The Museum is the Thing : Treading New Ground on British Stage

Starting from the premise that the culture of authenticity is a growing field, which deserves further academic attention, the article analyses the boom of British playwrights who, since the 1980s, have made the museum a major forum for the exploitation of ideas about authenticity and forgeries as well as the site where not only does theatre renegotiate age-old tensions, past memories and national identity but questions its own political and aesthetic strategies and aims. The issues of expertise, authenticity and pretence, which tormented David Hare and Alan Bennett and fed their stage explorations of the politics of art and the arts of politics in the Thatcher era, have grown and changed over the years. Increasingly, since the millennium, contemporary playwrights such as Tim Crouch or David Leddy, have started from the same issues of attribution and authenticity to interrogate in more experimental ways the intrinsic ontological connection between lying and acting in the very process of the performance.

Alla luce della cultura dell’”autenticità” che si sta imponendo come un ambito di ricerca ancora da esplorare, l’articolo mostra come, dagli anni ’80, un numero sempre maggiore di drammaturghi inglesi abbia posto al centro della scena il museo. Luogo che presta attenzione a questioni legate all’autentificazione dell’opera d’arte, il museo diventa anche la sede in cui il teatro non solo affronta, e talvolta esorcizza, antiche tensioni e questioni d’identità nazionale, ma anche s’interroga sulle proprie strategie drammaturgiche e sulla propria politica culturale. I motivi dell’autenticità, della competenza e della falsificazione, che hanno abitato il teatro di Alan Bennett e David Hare, arricchendoli di un’analisi sulla politica dell’arte e l’arte della politica in epoca Thatcher, hanno poi dato luogo a una sperimentazione che indaga il legame ontologico tra verità e menzogna nel processo della performance, di cui le voci più significative sono forse quelle di David Leddy e Tim Crouch.