L''autore analizza a fondo un passo del Teeteto platonico (200d-201c), in cui, tramite l''esempio di un processo, si sostiene che solo i testimoni oculari possono avere una conoscenza piena e non doxastica di un evento. Questo passo, a parere dell''autore, racchiude in forma contratta e metaforica una delle nozioni chiave dell''epistemologia platonica, che il Teeteto ha appunto lo scopo di mettere in luce. Questo dialogo si interroga sulla natura dell''episteme, ma il suo esito è fallimentare. Ciò non dipende dal fatto che occorra integrare il dialogo con dottrine in esso non presenti (come per lo più si fa), ma dal fatto che se l''episteme è intesa come conoscenza piena e completa delle idee, tale conoscenza è per Platone disponibile solo alla visione diretta dell''anima disincarnata (paragonabile alla visione diretta dei testimoni oculari in un processo). Nella sua condizione mortale, viceversa, l''uomo dispone solo di una conoscenza intellettiva indiretta, ossia discorsiva e non intuitiva, mediata dal logos e dalla doxa, intesa come giudizio che l''anima formula nei confronti di determinate proposizioni.

Theaetetus, 200d-201c: Truth without Certainty / F. Trabattoni - In: Plato's Theaetetus : Proceedings of the sixth Symposium Platonicum Pragense / [a cura di] A. Havlicek, F. Karfik, S. Spinka. - Praga : OIKOYMENH, 2009. - ISBN 978-80-7298-391-9. - pp. 250-273 (( Intervento presentato al 6. convegno Plato's Theaetetus tenutosi a Praga nel 2007.

Theaetetus, 200d-201c: Truth without Certainty

F. Trabattoni
Primo
2009

Abstract

L''autore analizza a fondo un passo del Teeteto platonico (200d-201c), in cui, tramite l''esempio di un processo, si sostiene che solo i testimoni oculari possono avere una conoscenza piena e non doxastica di un evento. Questo passo, a parere dell''autore, racchiude in forma contratta e metaforica una delle nozioni chiave dell''epistemologia platonica, che il Teeteto ha appunto lo scopo di mettere in luce. Questo dialogo si interroga sulla natura dell''episteme, ma il suo esito è fallimentare. Ciò non dipende dal fatto che occorra integrare il dialogo con dottrine in esso non presenti (come per lo più si fa), ma dal fatto che se l''episteme è intesa come conoscenza piena e completa delle idee, tale conoscenza è per Platone disponibile solo alla visione diretta dell''anima disincarnata (paragonabile alla visione diretta dei testimoni oculari in un processo). Nella sua condizione mortale, viceversa, l''uomo dispone solo di una conoscenza intellettiva indiretta, ossia discorsiva e non intuitiva, mediata dal logos e dalla doxa, intesa come giudizio che l''anima formula nei confronti di determinate proposizioni.
conoscenza delle idee in Platone ; Teeteto ; scienza e opinione in Platone ; opinione e giudizio ; two worlds theory
Settore M-FIL/07 - Storia della Filosofia Antica
2009
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