This paper aims to offer some final remarks that draw inspiration from the whole of the contributions collected in the volume. The first point worth highlighting is the crucial importance of the child’s body. Not only is it material evidence, as a cultural product it also provides us with direct (which means not filtered by adults’ rules) information about children’s health status and social relationships with the outside world. We go over some points about the treatment of the most common diseases affecting subadults, also addressing the type of pathology and who was generally in charge of caring for the sick child. In particular, we focus on meningeal inflammation from which most children in the past appear to have suffered. Furthermore, we take into great consideration how breastfeeding, weaning and nutrition could have affected the health of non-adults, depending on the different cultural habits. In addition, a special thought is given to children as workers and victims of violence and abuse, according to the pivotal aims of the Mors immatura Project: together, archaeology and anthropology can successfully contribute to writing some meaningful pages on the history of infancy, also arising civic awareness toward struggles of the utmost urgency and relevance. Within this framework, it is noteworthy that foetuses quite often received a ‘formal’ burial in past societies (on the contrary, this does not always happen nowadays); it means they had the right to be formally buried just as stillborns, neonates and infants did. Foetuses were probably considered full human beings - at least from the 20th lunar week onwards - when foetal movements begin and the foetus itself takes human shape. In fact, Greek and Roman philosophical and medical texts outline the relevance of foetal movements to understand when human life begins.

Nel contributo conclusivo, le Autrici, ciascuno dal proprio punto di vista (archeologico e antropologico), ma in stretta sinergia, propongono alcune riflessioni di sintesi, traendo spunto dal contenuto dei lavori raccolti nel volume. Ne emerge anzitutto l’importanza cruciale del corpo del bambino che non è solo un’entità materiale, ma anche un prodotto culturale, da cui dedurre informazioni dirette (e non mediate dal mondo degli adulti) sullo sviluppo biologico e lo stato di salute dell’infante, oltre che sulle sue forme di interazione e relazione socio-culturale con il mondo che lo circonda. Si forniscono poi alcune linee generali sulle più comuni pratiche ‘pediatriche’ adottate e su alcune delle patologie infantili ricorrenti con particolare focus sulle infiammazioni meningee, senza dimenticare l’impatto determinante che sulla buona o cattiva salute del subadulto devono aver rivestito allattamento e svezzamento, i cui principi risultano fortemente condizionati da elementi culturali, sociali ed economici. Una riflessione a parte è quindi dedicata al bambino vittima di abuso e/o precocemente coinvolto in attività lavorative usuranti e pericolose, in linea con i principi ispiratori del progetto Mors immatura, di un approccio all’antico in chiave archeologica e antropologica che contribuisca alla discussione e alla presa di coscienza di temi urgenti e attuali. Tra questi è anche da considerare lo statuto ‘in morte’ del feto; dalla documentazione raccolta nel presente volume emerge infatti chiaramente come nella maggior parte dei casi il feto nelle culture antiche (ma non sempre in quelle contemporanee) fosse destinatario di ‘formal burial’ tanto quanto i neonati, nati morti o sopravvissuti qualche ora o qualche giorno o i bambini vissuti per qualche mese o anno.

Sullo stato di salute del bambino nel mondo antico e sulla dignità del feto : alcune osservazioni conclusive / C. Lambrugo, C. Cattaneo (MATERIA E ARTE). - In: Una favola breve : archeologia e antropologia per la storia dell’infanzia / [a cura di] C. Lambrugo. - Prima edizione. - Sesto Fiorentino : All'insegna del Giglio, 2019 Jun. - ISBN 9788878148901. - pp. 227-239

Sullo stato di salute del bambino nel mondo antico e sulla dignità del feto : alcune osservazioni conclusive

C. Lambrugo;C. Cattaneo
2019

Abstract

This paper aims to offer some final remarks that draw inspiration from the whole of the contributions collected in the volume. The first point worth highlighting is the crucial importance of the child’s body. Not only is it material evidence, as a cultural product it also provides us with direct (which means not filtered by adults’ rules) information about children’s health status and social relationships with the outside world. We go over some points about the treatment of the most common diseases affecting subadults, also addressing the type of pathology and who was generally in charge of caring for the sick child. In particular, we focus on meningeal inflammation from which most children in the past appear to have suffered. Furthermore, we take into great consideration how breastfeeding, weaning and nutrition could have affected the health of non-adults, depending on the different cultural habits. In addition, a special thought is given to children as workers and victims of violence and abuse, according to the pivotal aims of the Mors immatura Project: together, archaeology and anthropology can successfully contribute to writing some meaningful pages on the history of infancy, also arising civic awareness toward struggles of the utmost urgency and relevance. Within this framework, it is noteworthy that foetuses quite often received a ‘formal’ burial in past societies (on the contrary, this does not always happen nowadays); it means they had the right to be formally buried just as stillborns, neonates and infants did. Foetuses were probably considered full human beings - at least from the 20th lunar week onwards - when foetal movements begin and the foetus itself takes human shape. In fact, Greek and Roman philosophical and medical texts outline the relevance of foetal movements to understand when human life begins.
Nel contributo conclusivo, le Autrici, ciascuno dal proprio punto di vista (archeologico e antropologico), ma in stretta sinergia, propongono alcune riflessioni di sintesi, traendo spunto dal contenuto dei lavori raccolti nel volume. Ne emerge anzitutto l’importanza cruciale del corpo del bambino che non è solo un’entità materiale, ma anche un prodotto culturale, da cui dedurre informazioni dirette (e non mediate dal mondo degli adulti) sullo sviluppo biologico e lo stato di salute dell’infante, oltre che sulle sue forme di interazione e relazione socio-culturale con il mondo che lo circonda. Si forniscono poi alcune linee generali sulle più comuni pratiche ‘pediatriche’ adottate e su alcune delle patologie infantili ricorrenti con particolare focus sulle infiammazioni meningee, senza dimenticare l’impatto determinante che sulla buona o cattiva salute del subadulto devono aver rivestito allattamento e svezzamento, i cui principi risultano fortemente condizionati da elementi culturali, sociali ed economici. Una riflessione a parte è quindi dedicata al bambino vittima di abuso e/o precocemente coinvolto in attività lavorative usuranti e pericolose, in linea con i principi ispiratori del progetto Mors immatura, di un approccio all’antico in chiave archeologica e antropologica che contribuisca alla discussione e alla presa di coscienza di temi urgenti e attuali. Tra questi è anche da considerare lo statuto ‘in morte’ del feto; dalla documentazione raccolta nel presente volume emerge infatti chiaramente come nella maggior parte dei casi il feto nelle culture antiche (ma non sempre in quelle contemporanee) fosse destinatario di ‘formal burial’ tanto quanto i neonati, nati morti o sopravvissuti qualche ora o qualche giorno o i bambini vissuti per qualche mese o anno.
infanzia; storia dell'infanzia; abuso sul minore; diritti dei minori; archeologia; antropologia
Settore L-ANT/07 - Archeologia Classica
Settore BIO/08 - Antropologia
Settore IUS/18 - Diritto Romano e Diritti dell'Antichita'
giu-2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/690853
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