A green area, a public park should always represent the genius loci of the locality in which they are located, in many cases they represented the element of change of a place until it became its most important, if not the protagonist, the development engine of that site. This is valid not only for public spaces built in the past, but also in the present, among the ancient examples the transformation of historic walls into important public avenues or coastal walks with palm and other exotic trees, in the contemporary the High Line is the pivot of a new cool neighborhood in New York. In this study we want to demonstrate the importance of using autochthonous ‘plants’ in creating a green area. Based on numerous scientific studies, invasive exotic plants must not be introduced, but rather native ones for an ecologically sustainable project of an open and urban public space. Through examples of successful applications and not, the in-depth analysis will be mainly on herbaceous plants starting from Oudolf theory on the chromatic, formal and dimensional alternation of them. The intent is to provide guidelines, through the two case studies in New York and Rotterdam, for a sustainable architectural composition of herbaceous plants, with the use of native species easily available in situ.

Un’area verde, un parco pubblico dovrebbero sempre rappresentare il genius loci della località in cui si trovano, in molti casi hanno rappresentato l’elemento di cambiamento di un luogo fino a diventarne la caratteristica più importante, se non addirittura il protagonista, il motore di sviluppo di quel sito. Questo è valido non solo per spazi pubblici realizzati nel passato, ma anche nel presente, tra gli esempi antichi la trasformazione di antiche mura in importanti viali pubblici o passeggiate rivierasche con palme ed altri alberi esotici, nel contemporaneo la High Line cardine di un nuovo quartiere cool di New York. In questo studio si vuole dimostrare l’importanza dell’utilizzo di ‘piante’ autoctone nella realizzazione di un’area verde; per un progetto ecologicamente sostenibile di uno spazio aperto pubblico urbano non si devono introdurre piante esotiche invasive, ma soprattutto native, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Attraverso esempi di applicazioni riuscite e non, l’approfondimento è soprattutto sulle piante erbacee a partire dalla teoria di Oudolf sulla alternanza cromatica, formale e dimensionale di esse. L’intento è quello di fornire delle linee guida, attraverso i due casi studio di New York e di Rotterdam, per una composizione architettonica sostenibile delle piante erbacee, con l’utilizzo di specie autoctone facilmente reperibili in sito.

The ‘Green’ as Element of Regional Identity / P. Burlando, I. Vagge - In: De -Sign : Environment Landscape City_2020 / [a cura di] G. Pellegri. - [s.l] : Genova University Press, 2020. - ISBN 9788836180424. - pp. 263-272 (( convegno De -Sign: Environmental Landscape City : International Conference on Drawing tenutosi a Genova nel 2020.

The ‘Green’ as Element of Regional Identity

I. Vagge
Ultimo
2020

Abstract

A green area, a public park should always represent the genius loci of the locality in which they are located, in many cases they represented the element of change of a place until it became its most important, if not the protagonist, the development engine of that site. This is valid not only for public spaces built in the past, but also in the present, among the ancient examples the transformation of historic walls into important public avenues or coastal walks with palm and other exotic trees, in the contemporary the High Line is the pivot of a new cool neighborhood in New York. In this study we want to demonstrate the importance of using autochthonous ‘plants’ in creating a green area. Based on numerous scientific studies, invasive exotic plants must not be introduced, but rather native ones for an ecologically sustainable project of an open and urban public space. Through examples of successful applications and not, the in-depth analysis will be mainly on herbaceous plants starting from Oudolf theory on the chromatic, formal and dimensional alternation of them. The intent is to provide guidelines, through the two case studies in New York and Rotterdam, for a sustainable architectural composition of herbaceous plants, with the use of native species easily available in situ.
Un’area verde, un parco pubblico dovrebbero sempre rappresentare il genius loci della località in cui si trovano, in molti casi hanno rappresentato l’elemento di cambiamento di un luogo fino a diventarne la caratteristica più importante, se non addirittura il protagonista, il motore di sviluppo di quel sito. Questo è valido non solo per spazi pubblici realizzati nel passato, ma anche nel presente, tra gli esempi antichi la trasformazione di antiche mura in importanti viali pubblici o passeggiate rivierasche con palme ed altri alberi esotici, nel contemporaneo la High Line cardine di un nuovo quartiere cool di New York. In questo studio si vuole dimostrare l’importanza dell’utilizzo di ‘piante’ autoctone nella realizzazione di un’area verde; per un progetto ecologicamente sostenibile di uno spazio aperto pubblico urbano non si devono introdurre piante esotiche invasive, ma soprattutto native, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Attraverso esempi di applicazioni riuscite e non, l’approfondimento è soprattutto sulle piante erbacee a partire dalla teoria di Oudolf sulla alternanza cromatica, formale e dimensionale di esse. L’intento è quello di fornire delle linee guida, attraverso i due casi studio di New York e di Rotterdam, per una composizione architettonica sostenibile delle piante erbacee, con l’utilizzo di specie autoctone facilmente reperibili in sito.
Settore BIO/03 - Botanica Ambientale e Applicata
Settore ICAR/15 - Architettura del Paesaggio
2020
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