Lo studio delle migrazioni come fatto sociale totale è al tempo stesso, secondo Abdelmalek Sayad, storia sociale delle relazioni tra le società d’emigrazione ed immigrazione e storia sociale dei discorsi su questo oggetto d’analisi, poiché «il discorso sull’oggetto fa parte dell’oggetto e deve essere integrato nell’oggetto di studio o diventare esso stesso oggetto di studio». In questo senso, gli anni tra il 2014 e il 2018 in cui gli sfollamenti di massa generati dai conflitti in Siria e Libia hanno indotto una crisi prima e una riconfigurazione poi del confine esterno europeo - e quindi in senso propriamente antropologico una riconfigurazione dello spazio interno europeo come spazio politico e spazio di cittadinanza - sono da studiarsi anche come gli anni in cui il termine invasione ha assunto potenti contorni mito-genetici, volti a produrre politiche migratorie restrittive e grimaldello attraverso cui i fatti migratori sono stati piegati entro logiche più ampie nel tentativo di ridefinire identità e appartenenze politiche. Non si tratta in verità di un discorso del tutto nuovo. Al contrario, la parola invasione ha accompagnato sin dall’inizio (dal 1989-1990) la storia delle migrazioni via mare in Italia, elevando quest’ultime a metafora dell’intero fenomeno migratorio verso il nostro Paese.
L’invasione dell’invasione : migrazioni via mare e mitogenesi contemporanee / L. Ciabarri - In: Europa come rifugio? : la condizione di rifugiato tra diritto e società / [a cura di] D. Ferrari, F. Mugnaini. - Prima edizione. - [s.l] : Betti Editrice, 2019. - ISBN 9788875766269. - pp. 53-75
L’invasione dell’invasione : migrazioni via mare e mitogenesi contemporanee
L. Ciabarri
2019
Abstract
Lo studio delle migrazioni come fatto sociale totale è al tempo stesso, secondo Abdelmalek Sayad, storia sociale delle relazioni tra le società d’emigrazione ed immigrazione e storia sociale dei discorsi su questo oggetto d’analisi, poiché «il discorso sull’oggetto fa parte dell’oggetto e deve essere integrato nell’oggetto di studio o diventare esso stesso oggetto di studio». In questo senso, gli anni tra il 2014 e il 2018 in cui gli sfollamenti di massa generati dai conflitti in Siria e Libia hanno indotto una crisi prima e una riconfigurazione poi del confine esterno europeo - e quindi in senso propriamente antropologico una riconfigurazione dello spazio interno europeo come spazio politico e spazio di cittadinanza - sono da studiarsi anche come gli anni in cui il termine invasione ha assunto potenti contorni mito-genetici, volti a produrre politiche migratorie restrittive e grimaldello attraverso cui i fatti migratori sono stati piegati entro logiche più ampie nel tentativo di ridefinire identità e appartenenze politiche. Non si tratta in verità di un discorso del tutto nuovo. Al contrario, la parola invasione ha accompagnato sin dall’inizio (dal 1989-1990) la storia delle migrazioni via mare in Italia, elevando quest’ultime a metafora dell’intero fenomeno migratorio verso il nostro Paese.File | Dimensione | Formato | |
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