L’interesse per la 'Guida dei perplessi', la più nota delle opere filosofiche di Mosè Maimonide, si diffuse presto anche in ambito latino e, nel corso del XIII secolo, una versione latina, dal titolo Dux neutrorum, iniziò a circolare; l’influenza del pensiero maimonideo fu assai ampia nel Medioevo cristiano, e vari autori, tra i quali Tommaso d’Aquino e Alberto Magno, lessero e citarono questa traduzione. In particolare, il filosofo ebreo segnò fortemente il pensiero di Meister Eckhart. La critica discorda sulla data e il luogo di composizione dell’anonima traduzione, la cui origine è stata ricondotta talvolta alla corte dell’imperatore Federico II, talvolta al sud della Francia. Nel contributo saranno analizzate nel dettaglio le ipotesi formulate dalla critica a riguardo. Nella seconda parte del saggio verranno esaminati i risultati preliminari al lavoro di edizione critica del testo. Infine, sarà discussa la questione dell’identificazione dell’originale, dal momento che sino ad oggi la critica aveva sempre ritenuto che la versione latina provenisse dalla traduzione ebraica di al-Harizi, ma questa tesi necessita di ulteriori verifiche.

Per un’edizione critica del Dux neutrorum di Mosè Maimonide / D. Di Segni - In: Medioevo in formazione: i giovani storici e il futuro della ricerca / [a cura di] A. Luongo, M. Paperini, P. Terenzi. - [s.l] : Debatte Editore, 2013. - ISBN 8862971591. - pp. 149-155

Per un’edizione critica del Dux neutrorum di Mosè Maimonide

D. Di Segni
2013

Abstract

L’interesse per la 'Guida dei perplessi', la più nota delle opere filosofiche di Mosè Maimonide, si diffuse presto anche in ambito latino e, nel corso del XIII secolo, una versione latina, dal titolo Dux neutrorum, iniziò a circolare; l’influenza del pensiero maimonideo fu assai ampia nel Medioevo cristiano, e vari autori, tra i quali Tommaso d’Aquino e Alberto Magno, lessero e citarono questa traduzione. In particolare, il filosofo ebreo segnò fortemente il pensiero di Meister Eckhart. La critica discorda sulla data e il luogo di composizione dell’anonima traduzione, la cui origine è stata ricondotta talvolta alla corte dell’imperatore Federico II, talvolta al sud della Francia. Nel contributo saranno analizzate nel dettaglio le ipotesi formulate dalla critica a riguardo. Nella seconda parte del saggio verranno esaminati i risultati preliminari al lavoro di edizione critica del testo. Infine, sarà discussa la questione dell’identificazione dell’originale, dal momento che sino ad oggi la critica aveva sempre ritenuto che la versione latina provenisse dalla traduzione ebraica di al-Harizi, ma questa tesi necessita di ulteriori verifiche.
Settore M-FIL/08 - Storia della Filosofia Medievale
2013
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