L’occasione si presta per sviluppare considerazioni sui modi in cui gli scrittori migranti hanno raccontato (e raccontano) l’incontro e il rapporto con la nuova lingua. Non di rado infatti, nelle opere della letteratura migrante in Italia, giunta ormai ai trent’anni dalla nascita, l’italiano è protagonista (Benussi-Cartago 2009). Come nel caso di Jhumpa Lahiri, che abbandona l’inglese per narrare In altre parole il suo «innamoramento per l’italiano e il processo di apprendimento della lingua» (Groppaldi-Sergio 2016). O come nelle riflessioni di chi, sulle pagine delle riviste dedicate alla letteratura migrante in Italia, ha ragionato sul significato profondo e recondito del proprio personale percorso di apprendimento. Ma non c’è apprendimento senza insegnamento; e infatti spesso, nelle scritture migranti, un posto di rilievo, forse ancora poco esplorato dalla critica, è occupato dagli insegnanti. Alcuni sono stati coautori o curatori di autobiografie scritte da immigrati che grazie al loro aiuto hanno raggiunto una competenza anche letteraria dell’italiano. Altri, non necessariamente professionisti dell’insegnamento, sono calorosamente e affettuosamente ricordati dagli autori nei Ringraziamenti finali delle loro opere. Anche la scuola assume un ruolo non marginale, vero ambiente di riferimento, come dimostrato dalle collane dedicate alla lettura scolastica, dai libri di educazione interculturale per ragazzi, dalle edizioni scolastiche di opere di successo (come l’edizione Garzanti Scuola di Io, venditore d’elefanti di Pap Khouma o l’edizione Loescher de La mia casa è dove sono di Igiaba Scego), e persino da antologie di testi di soli scrittori migranti (Sasso-Rigallo 2002). L’intento è dunque quello di rintracciare e confrontare diverse rappresentazioni letterarie di insegnamento/apprendimento di lingua nei testi degli autori migranti, spaziando tra autobiografie linguistiche, romanzi, racconti per l’infanzia. Il potenziale formativo di tali opere ha già attirato l’attenzione dell’editoria di settore, ma è il valore, non solo estetico, che permette, con una certa convinzione, di promuoverne la lettura in tutti gli ordini scolastici in quanto esempi “alti” non solo di apprendimento linguistico, ma anche di integrazione e alfabetizzazione (inter)culturale.

Insegnanti di lingua e apprendimento linguistico nelle opere degli scrittori migranti / J. Ferrari. ((Intervento presentato al 34. convegno Congresso AIPI Scienza, arte e letteratura: lingue, narrazioni, culture che si incrociano tenutosi a Genève nel 2021.

Insegnanti di lingua e apprendimento linguistico nelle opere degli scrittori migranti

J. Ferrari
2021

Abstract

L’occasione si presta per sviluppare considerazioni sui modi in cui gli scrittori migranti hanno raccontato (e raccontano) l’incontro e il rapporto con la nuova lingua. Non di rado infatti, nelle opere della letteratura migrante in Italia, giunta ormai ai trent’anni dalla nascita, l’italiano è protagonista (Benussi-Cartago 2009). Come nel caso di Jhumpa Lahiri, che abbandona l’inglese per narrare In altre parole il suo «innamoramento per l’italiano e il processo di apprendimento della lingua» (Groppaldi-Sergio 2016). O come nelle riflessioni di chi, sulle pagine delle riviste dedicate alla letteratura migrante in Italia, ha ragionato sul significato profondo e recondito del proprio personale percorso di apprendimento. Ma non c’è apprendimento senza insegnamento; e infatti spesso, nelle scritture migranti, un posto di rilievo, forse ancora poco esplorato dalla critica, è occupato dagli insegnanti. Alcuni sono stati coautori o curatori di autobiografie scritte da immigrati che grazie al loro aiuto hanno raggiunto una competenza anche letteraria dell’italiano. Altri, non necessariamente professionisti dell’insegnamento, sono calorosamente e affettuosamente ricordati dagli autori nei Ringraziamenti finali delle loro opere. Anche la scuola assume un ruolo non marginale, vero ambiente di riferimento, come dimostrato dalle collane dedicate alla lettura scolastica, dai libri di educazione interculturale per ragazzi, dalle edizioni scolastiche di opere di successo (come l’edizione Garzanti Scuola di Io, venditore d’elefanti di Pap Khouma o l’edizione Loescher de La mia casa è dove sono di Igiaba Scego), e persino da antologie di testi di soli scrittori migranti (Sasso-Rigallo 2002). L’intento è dunque quello di rintracciare e confrontare diverse rappresentazioni letterarie di insegnamento/apprendimento di lingua nei testi degli autori migranti, spaziando tra autobiografie linguistiche, romanzi, racconti per l’infanzia. Il potenziale formativo di tali opere ha già attirato l’attenzione dell’editoria di settore, ma è il valore, non solo estetico, che permette, con una certa convinzione, di promuoverne la lettura in tutti gli ordini scolastici in quanto esempi “alti” non solo di apprendimento linguistico, ma anche di integrazione e alfabetizzazione (inter)culturale.
29-giu-2021
Apprendimento linguistico; Autobiografia linguistica; Educazione interculturale; Italiano L2; Letteratura migrante
Settore L-FIL-LET/12 - Linguistica Italiana
Insegnanti di lingua e apprendimento linguistico nelle opere degli scrittori migranti / J. Ferrari. ((Intervento presentato al 34. convegno Congresso AIPI Scienza, arte e letteratura: lingue, narrazioni, culture che si incrociano tenutosi a Genève nel 2021.
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