La ‘Guida dei perplessi’ è concepita come un percorso di formazione per il raggiungimento della scienza maggiormente elevata e nobile, secondo il principio aristotelico della gradualità della conoscenza. Si trova un’applicazione di tale principio anche in una delle sezioni più propriamente esegetiche della ‘Guida’, ovvero nei capitoli dedicati all’interpretazione di Exod. 24, nel quale si riferisce di una visione avuta dai “nobili” del popolo d’Israele, in seguito alla quale costoro “mangiarono e bevvero”. Il passo presenta diverse difficoltà interpretative, innanzitutto per quel che riguarda l’identificazione dei destinatari della visione. In secondo luogo, l’oggetto della visione costituisce un problema, poiché sembra presupporre una concezione antropomorfica della divinità. Infine, l’atto di mangiare e bere compiuto dai nobili introduce un elemento di materialità all’interno di un’esperienza paragonabile a quella profetica. È proprio la presenza di questo elemento materiale che determina il giudizio maimonideo relativo a tale episodio; la visione avuta dai nobili sarebbe stata, infatti, imperfetta. In cosa sia consistita l’imperfezione di questa visione non emerge chiaramente dall’argomentazione maimonidea. Scopo di questo contributo è dunque far luce sui passaggi meno chiari dell’esposizione maimonidea in merito all’errore compiuto dai nobili nell’episodio della visione, anche tramite il riferimento ai commentatori medievali di Maimonide e alla letteratura esegetica ebraica tradizionale. Si vedrà come tale errore vada concepito all’interno della struttura gnoseologica aristotelica, che presuppone la propedeuticità delle scienze in vista del raggiungimento della conoscenza più elevata.
Mosè Maimonide e l’errore dei nobili (Es. 24) / D. Di Segni (DOKIMION). - In: La nobiltà nel pensiero medievale / [a cura di] A. Palazzo, A. Colli, F. Bonini. - Fribourg : Academic Press Fribourg, 2016. - ISBN 9782827111107. - pp. 35-53
Mosè Maimonide e l’errore dei nobili (Es. 24)
D. Di Segni
2016
Abstract
La ‘Guida dei perplessi’ è concepita come un percorso di formazione per il raggiungimento della scienza maggiormente elevata e nobile, secondo il principio aristotelico della gradualità della conoscenza. Si trova un’applicazione di tale principio anche in una delle sezioni più propriamente esegetiche della ‘Guida’, ovvero nei capitoli dedicati all’interpretazione di Exod. 24, nel quale si riferisce di una visione avuta dai “nobili” del popolo d’Israele, in seguito alla quale costoro “mangiarono e bevvero”. Il passo presenta diverse difficoltà interpretative, innanzitutto per quel che riguarda l’identificazione dei destinatari della visione. In secondo luogo, l’oggetto della visione costituisce un problema, poiché sembra presupporre una concezione antropomorfica della divinità. Infine, l’atto di mangiare e bere compiuto dai nobili introduce un elemento di materialità all’interno di un’esperienza paragonabile a quella profetica. È proprio la presenza di questo elemento materiale che determina il giudizio maimonideo relativo a tale episodio; la visione avuta dai nobili sarebbe stata, infatti, imperfetta. In cosa sia consistita l’imperfezione di questa visione non emerge chiaramente dall’argomentazione maimonidea. Scopo di questo contributo è dunque far luce sui passaggi meno chiari dell’esposizione maimonidea in merito all’errore compiuto dai nobili nell’episodio della visione, anche tramite il riferimento ai commentatori medievali di Maimonide e alla letteratura esegetica ebraica tradizionale. Si vedrà come tale errore vada concepito all’interno della struttura gnoseologica aristotelica, che presuppone la propedeuticità delle scienze in vista del raggiungimento della conoscenza più elevata.File | Dimensione | Formato | |
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