberal” and then “fascist”, but they also determined, after the conquest of the independence of the African state in 1951, a substantial lack of dialogue between European and African historiographies. For this reason, the historiography on Libya is certainly rich, but pays the consequences of a difficult communication due to the deep cultural differences, starting from the Arabic language, which have made difficult the dialogue between Italian and Libyan historians in the last decades of the last century. We will try here to give an account of what emerged from an initial bibliographical survey that has for purpose of understanding the SCDS judicial activity in the colony. In particular, what we want to understand is who was the enemy that the fascists tried to fight with their court of political justice, what tools they faced it with, how great was the distance between the real enemy (as much as it is possible for us to understand it) and the enemy created by the lack of understanding and by the propaganda of the Metropolis. For this purpose our work is organized around two poles: the colonizers and the colonized.

Ci si propone con questo breve intervento di indicare le linee fondamentali di una ricerca in corso sulle sentenze emesse dal 1927 al 1939 dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato in Tripolitania conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato. Mentre ormai è abbastanza chiaro quali fossero le metodologie di repressione attuate dal TSDS in Italia, la sua attività in Africa, le sue finalità e i limiti della sua capacità di intervento, sono ancora da esplorare. Tuttavia, dopo una prima ricognizione del materiale archivistico, risulta chiaro che l’esame delle sentenze di questo particolare organo giurisdizionale presuppone un approfondimento della complessa realtà coloniale, caratterizzata da frammentazioni etniche, religiose e culturali che si riflettono nelle vicende ventennali della resistenza libica contro gli Italiani. Tali frammentazioni non solo hanno reso accidentato e spesso sterile l’intervento dei colonizzatori prima ‘liberali’ e poi ‘fascisti’, ma hanno determinato dopo la conquista dell’indipendenza dello stato africano nel 1951 una sostanziale assenza di dialogo fra le storiografie europea e africana. Per questo motivo la storiografia sulla Libia è certo ricca, ma sconta difficoltà di ‘comunicazione’ dovute alle profonde differenze culturali, a partire dalla lingua araba, che hanno reso difficile il dialogo fra storici italiani e libici negli ultimi decenni dello scorso secolo. Cercheremo qui di dare conto di ciò che è emerso da una prima ricognizione bibliografica che ha per scopo, non va dimenticato, la comprensione dell’attività giurisdizionale del TSDS in colonia. In particolare ciò che si vuole comprendere è chi fosse il nemico che i fascisti tentarono di combattere con il loro tribunale di giustizia politica, con quali strumenti lo affrontarono, quanta fosse la distanza fra il nemico reale (per quanto è possibile anche per noi comprenderlo) e il nemico costruito dalla non comprensione e dalla propaganda della Metropoli. A questo scopo l’esposizione è stata organizzata intorno a due poli: i colonizzatori e i colonizzati.

La repressione della resistenza in Tripolitania nelle carte del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato : motivi per una ricerca in corso / A. Bassani, A. Cantoni. - In: ITALIAN REVIEW OF LEGAL HISTORY. - ISSN 2464-8914. - 6:14(2020 Dec), pp. 407-418. [10.13130/2464-8914/14901]

La repressione della resistenza in Tripolitania nelle carte del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato : motivi per una ricerca in corso

A. Bassani
;
2020

Abstract

The aim of this brief work is to indicate the fundamental features of an ongoing research on the judgements issued from 1927 to 1939 by the Special Court for the Defense of the State in Tripolitania preserved at the Central State Archive. While it is now quite clear which were the methods of repression implemented by the SCDS in Italy, its activity in Africa, its aims and the limits of its capacity to intervene, are still to be explored. However, after a quick survey of the archival material, it is clear that the examination of the judgements of this court implies a deeper insight into the complex colonial reality, characterized by ethnic fragmentation, religious and cultural events that are reflected in the twenty-year events of the Libyan resistance against the Italians. These fragmentations have not only made uneven and often sterile the intervention of the colonizers, who were first “liberal” and then “fascist”, but they also determined, after the conquest of the independence of the African state in 1951, a substantial lack of dialogue between European and African historiographies. For this reason, the historiography on Libya is certainly rich, but pays the consequences of a difficult communication due to the deep cultural differences, starting from the Arabic language, which have made difficult the dialogue between Italian and Libyan historians in the last decades of the last century. We will try here to give an account of what emerged from an initial bibliographical survey that has for purpose of understanding the SCDS judicial activity in the colony. In particular, what we want to understand is who was the enemy that the fascists tried to fight with their court of political justice, what tools they faced it with, how great was the distance between the real enemy (as much as it is possible for us to understand it) and the enemy created by the lack of understanding and by the propaganda of the Metropolis. For this purpose our work is organized around two poles: the colonizers and the colonized.
Ci si propone con questo breve intervento di indicare le linee fondamentali di una ricerca in corso sulle sentenze emesse dal 1927 al 1939 dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato in Tripolitania conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato. Mentre ormai è abbastanza chiaro quali fossero le metodologie di repressione attuate dal TSDS in Italia, la sua attività in Africa, le sue finalità e i limiti della sua capacità di intervento, sono ancora da esplorare. Tuttavia, dopo una prima ricognizione del materiale archivistico, risulta chiaro che l’esame delle sentenze di questo particolare organo giurisdizionale presuppone un approfondimento della complessa realtà coloniale, caratterizzata da frammentazioni etniche, religiose e culturali che si riflettono nelle vicende ventennali della resistenza libica contro gli Italiani. Tali frammentazioni non solo hanno reso accidentato e spesso sterile l’intervento dei colonizzatori prima ‘liberali’ e poi ‘fascisti’, ma hanno determinato dopo la conquista dell’indipendenza dello stato africano nel 1951 una sostanziale assenza di dialogo fra le storiografie europea e africana. Per questo motivo la storiografia sulla Libia è certo ricca, ma sconta difficoltà di ‘comunicazione’ dovute alle profonde differenze culturali, a partire dalla lingua araba, che hanno reso difficile il dialogo fra storici italiani e libici negli ultimi decenni dello scorso secolo. Cercheremo qui di dare conto di ciò che è emerso da una prima ricognizione bibliografica che ha per scopo, non va dimenticato, la comprensione dell’attività giurisdizionale del TSDS in colonia. In particolare ciò che si vuole comprendere è chi fosse il nemico che i fascisti tentarono di combattere con il loro tribunale di giustizia politica, con quali strumenti lo affrontarono, quanta fosse la distanza fra il nemico reale (per quanto è possibile anche per noi comprenderlo) e il nemico costruito dalla non comprensione e dalla propaganda della Metropoli. A questo scopo l’esposizione è stata organizzata intorno a due poli: i colonizzatori e i colonizzati.
Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato; Libia; Archivio Centrale dello Stato; colonie; fascismo; giustizia politica
Settore IUS/19 - Storia del Diritto Medievale e Moderno
dic-2020
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