La predilezione per spazi urbani caratterizzati da “diversità urbana” è sempre stata un segno distintivo della gentrifcazione. Questo paper esplora questo aspetto e mete in evidenza come le pratiche di resistenza alla gentrifcazione che sostengono una versione idealizzata della ‘diversità urbana’ non siano necessariamente inclusive dal punto di vista socio-economico di chi le pratica, né producono tolleranza. Infatti, proprio quell’ambigua coalescenza tra produzione e consumo della diversità mentre ci fa assistere ad un miglioramento del pluralismo urbano, molto spesso può dare origine ad una molteplicità di interessi ed obiettivi contrastanti. Una lettura, questa, che si inserisce in un quadro di ricerca urbana interessata ad analizzare criticamente gli efetti della diversità sullo sviluppo dei processi di gentrifcazione e sugli esiti delle sue pratiche di resistenza. Nel caso di Milano gli imprenditori cinesi sono stat in grado di passare dall’essere “dominati” dalle politiche revanchiste del governo locale ad essere gli attori “dominant” nel processo di rigenerazione di un quartiere multietnico mercificato, avvalorando la tesi che gli interessi o lo stile di vita di un gruppo sociale non dovrebbero essere favoriti semplicemente perché si trovano in una posizione svantaggiata o marginalizzata. Da qui la necessità di porre sotto osservazione eventuali processi di espulsione a carico di altri gruppi sociali. Le conclusioni sottolineano esattamente questa ambiguità della diversità, che se da un lato caratterizza il fascino urbano, ne favorisce la creatività, generando tolleranza, dall’altro può comprometterne la democrazia, quando gli interessi corporativi trascendono quelli per il bene comune.
Resisting Gentrification: the case for Diversity = Resistenze alla Gentrifcazione: note sulla Diversità / L. Manzo. - In: U3 I QUADERNI. - ISSN 2531-7091. - 5:13(2017), pp. 111-117.
Resisting Gentrification: the case for Diversity = Resistenze alla Gentrifcazione: note sulla Diversità
L. Manzo
2017
Abstract
La predilezione per spazi urbani caratterizzati da “diversità urbana” è sempre stata un segno distintivo della gentrifcazione. Questo paper esplora questo aspetto e mete in evidenza come le pratiche di resistenza alla gentrifcazione che sostengono una versione idealizzata della ‘diversità urbana’ non siano necessariamente inclusive dal punto di vista socio-economico di chi le pratica, né producono tolleranza. Infatti, proprio quell’ambigua coalescenza tra produzione e consumo della diversità mentre ci fa assistere ad un miglioramento del pluralismo urbano, molto spesso può dare origine ad una molteplicità di interessi ed obiettivi contrastanti. Una lettura, questa, che si inserisce in un quadro di ricerca urbana interessata ad analizzare criticamente gli efetti della diversità sullo sviluppo dei processi di gentrifcazione e sugli esiti delle sue pratiche di resistenza. Nel caso di Milano gli imprenditori cinesi sono stat in grado di passare dall’essere “dominati” dalle politiche revanchiste del governo locale ad essere gli attori “dominant” nel processo di rigenerazione di un quartiere multietnico mercificato, avvalorando la tesi che gli interessi o lo stile di vita di un gruppo sociale non dovrebbero essere favoriti semplicemente perché si trovano in una posizione svantaggiata o marginalizzata. Da qui la necessità di porre sotto osservazione eventuali processi di espulsione a carico di altri gruppi sociali. Le conclusioni sottolineano esattamente questa ambiguità della diversità, che se da un lato caratterizza il fascino urbano, ne favorisce la creatività, generando tolleranza, dall’altro può comprometterne la democrazia, quando gli interessi corporativi trascendono quelli per il bene comune.File | Dimensione | Formato | |
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