Il consumo di insetti commestibili per la nutrizione umana sta guadagnando sempre più interesse nell’ambito del dibattito sulle sfide ambientali legate alla produzione di alimenti, in particolare di proteine, e sulla sicurezza alimentare. Mentre la crescente popolazione richiede una produzione alimentare maggiore, gli allevamenti intensivi e lo sfruttamento delle risorse ambientali causano un maggiore inquinamento influenzando anche il cambiamento climatico. Il consumo di insetti viene oggi ritenuto un’alternativa per integrare le maggiori richieste di proteine per l’uomo e per l’allevamento. Acheta domesticus (Orthoptera: Gryllidae), noto come il grillo del focolare, è tra le specie di maggior interesse per il consumo umano, grazie al suo elevato contenuto proteico. Allevamenti massali di grilli, oggi presenti in diversi parti del mondo, utilizzano come alimento mangime per polli o formulazioni per grilli contenti cereali. Nel presente progetto (MAIC “Modello per l’allevamento di insetti commestibili” – finanziato da Fondazione CARIPLO) viene indagato l’utilizzo di diete a basso costo, in termini ambientali ed economici, costituite da ingredienti di scarto e sottoprodotti derivanti dall’industria agroalimentare per l’allevamento di A. domesticus. Viene valutata la performance di crescita di A. domesticus su diversi substrati oltre che la presenza di eventuali rischi per la salute umana e l’ambiente. I sottoprodotti/scarti presi in considerazione sono le trebbie della birra, il trub (scarto dell’industria birraia), il distiller di mais, la vinaccia, frutta e verdura invenduta provenienti dalla grande distribuzione, le buccette di soia e la pula di riso. I substrati, da soli o in miscela anche con altre materie prime comunemente utilizzate in mangimistica, sono stati somministrati a grilli neonati fino alla comparsa degli adulti. Nel corso delle prove sono state valutate la sopravvivenza, il tasso di crescita, il peso raggiunto dai grilli e l’efficienza della conversione della biomassa. I substrati di crescita e le farine di grillo ottenute sono stati analizzati sia dal punto di vista nutrizionale, sia microbiologico e chimico per valutare l’eventuale presenza di microrganismi patogeni e di contaminanti. Dalle prove sperimentali è emerso che tutte le diete hanno permesso la crescita di Acheta domesticus fino allo stadio di adulto, con differenze statistiche significative tra le tesi. Tuttavia è stata riscontrata un’elevata mortalità nelle diverse tesi che ha influenzato i dati finali della prova. E’ necessario quindi indagare altri scarti e loro combinazioni che siano in grado di soddisfare in modo più efficiente il fabbisogno alimentare di A. domesticus. Dal punto di vista della sicurezza chimica e microbiologica, tutte le analisi effettuate hanno portato a risultati al di sotto dei limiti previsti per i mangimi da utilizzare nell’alimentazione degli animali destinati alla produzione di alimenti. I risultati acquisiti contribuiscono alle poche informazioni fino ad oggi disponibili sull’ottimizzazione di una dieta per l’allevamento di A. domesticus che comprenda scarti del settore agroalimentare in grado di ridurre i costi di produzione e l’impatto ambientale dell’allevamento, consentendo un riciclo degli scarti stessi e una loro valorizzazione.
Comparazione di diete per l’allevamento di Acheta domesticus, specie di interesse per l’alimentazione umana / C. Jucker, S. Belluco, D. Lupi, S. Savoldelli, L. Bonizzi, A. Ricci, A. Mascaretti, L. Gasco. ((Intervento presentato al 26. convegno Congresso Nazionale Italiano di Entomologia (CNIE) tenutosi a Torino nel 2021.
Comparazione di diete per l’allevamento di Acheta domesticus, specie di interesse per l’alimentazione umana
C. JuckerPrimo
;D. Lupi;S. Savoldelli;L. Bonizzi;A. Ricci;
2021
Abstract
Il consumo di insetti commestibili per la nutrizione umana sta guadagnando sempre più interesse nell’ambito del dibattito sulle sfide ambientali legate alla produzione di alimenti, in particolare di proteine, e sulla sicurezza alimentare. Mentre la crescente popolazione richiede una produzione alimentare maggiore, gli allevamenti intensivi e lo sfruttamento delle risorse ambientali causano un maggiore inquinamento influenzando anche il cambiamento climatico. Il consumo di insetti viene oggi ritenuto un’alternativa per integrare le maggiori richieste di proteine per l’uomo e per l’allevamento. Acheta domesticus (Orthoptera: Gryllidae), noto come il grillo del focolare, è tra le specie di maggior interesse per il consumo umano, grazie al suo elevato contenuto proteico. Allevamenti massali di grilli, oggi presenti in diversi parti del mondo, utilizzano come alimento mangime per polli o formulazioni per grilli contenti cereali. Nel presente progetto (MAIC “Modello per l’allevamento di insetti commestibili” – finanziato da Fondazione CARIPLO) viene indagato l’utilizzo di diete a basso costo, in termini ambientali ed economici, costituite da ingredienti di scarto e sottoprodotti derivanti dall’industria agroalimentare per l’allevamento di A. domesticus. Viene valutata la performance di crescita di A. domesticus su diversi substrati oltre che la presenza di eventuali rischi per la salute umana e l’ambiente. I sottoprodotti/scarti presi in considerazione sono le trebbie della birra, il trub (scarto dell’industria birraia), il distiller di mais, la vinaccia, frutta e verdura invenduta provenienti dalla grande distribuzione, le buccette di soia e la pula di riso. I substrati, da soli o in miscela anche con altre materie prime comunemente utilizzate in mangimistica, sono stati somministrati a grilli neonati fino alla comparsa degli adulti. Nel corso delle prove sono state valutate la sopravvivenza, il tasso di crescita, il peso raggiunto dai grilli e l’efficienza della conversione della biomassa. I substrati di crescita e le farine di grillo ottenute sono stati analizzati sia dal punto di vista nutrizionale, sia microbiologico e chimico per valutare l’eventuale presenza di microrganismi patogeni e di contaminanti. Dalle prove sperimentali è emerso che tutte le diete hanno permesso la crescita di Acheta domesticus fino allo stadio di adulto, con differenze statistiche significative tra le tesi. Tuttavia è stata riscontrata un’elevata mortalità nelle diverse tesi che ha influenzato i dati finali della prova. E’ necessario quindi indagare altri scarti e loro combinazioni che siano in grado di soddisfare in modo più efficiente il fabbisogno alimentare di A. domesticus. Dal punto di vista della sicurezza chimica e microbiologica, tutte le analisi effettuate hanno portato a risultati al di sotto dei limiti previsti per i mangimi da utilizzare nell’alimentazione degli animali destinati alla produzione di alimenti. I risultati acquisiti contribuiscono alle poche informazioni fino ad oggi disponibili sull’ottimizzazione di una dieta per l’allevamento di A. domesticus che comprenda scarti del settore agroalimentare in grado di ridurre i costi di produzione e l’impatto ambientale dell’allevamento, consentendo un riciclo degli scarti stessi e una loro valorizzazione.Pubblicazioni consigliate
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