The aim of this paper is to investigate the role of the social enterprise model in the bottom-up contrast to the mafia phenomenon from an economic, social and cultural point of view, both in traditional contexts such as the Calabrian one and in non-traditionals as in Milan, by analyzing its ability to mobilize civil society and multiply its economic resources through various combinations of social and cultural capital, even in a sector such as the agricultural one characterized by systemic illegality both in the production, with the presence of illegal forms of intermediation and exploitation of the work that comes to the so called “labor boss”, and in the supply chain, where we see an increasingly prominent role of mafia organizations within the wholesale markets of fruit and vegetables and in the money-laundering through the acquisition of agricultural land as well as in commercial fraud. Moving into the analysis of the liquid society by Zygmunt Bauman and the forms of capital and the conception of habitus by Pierre Bourdieu, we will analyze the case of the Isola di Capo Rizzuto’s cooperative Terre Joniche, in Croton province, on a confiscated asset to the Arena family, and the one of Casa Chiaravalle, the greatest asset confiscated from the mafias in Lombardy, run by a consortium of social enterprises in Milan, trying to understand the reasons for the success that characterized two experiences so far between them and to identify any points in common.

L’obiettivo di questo articolo è indagare il ruolo del modello di impresa sociale nel contrasto bottom-up al fenomeno mafioso dal punto di vista economico, sociale e culturale in contesti tradizionali come quello calabrese e non tradizionali come quello milanese, analizzando la sua capacità di mobilitare la società civile e di moltiplicare le proprie risorse economiche attraverso diverse combinazioni di capitale sociale e culturale, anche in un settore come quello agroalimentare caratterizzato da un’illegalità sistemica sia nella fase di produzione, con la presenza di forme di intermediazione illecita e di sfruttamento del lavoro che sfociano nel c.d. caporalato, sia nella filiera, dove assistiamo a un ruolo sempre più marcato delle organizzazioni mafiose all’interno dei mercati all’ingrosso dei prodotti ortofrutticoli sia nel riciclaggio di capitali attraverso l’acquisizione di terreni agricoli, nonché nelle frodi commerciali. Muovendosi all’interno dell’analisi della società liquida operata da Zygmunt Bauman e dalle forme di capitale e dalla concezione di habitus di Pierre Bourdieu, si analizzeranno il caso della cooperativa Terre Joniche di Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, sorta su un bene confiscato alla famiglia degli Arena, e quello di Casa Chiaravalle, il più grande bene confiscato alle mafie in Lombardia, gestito da un consorzio di imprese sociali a Milano, cercando di capire le ragioni del successo che hanno caratterizzato due esperienze così lontane tra loro e di identificare gli eventuali punti in comune.

Potere mafioso e Resistenza civile : i casi della cooperativa Terre Joniche di Isola di Capo Rizzuto e di Casa Chiaravalle a Milano nella sfida economica, sociale e culturale alla ‘ndrangheta / P. Farina, T. Aureliani, M. Maestri. - In: RASSEGNA ECONOMICA. - ISSN 0390-010X. - 80:1(2017), pp. 139-168.

Potere mafioso e Resistenza civile : i casi della cooperativa Terre Joniche di Isola di Capo Rizzuto e di Casa Chiaravalle a Milano nella sfida economica, sociale e culturale alla ‘ndrangheta

P. Farina
Primo
;
T. Aureliani
Secondo
;
M. Maestri
Ultimo
2017

Abstract

The aim of this paper is to investigate the role of the social enterprise model in the bottom-up contrast to the mafia phenomenon from an economic, social and cultural point of view, both in traditional contexts such as the Calabrian one and in non-traditionals as in Milan, by analyzing its ability to mobilize civil society and multiply its economic resources through various combinations of social and cultural capital, even in a sector such as the agricultural one characterized by systemic illegality both in the production, with the presence of illegal forms of intermediation and exploitation of the work that comes to the so called “labor boss”, and in the supply chain, where we see an increasingly prominent role of mafia organizations within the wholesale markets of fruit and vegetables and in the money-laundering through the acquisition of agricultural land as well as in commercial fraud. Moving into the analysis of the liquid society by Zygmunt Bauman and the forms of capital and the conception of habitus by Pierre Bourdieu, we will analyze the case of the Isola di Capo Rizzuto’s cooperative Terre Joniche, in Croton province, on a confiscated asset to the Arena family, and the one of Casa Chiaravalle, the greatest asset confiscated from the mafias in Lombardy, run by a consortium of social enterprises in Milan, trying to understand the reasons for the success that characterized two experiences so far between them and to identify any points in common.
L’obiettivo di questo articolo è indagare il ruolo del modello di impresa sociale nel contrasto bottom-up al fenomeno mafioso dal punto di vista economico, sociale e culturale in contesti tradizionali come quello calabrese e non tradizionali come quello milanese, analizzando la sua capacità di mobilitare la società civile e di moltiplicare le proprie risorse economiche attraverso diverse combinazioni di capitale sociale e culturale, anche in un settore come quello agroalimentare caratterizzato da un’illegalità sistemica sia nella fase di produzione, con la presenza di forme di intermediazione illecita e di sfruttamento del lavoro che sfociano nel c.d. caporalato, sia nella filiera, dove assistiamo a un ruolo sempre più marcato delle organizzazioni mafiose all’interno dei mercati all’ingrosso dei prodotti ortofrutticoli sia nel riciclaggio di capitali attraverso l’acquisizione di terreni agricoli, nonché nelle frodi commerciali. Muovendosi all’interno dell’analisi della società liquida operata da Zygmunt Bauman e dalle forme di capitale e dalla concezione di habitus di Pierre Bourdieu, si analizzeranno il caso della cooperativa Terre Joniche di Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, sorta su un bene confiscato alla famiglia degli Arena, e quello di Casa Chiaravalle, il più grande bene confiscato alle mafie in Lombardia, gestito da un consorzio di imprese sociali a Milano, cercando di capire le ragioni del successo che hanno caratterizzato due esperienze così lontane tra loro e di identificare gli eventuali punti in comune.
mafia; crimine organizzato; beni confiscati; habitus mafioso
Settore SPS/09 - Sociologia dei Processi economici e del Lavoro
Settore SPS/08 - Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
Settore SPS/07 - Sociologia Generale
2017
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