Nella Milano al tempo del collezionismo ottocentesco, spicca la figura di Elia Lattes che condizionò le sorti intellettuali e culturali della ricerca etruscologica. Questa nota muove dall’alba della Accademia scientifico-letteraria di Milano, quando Graziadio Isaia Ascoli stava preparando la chiamata di Elia Lattes come docente straordinario. Nella fitta corrispondenza fra i due, si coglie il forte impatto che il travaglio culturale a monte della scelta per la titolatura dei corsi delle nascenti Facoltà letterarie dopo l’Unificazione ebbe sul futuro della ricerca in campo antichistico. Il titolo del primo corso tenuto da E. Lattes nel 1865 è “Antichità Civili Greche e Romane”, intese come studio delle Istituzioni, distinguendo per la prima volta, come ben specificato nella prolusione al corso, fra studi volti ai resti del passato e studi volti ai testi letterari e epigrafici. Il suo metodo era improntato alle scienze naturali, di tradizione illuministica, e alla filologia germanica, con impostazione assai diversa rispetto a quella di Bernardino Biondelli, studioso ecclettico, collezionista, convinto assertore della necessità di una “archeologia romantica” e dagli ampi confini, cui era stato affidato dall’inizio l’insegnamento di Archeologia e Numismatica. Fa parte della personale vicenda di E. Lattes, maturata sullo sfondo dei corsi e ricorsi umani e scientifici dell’Accademia scientifico-letteraria milanese, l’aver saputo volgere la ricerca antiquaria dallo studio centrato su Roma all’ineludibile eredità etrusca e raccogliere per la crescita intellettuale della nascente nazione italiana una preziosa tradizione di studi. Si manterrà così nel tempo una particolare attenzione a una visione comparata di serie testimoniali oggetto di discipline diverse, così come postulato nella prolusione al primo corso di E. Lattes all’Accademia (1865), e trasparente nel riferimento costante in epigrafia alla «suppellettile italica e greca» ricordata come indispensabile «alla interpretazione del linguaggio etrusco».
Elia Lattes a Milano al tempo del collezionismo ottocentesco / G. Bagnasco (ATTI). - In: Immaginare l'unità d'Italia : gli Etruschi a Milano tra collezionismo e tutela : atti del Convegno internazionale, Palazzo Litta, 30-31 maggio 2019Prima edizione. - Milano : Fondazione Luigi Rovati, 2020. - ISBN 9788831338028. - pp. 102-111 (( convegno Immaginare l’Unità d’Italia : gli Etruschi a Milano tra collezionismo e tutela tenutosi a Milano nel 2019.
Elia Lattes a Milano al tempo del collezionismo ottocentesco
G. Bagnasco
2020
Abstract
Nella Milano al tempo del collezionismo ottocentesco, spicca la figura di Elia Lattes che condizionò le sorti intellettuali e culturali della ricerca etruscologica. Questa nota muove dall’alba della Accademia scientifico-letteraria di Milano, quando Graziadio Isaia Ascoli stava preparando la chiamata di Elia Lattes come docente straordinario. Nella fitta corrispondenza fra i due, si coglie il forte impatto che il travaglio culturale a monte della scelta per la titolatura dei corsi delle nascenti Facoltà letterarie dopo l’Unificazione ebbe sul futuro della ricerca in campo antichistico. Il titolo del primo corso tenuto da E. Lattes nel 1865 è “Antichità Civili Greche e Romane”, intese come studio delle Istituzioni, distinguendo per la prima volta, come ben specificato nella prolusione al corso, fra studi volti ai resti del passato e studi volti ai testi letterari e epigrafici. Il suo metodo era improntato alle scienze naturali, di tradizione illuministica, e alla filologia germanica, con impostazione assai diversa rispetto a quella di Bernardino Biondelli, studioso ecclettico, collezionista, convinto assertore della necessità di una “archeologia romantica” e dagli ampi confini, cui era stato affidato dall’inizio l’insegnamento di Archeologia e Numismatica. Fa parte della personale vicenda di E. Lattes, maturata sullo sfondo dei corsi e ricorsi umani e scientifici dell’Accademia scientifico-letteraria milanese, l’aver saputo volgere la ricerca antiquaria dallo studio centrato su Roma all’ineludibile eredità etrusca e raccogliere per la crescita intellettuale della nascente nazione italiana una preziosa tradizione di studi. Si manterrà così nel tempo una particolare attenzione a una visione comparata di serie testimoniali oggetto di discipline diverse, così come postulato nella prolusione al primo corso di E. Lattes all’Accademia (1865), e trasparente nel riferimento costante in epigrafia alla «suppellettile italica e greca» ricordata come indispensabile «alla interpretazione del linguaggio etrusco».File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
BagnascoGianni2020_Collezionismo_AIR.pdf
accesso riservato
Tipologia:
Publisher's version/PDF
Dimensione
7.45 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.45 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.