Cooking is the vital process of rendering potential foodstuffs edible, accessible and appropriate both in biological and in socio-cultural terms. Despite being too long neglected in archaeological studies, the food production processes have left remains that make up a very large part of the archaeological record. The aim of this paper is to outline a scenario of the Greek-style cooking vessels found along the western Mediterranean coasts between the Archaic and the Hellenistic period, namely within the main Etruscan and Greek ports of trade and wrecks, in order to highlight the cultural impact and the developments of this crucial aspect in the cultural and social life. The main objects of the research is a particular cooking ware produced in Greece between the sixth century BCE and the Romanization, widespread all around the Mediterranean sea, consisting of handy and refractory vessels (named for example chytra, kakkabe, lopas, thyeia). The case-study is the Adriatic hub of Spina (near Comacchio, Ferrara), founded by the Etruscans at the end of the 6th century BCE, and one of the main economic partners of Athens during the 5th until the middle 4th BCE. Ongoing multidisciplinary projects are trying to return the complex interaction between the local (i.e 'etruscan') culinary habits and the Greek culture, in terms of availability, preferences, economic choices, trough the adoption of multiple investigation methodologies including archaeology, archaeometry, archaeozoology, archaeobotany, biochemistry.

A lungo sottovalutati dall’archeologia tradizionale, i resti materiali prodotti dall’uomo durante le fasi di produzione ed elaborazione degli alimenti rappresentano un bacino di informazioni fondamentale per la comprensione degli aspetti legati alla quotidiana nel passato. In questo contributo viene approfondito un momento paradigmatico per la storia del cibo, cioè l’espansione greca in Occidente, periodo di grandi trasformazioni culturali e di innovazioni anche da un punto di vista culinario: nascono ora nuovi metodi di conservazione, di preparazione e di cottura, nuove ricette, e una cultura gastronomica che impone mode e modelli internazionali. Tra il VI e il III secolo BCE, lungo tutte le coste del Mediterraneo, scoperte recenti documentano infatti il diffondersi di pentole e strumenti da cucina nuovi e particolari, di produzione greca: si tratta di vasellame refrattario e resistente, con forme e funzioni inedite (chytra, kakkabe, lopas, thyeia etc.), che in alcuni casi possiamo ricollegare a metodi di cottura e a ricette noti dalle fonti letterarie. Il caso specifico del porto nord adriatico di Spina restituisce possibili fenomeni d’interazione tra le tradizioni locali (etrusche e italiche) e le nuove mode giunte da Atene in tema di banchetto e di simposio. Attraverso l’incrocio di dati da diverse discipline (archeologia, archeometria, archeozoologia, archeobotanica, antropologia fisica), sarà possibile ricostruire con sempre maggior dettaglio una dieta multiculturale del passato, tenendo in considerazione le varie implicazioni in campo economico, sociale e storico.

Mangiare alla greca a Spina. Vasi, ricette e culture nel Mediterraneo occidentale tra VI e III sec. BCE / L. Zamboni. - In: LANX. - ISSN 2035-4797. - 9:23(2016), pp. 87-110. [10.13130/2035-4797/9155]

Mangiare alla greca a Spina. Vasi, ricette e culture nel Mediterraneo occidentale tra VI e III sec. BCE

L. Zamboni
2016

Abstract

Cooking is the vital process of rendering potential foodstuffs edible, accessible and appropriate both in biological and in socio-cultural terms. Despite being too long neglected in archaeological studies, the food production processes have left remains that make up a very large part of the archaeological record. The aim of this paper is to outline a scenario of the Greek-style cooking vessels found along the western Mediterranean coasts between the Archaic and the Hellenistic period, namely within the main Etruscan and Greek ports of trade and wrecks, in order to highlight the cultural impact and the developments of this crucial aspect in the cultural and social life. The main objects of the research is a particular cooking ware produced in Greece between the sixth century BCE and the Romanization, widespread all around the Mediterranean sea, consisting of handy and refractory vessels (named for example chytra, kakkabe, lopas, thyeia). The case-study is the Adriatic hub of Spina (near Comacchio, Ferrara), founded by the Etruscans at the end of the 6th century BCE, and one of the main economic partners of Athens during the 5th until the middle 4th BCE. Ongoing multidisciplinary projects are trying to return the complex interaction between the local (i.e 'etruscan') culinary habits and the Greek culture, in terms of availability, preferences, economic choices, trough the adoption of multiple investigation methodologies including archaeology, archaeometry, archaeozoology, archaeobotany, biochemistry.
A lungo sottovalutati dall’archeologia tradizionale, i resti materiali prodotti dall’uomo durante le fasi di produzione ed elaborazione degli alimenti rappresentano un bacino di informazioni fondamentale per la comprensione degli aspetti legati alla quotidiana nel passato. In questo contributo viene approfondito un momento paradigmatico per la storia del cibo, cioè l’espansione greca in Occidente, periodo di grandi trasformazioni culturali e di innovazioni anche da un punto di vista culinario: nascono ora nuovi metodi di conservazione, di preparazione e di cottura, nuove ricette, e una cultura gastronomica che impone mode e modelli internazionali. Tra il VI e il III secolo BCE, lungo tutte le coste del Mediterraneo, scoperte recenti documentano infatti il diffondersi di pentole e strumenti da cucina nuovi e particolari, di produzione greca: si tratta di vasellame refrattario e resistente, con forme e funzioni inedite (chytra, kakkabe, lopas, thyeia etc.), che in alcuni casi possiamo ricollegare a metodi di cottura e a ricette noti dalle fonti letterarie. Il caso specifico del porto nord adriatico di Spina restituisce possibili fenomeni d’interazione tra le tradizioni locali (etrusche e italiche) e le nuove mode giunte da Atene in tema di banchetto e di simposio. Attraverso l’incrocio di dati da diverse discipline (archeologia, archeometria, archeozoologia, archeobotanica, antropologia fisica), sarà possibile ricostruire con sempre maggior dettaglio una dieta multiculturale del passato, tenendo in considerazione le varie implicazioni in campo economico, sociale e storico.
Archeologia del cibo; Ceramica da cucina; Sistemi di produzione e di circolazione; Etnicità e identità culturale; Mediterraneo occidentale e Spina
Settore L-ANT/07 - Archeologia Classica
2016
2017
Article (author)
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
ZAMBONI L. 2016, Mangiare alla greca.pdf

accesso aperto

Tipologia: Publisher's version/PDF
Dimensione 989.35 kB
Formato Adobe PDF
989.35 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/789796
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? 0
social impact