Cytomegalovirus (CMV) is the leading cause of congenital infection in humans, affecting 0.2-2% of all live births, and thus constitutes a major public health problem. Congenitally infected infants, both symptomatic and asymptomatic at birth, may develop sequelae, especially sensorineural hearing loss and brain damage. The virus can be transmitted to the fetus following either a primary or a non-primary maternal infection during pregnancy. Even though the transmission rate is much higher in primary infected mothers than in mothers with preconceptional immunity, routine CMV screening of pregnant women is not recommended today because no consensus exists on prenatal treatment options. Intravenous ganciclovir or oral valganciclovir are used to treat neonates with symptoms at birth. Valganciclovir treatment for six months is recommended for congenitally infected neonates with moderately to severely symptomatic disease. All infants with congenital CMV infection, both symptomatic and asymptomatic at birth, need a followup evaluation to detect sequelae as early as possible, so that infants can receive intervention promptly. For several years, a universal newborn screening for congenital CMV infection has been suggested by many Authors, inasmuch it would allow us to detect sequelae promptly even in neonates asymptomatic at birth born to women with non-primary infection in pregnancy. A real-time PCR assay of saliva specimens seems to offer the best characteristics for use in screening. Large-scale studies to evaluate the cost/benefit ratio of a universal newborn screening for congenital CMV infection are needed to further reduce the burden of congenital CMV infection.

Il citomegalovirus (CMV) è la causa più frequente di infezione virale congenita, interessando lo 0,2-2% dei nati vivi, e pertanto rappresenta un problema rilevante di salute pubblica. I neonati con infezione congenita, sia sintomatici sia asintomatici alla nascita, possono presentare sequele, in particolare ipoacusia neurosensoriale e danno neurologico. Il virus può essere trasmesso al feto sia in seguito ad una infezione materna primaria sia in seguito ad una infezione ricorrente. Nonostante il rischio di trasmissione sia significativamente più elevato in caso di infezione materna primaria che non in caso di infezione ricorrente, non è ad oggi raccomandato lo screening per CMV in gravidanza in quanto non c’è sufficiente evidenza in favore di terapie prenatali. Quando l’infezione congenita viene diagnosticata alla nascita, il ganciclovir per via endovenosa o il valganciclovir per os rappresentano i farmaci di scelta per il trattamento dei neonati sintomatici. In base alle evidenze scientifiche attuali, la terapia antivirale dovrebbe essere proseguita per sei mesi nei neonati con infezione di entità media/grave. In ogni caso, tutti i neonati con infezione congenita, sia sintomatici sia asintomatici alla nascita, dovrebbero essere seguiti con un programma di follow-up mirato fino all’età di sei anni al fine di diagnosticare tempestivamente le sequele tardive e mettere in atto gli interventi riabilitativi necessari. L’esecuzione di uno screening universale alla nascita per l’infezione congenita da CMV sarebbe auspicabile in quanto consentirebbe di identificare anche i neonati con infezione congenita asintomatica alla nascita nati da donne con infezione non primaria in gravidanza. La ricerca del DNA di CMV tramite PCR nella saliva sembra essere il test che presenta le migliori caratteristiche per uno screening. Sicuramente sono necessari studi su larga scala per valutare il rapporto rischio/beneficio di uno screening universale che potrebbe essere determinante nel ridurre il “carico” derivante dall’infezione congenita da CMV.

La gestione neonatologica dell'infezione congenita da citomegalovirus / L. Pugni, A. Ronchi, C. Pietrasanta, G. Araimo, S. Binda, F. Mosca. - In: AUDIOLOGIA & FONIATRIA. - ISSN 2531-7008. - 4:1(2019), pp. 17-20.

La gestione neonatologica dell'infezione congenita da citomegalovirus

L. Pugni;A. Ronchi;C. Pietrasanta;S. Binda;F. Mosca
2019

Abstract

Cytomegalovirus (CMV) is the leading cause of congenital infection in humans, affecting 0.2-2% of all live births, and thus constitutes a major public health problem. Congenitally infected infants, both symptomatic and asymptomatic at birth, may develop sequelae, especially sensorineural hearing loss and brain damage. The virus can be transmitted to the fetus following either a primary or a non-primary maternal infection during pregnancy. Even though the transmission rate is much higher in primary infected mothers than in mothers with preconceptional immunity, routine CMV screening of pregnant women is not recommended today because no consensus exists on prenatal treatment options. Intravenous ganciclovir or oral valganciclovir are used to treat neonates with symptoms at birth. Valganciclovir treatment for six months is recommended for congenitally infected neonates with moderately to severely symptomatic disease. All infants with congenital CMV infection, both symptomatic and asymptomatic at birth, need a followup evaluation to detect sequelae as early as possible, so that infants can receive intervention promptly. For several years, a universal newborn screening for congenital CMV infection has been suggested by many Authors, inasmuch it would allow us to detect sequelae promptly even in neonates asymptomatic at birth born to women with non-primary infection in pregnancy. A real-time PCR assay of saliva specimens seems to offer the best characteristics for use in screening. Large-scale studies to evaluate the cost/benefit ratio of a universal newborn screening for congenital CMV infection are needed to further reduce the burden of congenital CMV infection.
Il citomegalovirus (CMV) è la causa più frequente di infezione virale congenita, interessando lo 0,2-2% dei nati vivi, e pertanto rappresenta un problema rilevante di salute pubblica. I neonati con infezione congenita, sia sintomatici sia asintomatici alla nascita, possono presentare sequele, in particolare ipoacusia neurosensoriale e danno neurologico. Il virus può essere trasmesso al feto sia in seguito ad una infezione materna primaria sia in seguito ad una infezione ricorrente. Nonostante il rischio di trasmissione sia significativamente più elevato in caso di infezione materna primaria che non in caso di infezione ricorrente, non è ad oggi raccomandato lo screening per CMV in gravidanza in quanto non c’è sufficiente evidenza in favore di terapie prenatali. Quando l’infezione congenita viene diagnosticata alla nascita, il ganciclovir per via endovenosa o il valganciclovir per os rappresentano i farmaci di scelta per il trattamento dei neonati sintomatici. In base alle evidenze scientifiche attuali, la terapia antivirale dovrebbe essere proseguita per sei mesi nei neonati con infezione di entità media/grave. In ogni caso, tutti i neonati con infezione congenita, sia sintomatici sia asintomatici alla nascita, dovrebbero essere seguiti con un programma di follow-up mirato fino all’età di sei anni al fine di diagnosticare tempestivamente le sequele tardive e mettere in atto gli interventi riabilitativi necessari. L’esecuzione di uno screening universale alla nascita per l’infezione congenita da CMV sarebbe auspicabile in quanto consentirebbe di identificare anche i neonati con infezione congenita asintomatica alla nascita nati da donne con infezione non primaria in gravidanza. La ricerca del DNA di CMV tramite PCR nella saliva sembra essere il test che presenta le migliori caratteristiche per uno screening. Sicuramente sono necessari studi su larga scala per valutare il rapporto rischio/beneficio di uno screening universale che potrebbe essere determinante nel ridurre il “carico” derivante dall’infezione congenita da CMV.
Citomegalovirus; infezione congenita; neonato; ganciclovir; valganciclovir; screening neonatale. Cytomegalovirus; congenital infection; neonate; ganciclovir; valganciclovir; newborn screening
Settore MED/42 - Igiene Generale e Applicata
2019
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