Raterio di Verona dedica alla figura del re i due libri centrali (III e IV) dei suoi Praeloquia, lungo trattato parenetico sui doveri dei buoni cristiani. Un’attenta esegesi e l’inquadramento dell’opera nel contesto della sua composizione consente di comprenderne appieno il significato e i riferimenti politici: i due libri, scritti in prigionia dopo che Raterio fu allontanato della cattedra veronese con l’accusa di tradimento da re Ugo, pur richiamando in parte il modello dello “specchio del principe” di tradizione carolingia, sono costruiti dal vescovo come atto d’accusa per il comportamento del re nei suoi confronti: non solo Ugo lo ha sottratto alla sua chiesa senza un processo canonico, ma la volontà di colpire il vescovo di Verona dipende in realtà dall’opposizione di Raterio alle mire del re sui beni della chiesa veronese.

Il problema della regalità nei Praeloquia di Raterio di Verona / G. Vignodelli (QUADERNI DIPARTIMENTO DI PALEOGRAFIA E MEDIEVISTICA. DOTTORATO). - In: "C'era una volta un re..." : aspetti e momenti della regalità / [a cura di] G. Isabella. - Bologna : CLUEB, 2005. - ISBN 8849124546. - pp. 59-74 (( convegno Seminario del dottorato in Storia medievale tenutosi a Bologna nel 2003.

Il problema della regalità nei Praeloquia di Raterio di Verona

G. Vignodelli
2005

Abstract

Raterio di Verona dedica alla figura del re i due libri centrali (III e IV) dei suoi Praeloquia, lungo trattato parenetico sui doveri dei buoni cristiani. Un’attenta esegesi e l’inquadramento dell’opera nel contesto della sua composizione consente di comprenderne appieno il significato e i riferimenti politici: i due libri, scritti in prigionia dopo che Raterio fu allontanato della cattedra veronese con l’accusa di tradimento da re Ugo, pur richiamando in parte il modello dello “specchio del principe” di tradizione carolingia, sono costruiti dal vescovo come atto d’accusa per il comportamento del re nei suoi confronti: non solo Ugo lo ha sottratto alla sua chiesa senza un processo canonico, ma la volontà di colpire il vescovo di Verona dipende in realtà dall’opposizione di Raterio alle mire del re sui beni della chiesa veronese.
Settore M-STO/01 - Storia Medievale
2005
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