La rappresentazione dell’atto e degli oggetti della lettura nella narrativa nieviana non è frequente, ma rivela una costruzione attentamente studiata e organica, un’importanza notevole per quanto poco esibita. Lo chiarisce l’analisi testuale e il confronto di alcune sequenze emblematiche in "Angelo di bontà", "Il conte Pecorajo", "Le Confessioni d’un Italiano", in cui Nievo mostra uno specifico e peculiare interesse per lettori comuni, non specialisti, nella prospettiva di una legittimazione e valorizzazione di forme di fruizione letteraria “non letterate”. Questo modo di guardare al leggere è intimamente connesso a quella valorizzazione di una scrittura nata per esigenze non artistiche così essenziale nel profilo del personaggio-narratore delle "Confessioni": rilancio – deciso, originale, giovanilmente spericolato – del processo di democratizzazione letteraria avviato da Manzoni, che qui Nievo estende al campo della voce narrante. L’ottuagenario, con l’oggetto libro affidato alle mani dei lettori, prospetta operativamente una nuova pratica di comunicazione basata su un lavoro memoriale diffuso (in questo senso si può interpretare meglio il celebre motivo del «reliquiario della memoria»). Il romanzo mostra dunque una straordinaria capacità di individuare una linea portante delle trasformazioni caratteristiche di un sistema culturale moderno-borghese, cogliendo precocemente appieno il crescente rilievo che riceveranno in questo orizzonte le scritture autobiografiche, la non-fiction, nella loro specifica identità e nel loro riuso nella scrittura d’invenzione.

Il «libricciuolo» e l’«operone colossale» : Leggere e scrivere nella narrativa nieviana / B. Falcetto - In: Ippolito Nievo et le Risorgimento émancipateur / [a cura di] E. Chaarani Lesourd. - Prima edizione. - Neuville-sur-Saône : Chemins de tr@verse, 2014. - ISBN 9782313004883. - pp. 119-134 (( convegno Colloque international historique et littéraire tenutosi a Nancy nel 2011.

Il «libricciuolo» e l’«operone colossale» : Leggere e scrivere nella narrativa nieviana

B. Falcetto
2014

Abstract

La rappresentazione dell’atto e degli oggetti della lettura nella narrativa nieviana non è frequente, ma rivela una costruzione attentamente studiata e organica, un’importanza notevole per quanto poco esibita. Lo chiarisce l’analisi testuale e il confronto di alcune sequenze emblematiche in "Angelo di bontà", "Il conte Pecorajo", "Le Confessioni d’un Italiano", in cui Nievo mostra uno specifico e peculiare interesse per lettori comuni, non specialisti, nella prospettiva di una legittimazione e valorizzazione di forme di fruizione letteraria “non letterate”. Questo modo di guardare al leggere è intimamente connesso a quella valorizzazione di una scrittura nata per esigenze non artistiche così essenziale nel profilo del personaggio-narratore delle "Confessioni": rilancio – deciso, originale, giovanilmente spericolato – del processo di democratizzazione letteraria avviato da Manzoni, che qui Nievo estende al campo della voce narrante. L’ottuagenario, con l’oggetto libro affidato alle mani dei lettori, prospetta operativamente una nuova pratica di comunicazione basata su un lavoro memoriale diffuso (in questo senso si può interpretare meglio il celebre motivo del «reliquiario della memoria»). Il romanzo mostra dunque una straordinaria capacità di individuare una linea portante delle trasformazioni caratteristiche di un sistema culturale moderno-borghese, cogliendo precocemente appieno il crescente rilievo che riceveranno in questo orizzonte le scritture autobiografiche, la non-fiction, nella loro specifica identità e nel loro riuso nella scrittura d’invenzione.
Ippolito Nievo; narrativa; lmemirialistica; ettura; personaggi lettori
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
2014
2434/229061
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