Introduzione:Le occlusioni intestinali rappresentano oggi una delle principali cause di accesso in Pronto Soccorso in regime di urgenza, in particolare per pazienti in età avanzata. Nonostante la presentazione clinica spesso richieda un approccio tradizionale al fine di evitare lesioni viscerali iatrogene già nel corso dell’accesso alla cavità addominale, la tecnica laparoscopica può trovare in alcuni casi una valida applicazione senza condizionare l’outcome del paziente in senso peggiorativo. Presentiamo un caso di occlusione intestinale secondaria a briglia aderenziale approcciato inizialmente in laparoscopica avvalendosi di una visione 3D e della fluorescenza con verde di indocianina (ICG) per la valutazione della perfusione intestinale. Materiale e Metodi:Il caso riguarda un paziente di sesso maschile di 77 anni, presentatosi presso il Dipartimento di Urgenza in seguito alla comparsa di addominalgia ingravescente e vomito. Gli accertamenti eseguiti permettevano di evidenziare un quadro di occlusione intestinale sostenuto da una verosimile briglia aderenziale condizionante un franco salto di calibro ileale. In considerazione dei reperti strumentali e valutati i possibili rischi, il paziente veniva candidato ad esplorazione laparoscopica, risultata performante riguardo la lisi dell’aderenza e con possibilità di eseguire una valutazione mediante fluorescenza ICG; stante l’evidente ischemia di un tratto limitato di ileo, si procedeva quindi a mini-laparotomia e resezione ileale. Risultati: In seguito all’intervento chirurgico, il decorso post-operatorio si svolgeva regolarmente, gestito mediante un protocollo ERAS e con dimissione in V giornata po in completa autonomia del paziente al domicilio. A 30 gg dalla dimissioni, il paziente non ha manifestato complicanze o sequele di sorta. Conclusioni: L’approccio mini-invasivo nella patologia occlusiva intestinale è spesso limitato da quadri di importante distensione intestinale e da condizioni del paziente che, stante il contesto di urgenza-emergenza, ne aumentano sensibilmente il rischio peri-operatorio. Nonostante ciò, in casi selezionati, la tecnica laparoscopica non solo è possibile ma può garantire migliori outcome post-operatori. Inoltre, le nuove tecnologie a disposizione del chirurgo, come ad esempio il verde di indocianina o la visione in alta definizione, sono sempre più un valido ausilio per definire il migliore trattamento chirurgico, in particolare in sede intra-operatoria. Il caso esposto, per quanto abbia richiesto il confezionamento di una mini-laparotomia per essere portato a conclusione, conferma l’utilità delle metodiche descritte e può essere uno spunto di partenza per chiunque approcci la patologia occlusiva in un contesto di urgenza.
Occlusioni intestinali su base aderenziale : approccio laparoscopica e nuove tecnologie / N.M. Mariani, M. Barabino, G. Epifani, G. Iacob, G. Piccolo, A. Pisani Ceretti, E. Opocher. ((Intervento presentato al 47. convegno Congresso della Società Italiana di Chirurgia d'Urgenza tenutosi a Verona nel 2019.
Occlusioni intestinali su base aderenziale : approccio laparoscopica e nuove tecnologie
N.M. Mariani;M. Barabino;G. Epifani;G. Iacob;E. Opocher
2019
Abstract
Introduzione:Le occlusioni intestinali rappresentano oggi una delle principali cause di accesso in Pronto Soccorso in regime di urgenza, in particolare per pazienti in età avanzata. Nonostante la presentazione clinica spesso richieda un approccio tradizionale al fine di evitare lesioni viscerali iatrogene già nel corso dell’accesso alla cavità addominale, la tecnica laparoscopica può trovare in alcuni casi una valida applicazione senza condizionare l’outcome del paziente in senso peggiorativo. Presentiamo un caso di occlusione intestinale secondaria a briglia aderenziale approcciato inizialmente in laparoscopica avvalendosi di una visione 3D e della fluorescenza con verde di indocianina (ICG) per la valutazione della perfusione intestinale. Materiale e Metodi:Il caso riguarda un paziente di sesso maschile di 77 anni, presentatosi presso il Dipartimento di Urgenza in seguito alla comparsa di addominalgia ingravescente e vomito. Gli accertamenti eseguiti permettevano di evidenziare un quadro di occlusione intestinale sostenuto da una verosimile briglia aderenziale condizionante un franco salto di calibro ileale. In considerazione dei reperti strumentali e valutati i possibili rischi, il paziente veniva candidato ad esplorazione laparoscopica, risultata performante riguardo la lisi dell’aderenza e con possibilità di eseguire una valutazione mediante fluorescenza ICG; stante l’evidente ischemia di un tratto limitato di ileo, si procedeva quindi a mini-laparotomia e resezione ileale. Risultati: In seguito all’intervento chirurgico, il decorso post-operatorio si svolgeva regolarmente, gestito mediante un protocollo ERAS e con dimissione in V giornata po in completa autonomia del paziente al domicilio. A 30 gg dalla dimissioni, il paziente non ha manifestato complicanze o sequele di sorta. Conclusioni: L’approccio mini-invasivo nella patologia occlusiva intestinale è spesso limitato da quadri di importante distensione intestinale e da condizioni del paziente che, stante il contesto di urgenza-emergenza, ne aumentano sensibilmente il rischio peri-operatorio. Nonostante ciò, in casi selezionati, la tecnica laparoscopica non solo è possibile ma può garantire migliori outcome post-operatori. Inoltre, le nuove tecnologie a disposizione del chirurgo, come ad esempio il verde di indocianina o la visione in alta definizione, sono sempre più un valido ausilio per definire il migliore trattamento chirurgico, in particolare in sede intra-operatoria. Il caso esposto, per quanto abbia richiesto il confezionamento di una mini-laparotomia per essere portato a conclusione, conferma l’utilità delle metodiche descritte e può essere uno spunto di partenza per chiunque approcci la patologia occlusiva in un contesto di urgenza.Pubblicazioni consigliate
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