Lo scavo del ricco borgo agricolo di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia, Bari) che l’Università degli Studi di Milano indaga continuativamente dal 2009 offre alcuni interessanti spunti di riflessione per la ricostruzione delle funzioni e delle prerogative delle donne peucete in rapporto ad attività da loro controllate, che non si limitano alla ben nota produzione tessile, ma che sembrano estendersi anche alla gestione di particolari aree del sacro. Interessante sarà discutere sotto questo profilo l’associazione contestuale di pesi da telaio e kalathiskoi, ritualmente spezzati e collocati sparpagliati entro fosse in azioni rituali preliminari alla fondazione di un edificio nei primi decenni del V secolo a.C. Un ulteriore spunto di analisi viene offerto dalla particolare situazione documentata in uno degli ambienti del “Complesso Alfa” (seconda metà IV-inizi III secolo a.C.), dove intorno a una sepoltura tardo-arcaica di donna anziana si agglutinano numerose tombe infantili, chiaramente rispettando la prima e anzi conservandone memoria fino all’inizio del III secolo a.C.; la circostanza, non priva di interessanti confronti anche sul più ampio orizzonte antropologico, spinge a ipotizzare che alla donna fossero riconosciute speciali prerogative carismatiche e/o sapienzali, da collegarsi alla sfera del sacro e della protezione dell’infanzia. I dati sopra citati contribuiscono a meglio definire lo spazio d’azione delle donne della Peucezia, la cui visibilità emerge anche dai ricchi corredi funerari di Monte Sannace, Botromagno e Bitonto.
La donna peuceta quale ‘agente del rito’ : spunti di riflessione dall’insediamento di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia – Ba) / C. Lambrugo. ((Intervento presentato al 59. convegno Donne di Magna Grecia : visibilità, rappresentazione e ruoli : Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia tenutosi a Taranto nel 2019.
La donna peuceta quale ‘agente del rito’ : spunti di riflessione dall’insediamento di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia – Ba)
C. Lambrugo
2019
Abstract
Lo scavo del ricco borgo agricolo di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia, Bari) che l’Università degli Studi di Milano indaga continuativamente dal 2009 offre alcuni interessanti spunti di riflessione per la ricostruzione delle funzioni e delle prerogative delle donne peucete in rapporto ad attività da loro controllate, che non si limitano alla ben nota produzione tessile, ma che sembrano estendersi anche alla gestione di particolari aree del sacro. Interessante sarà discutere sotto questo profilo l’associazione contestuale di pesi da telaio e kalathiskoi, ritualmente spezzati e collocati sparpagliati entro fosse in azioni rituali preliminari alla fondazione di un edificio nei primi decenni del V secolo a.C. Un ulteriore spunto di analisi viene offerto dalla particolare situazione documentata in uno degli ambienti del “Complesso Alfa” (seconda metà IV-inizi III secolo a.C.), dove intorno a una sepoltura tardo-arcaica di donna anziana si agglutinano numerose tombe infantili, chiaramente rispettando la prima e anzi conservandone memoria fino all’inizio del III secolo a.C.; la circostanza, non priva di interessanti confronti anche sul più ampio orizzonte antropologico, spinge a ipotizzare che alla donna fossero riconosciute speciali prerogative carismatiche e/o sapienzali, da collegarsi alla sfera del sacro e della protezione dell’infanzia. I dati sopra citati contribuiscono a meglio definire lo spazio d’azione delle donne della Peucezia, la cui visibilità emerge anche dai ricchi corredi funerari di Monte Sannace, Botromagno e Bitonto.File | Dimensione | Formato | |
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