Il termine «integrazione», riferito all’inserimento degli immigrati nelle società riceventi, dà luogo a molte discussioni e a non poche confusioni. Occorre distinguere in primo luogo tra la dimensione dell’integrazione come processo sociale che avviene per così dire “dal basso”, e quella dell’integrazione degli immigrati come obiettivo consapevole di un insieme di politiche, perseguito quindi “dall’alto”: ossia, in sintesi, delle politiche d’integrazione, come strategia pubblica, esplicita, di governo del fenomeno. Le politiche evidentemente incidono sui processi d’integrazione, ma questi sono influenzati da svariati fattori, che vanno oltre le politiche esplicite in materia: vi contribuiscono anzitutto il mercato del lavoro, che può offrire o meno opportunità di lavoro, di crescita professionale, di sviluppo di attività indipendenti; le politiche di welfare, con la loro capacità di offrire protezione sociale e di attutire le disuguaglianze di partenza; i sistemi educativi, come ascensore sociale per le seconde generazioni; le società civili con le loro organizzazioni pro-sociali e l’impegno a contrastare razzismi e discriminazioni. Per es., negli Stati Uniti diverse ondate di immigrati europei si sono integrati nella maggior parte dei casi in modo soddisfacente non per effetto di politiche d’integrazione particolarmente generose, ma grazie alle opportunità offerte da un mercato per decenni straordinariamente dinamico; in Germania il robusto e universalistico sistema di welfare ha prodotto nei fatti molta più integrazione degli immigrati delle politiche di altri paesi, apparentemente più liberali, ma non sostenute da una dotazione altrettanto consistente di misure di politica sociale.

L'integrazione degli immigrati: una mappa concettuale / M. Ambrosini - In: L'integrazione dimenticata : Riflessioni per un modello italiano di convivenza partecipata tra immigrati e autoctoni / [a cura di] B. Coccia, L. Di Sciullo. - Prima edizione. - [s.l] : Centro Studi e Ricerche IDOS, 2020. - ISBN 9788864800622. - pp. 33-39

L'integrazione degli immigrati: una mappa concettuale

M. Ambrosini
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2020

Abstract

Il termine «integrazione», riferito all’inserimento degli immigrati nelle società riceventi, dà luogo a molte discussioni e a non poche confusioni. Occorre distinguere in primo luogo tra la dimensione dell’integrazione come processo sociale che avviene per così dire “dal basso”, e quella dell’integrazione degli immigrati come obiettivo consapevole di un insieme di politiche, perseguito quindi “dall’alto”: ossia, in sintesi, delle politiche d’integrazione, come strategia pubblica, esplicita, di governo del fenomeno. Le politiche evidentemente incidono sui processi d’integrazione, ma questi sono influenzati da svariati fattori, che vanno oltre le politiche esplicite in materia: vi contribuiscono anzitutto il mercato del lavoro, che può offrire o meno opportunità di lavoro, di crescita professionale, di sviluppo di attività indipendenti; le politiche di welfare, con la loro capacità di offrire protezione sociale e di attutire le disuguaglianze di partenza; i sistemi educativi, come ascensore sociale per le seconde generazioni; le società civili con le loro organizzazioni pro-sociali e l’impegno a contrastare razzismi e discriminazioni. Per es., negli Stati Uniti diverse ondate di immigrati europei si sono integrati nella maggior parte dei casi in modo soddisfacente non per effetto di politiche d’integrazione particolarmente generose, ma grazie alle opportunità offerte da un mercato per decenni straordinariamente dinamico; in Germania il robusto e universalistico sistema di welfare ha prodotto nei fatti molta più integrazione degli immigrati delle politiche di altri paesi, apparentemente più liberali, ma non sostenute da una dotazione altrettanto consistente di misure di politica sociale.
Immigrazione; integrazione; politiche migratorie; politiche locali
Settore SPS/07 - Sociologia Generale
Settore SPS/10 - Sociologia dell'Ambiente e del Territorio
2020
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