Gli intermezzi «L’impresario delle Canarie», composti per la «Didone abbandonata» di Domenico Sarro (Napoli 1724) su un testo tradizionalmente attribuito al Metastasio, costituiscono uno dei primissimi libretti metateatrali. Sono una sorta di traduzione scenica del «Teatro alla moda» di Benedetto Marcello e come quello mettono alla berlina consuetudini, vizi e manie del mondo del teatro d’opera. Molti spunti del libretto, che contribuì a fondare una tradizione prolungatasi fino ai primi dell’Ottocento, vennero poi accolti e sviluppati dalle opere successive appartenenti allo stesso genere. «L’impresario delle Canarie» è anche il primo intermezzo, fra quelli rappresentati al San Bartolomeo, che esce dalla ristretta tradizione tematica locale per trattare un soggetto adatto a un circuito più ampio; il libretto infatti fu messo in musica da almeno cinque compositori ed ebbe una notevole circolazione. L’esame e il confronto delle due sole partiture sopravvissute, quella di Domenico Sarro e quella di Giovanni Battista Martini (Bologna 1744), mostrano corrispondenze precise tra immagini, situazioni, spunti descrittivi e stilemi musicali, e permettono di accertare il grado di condivisione del codice formale e stilistico dell’opera seria.
L'impresario delle Canarie: due intonazioni a confronto / C. Toscani (SPECULA SPECTACULA). - In: Il giovane Metastasio = Der junge Metastasio / [a cura di] F. Cotticelli, R. Eisendle. - Wien : Hollitzer, 2021. - ISBN 978-3-99012-848-0. - pp. 165-185 (( convegno Der junge Metastasio tenutosi a Wien nel 2007.
L'impresario delle Canarie: due intonazioni a confronto
C. Toscani
2021
Abstract
Gli intermezzi «L’impresario delle Canarie», composti per la «Didone abbandonata» di Domenico Sarro (Napoli 1724) su un testo tradizionalmente attribuito al Metastasio, costituiscono uno dei primissimi libretti metateatrali. Sono una sorta di traduzione scenica del «Teatro alla moda» di Benedetto Marcello e come quello mettono alla berlina consuetudini, vizi e manie del mondo del teatro d’opera. Molti spunti del libretto, che contribuì a fondare una tradizione prolungatasi fino ai primi dell’Ottocento, vennero poi accolti e sviluppati dalle opere successive appartenenti allo stesso genere. «L’impresario delle Canarie» è anche il primo intermezzo, fra quelli rappresentati al San Bartolomeo, che esce dalla ristretta tradizione tematica locale per trattare un soggetto adatto a un circuito più ampio; il libretto infatti fu messo in musica da almeno cinque compositori ed ebbe una notevole circolazione. L’esame e il confronto delle due sole partiture sopravvissute, quella di Domenico Sarro e quella di Giovanni Battista Martini (Bologna 1744), mostrano corrispondenze precise tra immagini, situazioni, spunti descrittivi e stilemi musicali, e permettono di accertare il grado di condivisione del codice formale e stilistico dell’opera seria.File | Dimensione | Formato | |
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