IX Ecloghe esce nel 1962, in un tempo di profonde trasformazioni sociali e culturali, nell’epoca della neoavanguardia. La dispositio del libro rivela, come frequentemente accade nell’opera di Zanzotto, un’organizzazione rigorosa che implica un ordine macrostrutturale, con un proemio, un epilogo, e nove ecloghe, ciascuna seguita da un componimento con il quale ha una relazione tematica. Un intermezzo di sette liriche divide in due parti la silloge. Soprattutto il modello bucolico virgiliano rappresenta il riferimento fondamentale, rispetto al quale il discorso poetico si sviluppa. Le forme idillico-pastorali coesistono con una sperimentazione del linguaggio che accumula opposizioni, contrasti, escursioni lessicali, lungo una versificazione che ancora una volta presenta la regolarità di endecasillabi e settenari accanto a versi liberi e irregolari. La forma retorica delle liriche si declina in un dialogo gestito da un’orchestrazione di persone, e tale metamorfosi mette in scena voci che parlano del canto e della poesia. I canoni della classicità e i modi dell’amor cortese investono la rappresentazione di un io, travolto al tempo stesso dalla crisi della modernità e dall’accelerazione della storia.
Questo canto che stona ma commemora norme: le ecloghe di Andrea Zanzotto / L. Neri. - In: L'ULISSE. - ISSN 1973-2740. - 2020:23(2020), pp. 242-251.
Questo canto che stona ma commemora norme: le ecloghe di Andrea Zanzotto
L. Neri
2020
Abstract
IX Ecloghe esce nel 1962, in un tempo di profonde trasformazioni sociali e culturali, nell’epoca della neoavanguardia. La dispositio del libro rivela, come frequentemente accade nell’opera di Zanzotto, un’organizzazione rigorosa che implica un ordine macrostrutturale, con un proemio, un epilogo, e nove ecloghe, ciascuna seguita da un componimento con il quale ha una relazione tematica. Un intermezzo di sette liriche divide in due parti la silloge. Soprattutto il modello bucolico virgiliano rappresenta il riferimento fondamentale, rispetto al quale il discorso poetico si sviluppa. Le forme idillico-pastorali coesistono con una sperimentazione del linguaggio che accumula opposizioni, contrasti, escursioni lessicali, lungo una versificazione che ancora una volta presenta la regolarità di endecasillabi e settenari accanto a versi liberi e irregolari. La forma retorica delle liriche si declina in un dialogo gestito da un’orchestrazione di persone, e tale metamorfosi mette in scena voci che parlano del canto e della poesia. I canoni della classicità e i modi dell’amor cortese investono la rappresentazione di un io, travolto al tempo stesso dalla crisi della modernità e dall’accelerazione della storia.File | Dimensione | Formato | |
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