Lo scritto analizza la decisione del 5 maggio 2020 (2 BvR 859/15, 2 BvR 980/16, 2 BvR 2006/15, 2 BvR 1651/15), con cui la Corte costituzionale Federale tedesca ha pesantemente censurato la legittimità “democratica” del Public Sector Purchase Programme della Banca Centrale Europea (finalizzato, attraverso l’acquisto di titoli emessi da governi, agenzie pubbliche e istituzioni internazionali situate nell’area euro, a sostenere l’economia degli Stati membri e ad aumentare l’inflazione dell’eurozona fino alla soglia del 2%), contestualmente “disapplicando” la sentenza della CGEU dell’11 dicembre 2018, che invece quel Programma aveva“validato”, nell’ambito di quello che appare un sorprendente sovvertimento del rapporto “gerarchico” tra CGUE e autorità giudiziarie nazionali. L’Autore colloca la decisione nel contesto degli annosi e conflittuali rapporti tra Stati membri e istituzioni europee, da un lato, e tra corti costituzionali nazionali e CGUE, dall’altro, illustrando le possibili ripercussioni della decisione sul piano giuridico, economico e politico-istituzionale e, in definitiva, sulla sopravvivenza dell’eurozona.
L’incerto destino dell’eurozona a seguito della decisione della Corte costituzionale tedesca del 5 maggio 2020 / A. Henke. - In: IL CORRIERE GIURIDICO. - ISSN 1591-4232. - 37:10(2020), pp. 1165-1177.
L’incerto destino dell’eurozona a seguito della decisione della Corte costituzionale tedesca del 5 maggio 2020
A. Henke
2020
Abstract
Lo scritto analizza la decisione del 5 maggio 2020 (2 BvR 859/15, 2 BvR 980/16, 2 BvR 2006/15, 2 BvR 1651/15), con cui la Corte costituzionale Federale tedesca ha pesantemente censurato la legittimità “democratica” del Public Sector Purchase Programme della Banca Centrale Europea (finalizzato, attraverso l’acquisto di titoli emessi da governi, agenzie pubbliche e istituzioni internazionali situate nell’area euro, a sostenere l’economia degli Stati membri e ad aumentare l’inflazione dell’eurozona fino alla soglia del 2%), contestualmente “disapplicando” la sentenza della CGEU dell’11 dicembre 2018, che invece quel Programma aveva“validato”, nell’ambito di quello che appare un sorprendente sovvertimento del rapporto “gerarchico” tra CGUE e autorità giudiziarie nazionali. L’Autore colloca la decisione nel contesto degli annosi e conflittuali rapporti tra Stati membri e istituzioni europee, da un lato, e tra corti costituzionali nazionali e CGUE, dall’altro, illustrando le possibili ripercussioni della decisione sul piano giuridico, economico e politico-istituzionale e, in definitiva, sulla sopravvivenza dell’eurozona.File | Dimensione | Formato | |
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